ALLA FINE SI MUORE TUTTI DEMOCRISTIANI! - ALLA "SETTIMANA SOCIALE" DI TRIESTE SI È DATO APPUNTAMENTO IL POPOLO "CATTO-DEMOCRATICO" IN CERCA D'AUTORE - NESSUNO PENSA A FONDARE UN PARTITO (DICONO: "SE MAI SERVE UNO SPARTITO") MA IN TANTI LAMENTANO UNA "SOLITUDINE ISTITUZIONALE" - L'INTERVENTO D'APERTURA DI SERGIO MATTARELLA E LA CHIUSURA CON PAPA FRANCESCO "PREOCCUPATO DALLA CATTIVA SALUTE DELLA DEMOCRAZIA..."
-1.IL PAPA: 'LA DEMOCRAZIA NON È IN BUONA SALUTE, CI PREOCCUPA'
(ANSA) - Papa Francesco è stato accolto con una vera ovazione oggi al suo ingresso al Generali convention center di Trieste: la folla di delegati e personalità era in piedi ad applaudire e a urlare di gioia. Il Pontefice è stato accompagnato in sedia a rotelle fin dietro le quinte, poi si è alzato in piedi e, appoggiandosi a un bastone, ha raggiunto la postazione per gli interventi. Infine, ha preso la parola il cardinale Zuppi. La sua visita a Trieste, la prima in 32 anni dopo quella di Giovanni Paolo II, conclude la 50/a Settimana sociale dei cattolici italiani, organizzata dalla Cei, che ha avuto per tema quest'anno "Al cuore della democrazia".
Papa Francesco terrà un discorso al Tcc poi si trasferirà in piazza Unità d'Italia dove celebrerà una messa e l'Angelus. Successivamente ripartirà per Roma. Il Papa: 'La democrazia non è in buona salute, ci preoccupa' "Nel mondo di oggi, diciamo la verità, la democrazia non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell'uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo". Lo ha detto il Papa a Trieste dove si concludono le Settimane Sociali della Cei.
'Non accontentiamoci di una fede privata' Il Papa invita i cattolici ad assumersi le loro responsabilità: "Non possiamo accontentarci di una fede marginale, o privata. Ciò significa non tanto pretendere di essere ascoltati, ma soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico. Abbiamo qualcosa da dire, ma non per difendere privilegi. Dobbiamo essere voce che denuncia e che propone in una società spesso afona e dove troppi non hanno voce. Tanti, tanti non hanno voce".
Lo ha detto il Papa a Trieste sottolineando che questo amore politico "è una forma di carità che permette alla politica di essere all'altezza delle sue responsabilità e di uscire dalle polarizzazioni, che immiseriscono e non aiutano a capire e affrontare le sfide". Zuppi, 'I cattolici non sono una lobby di parte'
"I cattolici in Italia non sono e non vogliono essere una lobby in difesa di interessi particolari e non diventeranno mai di parte, perché l'unica parte che amano e indicano liberamente a tutti è quella della persona, ogni persona, qualunque, dall'inizio alla fine naturale della vita. Senza passaporto, qualunque.
E non un amore qualsiasi, ma quello che ci insegna Gesù". Lo ha detto il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi alla presenza del Papa a Trieste, a conclusione delle Settimane Sociali. Per Zuppi la democrazia è come una orchestra: "Ogni strumento è importante, ma nell'orchestra tutti hanno bisogno di accordarsi agli altri".
2.IL RITORNO DEI CATTOLICI IN POLITICA NASCE UN MANIFESTO DI 80 SINDACI
Estratto dell'articolo di I.Sca. per “La Repubblica”
Aspettavano da anni e quando è arrivata l'occasione si sono mobilitati in poche ore: è bastato aprire la porta e la sala si è riempita. Alla Settimana sociale dei cattolici di Trieste quest'anno è stata invitata una pattuglia di amministratori locali: sindaci, assessori, consiglierei comunali o regionali, sono sparpagliati nei vari partiti, vengono da tutta Italia, sono convintamente cattolici ma dalla fine della Dc non hanno un partito di riferimento, e a volte neppure una bussola nella società secolarizzata. La Chiesa istituzionale per anni li ha tenuti un po' a distanza. Ora è cambiato qualcosa.
Sarà che nel suo discorso di apertura il presidente Sergio Mattarella ha dato la ricarica al popolo cattodemocratico, sarà che il cardinale Matteo Zuppi ha uno spiccato senso politico, sarà che papa Francesco, che oggi chiude la kermesse, ripropone con insistenza il tema dei cattolici in politica […]
Fatto sta che a Trieste alcuni degli amministratori hanno deciso di darsi convegno: un'autoconvocazione inizialmente carbonara, basata sul passa-parola, alla quale dovevano partecipare una ventina al massimo di persone, se ne sono presentate ottanta. Hanno occupato tutti gli scranni della sala del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, hanno approvato una dichiarazione politica finale, si sono dati appuntamento per un incontro nazionale in autunno.
Nessuno pensa a rifondare un partito cattolico, ma nelle due ore di dibattito molti hanno denunciato la «solitudine» istituzionale e pensano che ora ci sono le condizioni, oltre che il desiderio, di coordinarsi. C'è chi evoca la «rete», chi parla di “movimento” o «federazione». Più d'uno confessa che aspettava una riunione del genere da almeno trent'anni, e tutti si sfogano come se avessero accumulato a lungo molto da dire.
«Più che un nuovo partito dei cattolici italiani, serve uno spartito», riassume monsignor Luigi Renna, vescovo di Catania e presidente del comitato organizzatore della Settimana sociale, arrivato anche lui, un po' a sorpresa, alla riunione, che ha definito «una sorpresa dello spirito».
Alla riunione partecipano anche intellettuali come l'economista Leonardo Becchetti e l'urbanista Elena Granata, membro del comitato organizzatore della Settimana sociale, che elogia «la capacità di ascoltarsi e ritrovare le ragioni profonde del riunirsi» (e conclude: «Grazie, alleluja, evviva la Repubblica!»). Ci sono il presidente di Azione cattolica Giuseppe Notarstefano e i rappresentanti delle altre associazioni e movimenti, che in questi mesi fanno un discreto lavorio di rete. […]
Alla fine Francesco Russo, che fa un po' gli onori di casa, ex senatore, oggi vicepresidente dem del consiglio del Friuli Venezia-Giulia, legge una dichiarazione approvata per acclamazione: «Siamo pronti a fare un ulteriore passo in avanti», appuntamento a ottobre prossimo per un incontro nazionale, intanto bisogna continuare a lavorare su giustizia sociale e welfare, ambiente, famiglia e scuola, accoglienza e integrazione, tenendo come bussola il magistero di papa Francesco. […]
Nella dichiarazione di Trieste gli amministratori non dicono altro: certo tornare al proporzionale aprirebbe un varco anche per i cattolici che volessero formare un partito. Ma questo, appunto, non è il tema: almeno non oggi.