LA FORTUNA DI GIORGIA MELONI È L’ASSENZA DI ALTERNATIVE: MA QUANTO PUÒ DURARE? – STEFANO FOLLI: “IL GIUDIZIO DELL'OPINIONE PUBBLICA SUL GOVERNO È NEGATIVO, MA QUELLO SULLA PREMIER È POSITIVO. PERCHÉ QUESTA ANOMALIA? NON CI SONO ALTRI PERSONAGGI SULLA SCENA PUBBLICA IN GRADO DI RACCOGLIERE FIDUCIA IN ALTERNATIVA ALLA MELONI. PER QUANTO SIANO CHIARI I LIMITI DELLA SUA AZIONE, AL MOMENTO NON C’È CHI SIA IN GRADO DI METTERE SUL TAVOLO PROPOSTE CAPACI D’INCONTRARE IL FAVORE MAGGIORITARIO DELLA PUBBLICA OPINIONE..”
-Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
[…] ognuno parla ai propri elettori. Lo fanno francesi e tedeschi e lo fa Giorgia Meloni, ben sapendo di essere il perno intorno al quale ruota il rebus. E qui c’è l’aspetto molto particolare del caso italiano.
Da un lato, quasi un anno dopo la nascita dell’esecutivo di destra-centro, il giudizio dell’opinione pubblica è negativo (vedi il sondaggio Demos): il bilancio parla di una compagine che ha realizzato poco e male, ovvero che galleggia senza infamia e senza lode, come uno dei governicchi della prima Repubblica nella fase decadente.
Dall’altro lato, tuttavia, il giudizio sulla figura della premier Meloni è positivo. Soprattutto se lo misuriamo con il dato del 25 settembre, giorno delle elezioni. Fratelli d’Italia raccolse allora il 26 per cento. Tutti voti a sostegno della leader, naturalmente, più che di un partito poco attraente. Un anno dopo le intenzioni di voto indicano il 28,5 all’incirca; nei mesi scorsi avevano toccato anche il 30 per cento. Ora sono un po’ calate ma restano comunque al di sopra del suffragio reale dello scorso settembre.
È un apparente paradosso, ma non deve sorprendere troppo. L’opinione sul governo riflette l’insoddisfazione per gli scarsi risultati ottenuti. Eppure sulla leader Giorgia Meloni la fiducia è ancora alta e questo significa che una parte significativa dell’elettorato la sostiene separando il giudizio su di lei da quello sull’esecutivo.
Quanto tempo può durare questa contraddizione? Non molto, si direbbe. Ovunque la valutazione sull’operato di un governo tende a collimare, come è logico, con il giudizio su chi lo guida. Perché da noi si è creata questa anomalia?
L’unica spiegazione è che non ci sono altri personaggi sulla scena pubblica in grado di raccogliere fiducia in alternativa alla Meloni. Per quanto siano chiari i limiti della sua azione, al momento non c’è chi sia in grado di mettere sul tavolo proposte o promesse capaci d’incontrare il favore maggioritario della pubblica opinione.
Questo vale soprattutto per l’immigrazione […]. Eppure si capisce che il consenso personale alla presidente del Consiglio contiene la speranza che una politica concordata con i partner europei sia ancora possibile sulla base di un’iniziativa italiana. Al tempo stesso il messaggio suona come sfiducia verso l’opposizione di sinistra, da cui ci si attende in tema di immigrazione un messaggio molto più convincente nelle finalità e più chiaro nel modo di comunicarlo al pubblico.