LA FOTO DI MACRON RIPROPONE L’ANNOSA, E VILLOSA, DOMANDA: L’UOMO MEGLIO CON IL TORACE DEPILATO O PELOSO? L’IRONIA DEL PORTABORSETTE DI BRIGITTE DOPO LO SCATTO CON  LA CAMICIA APERTA SULL’IRSUTO PETTO: “FACEVA MOLTO CALDO A MARSIGLIA” MA COSA VOLEVA COMUNICARE AI SUOI ELETTORI OLTRE A UNA PRECISA PRESA DI POZIONE CONTRO L'USO DEL RASOIO SUL PETTO? STASERA LA SFIDA IN TV CONTRO MARINE. CINQUE ANNI FA MACRON VINSE PER KO. OGGI CERCHERÀ DI ATTACCARE LE PEN SUI RAPPORTI CON...

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Elisa Messina per corriere.it

 

macron

Le campagne elettorali si raccontano anche con i dettagli. E il dettaglio della camicia bianca aperta sul petto villoso del presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto banco su media e social francesi per tutta la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta. Domenica prossima il paese decide il prossimo inquilino dell’Eliseo ma quello scatto realizzato da Soazig de la Moissonniere, fotografa ufficiale del presidente pare abbia scatenato commenti più di qualsiasi infervorato comizio.

 

Così, dopo il caso del presidente con la felpa dei paracadutisti, ecco quello del presidente sul divano con la camicia aperta e il torace in vista. Ma qui alla dietrologia si sono aggiunte dosi abbondanti di ironia.

 

emmanuel macron in una fabbrica di turbine a le havre in normandia

Inquadriamo la situazione: sabato 16 aprile Macron è a Marsiglia con la moglie e il suo staff (tra cui la sua fotografa) per una giornata intensa di campagna elettorale culminata nel grande comizio all’aperto. Deve conquistare i voti andati al primo turno al candidato di sinistra Jean-Luc Mélenchon in una calda giornata d’aprile sotto il sole del Sud. Il post instagram riassume in 10 foto la giornata del presidente (il titolo è proprio “Un giorno con il candidato”), 10 istantanee che riassumano impegno, entusiasmo e dinamicità.

 

Si parte con la foto di Macron e Brigitte che guardano la città dalla finestra, poi c'è lui che corre velocemente una scalinata, lui che si annoda la cravatta, lui che sale di corsa sul palco, che parla circondato da giovani, lui che sale (sempre di corsa) una scalinata. Sempre con quel look alla JFK - camicia bianca, cravatta scura svolazzante, maniche arrotolate - che è diventato la sua cifra stilistica principale. E poi, ecco il nono sorprendente scatto: Macron, stanco (inevitabile, è sempre di corsa) ma sorridente stravaccato su un divano di pelle beige, con la camicia alla Kennedy sbottonata sul petto e torse poilu(torace peloso) in bella vista.

emmanuel macron a chatenois

 

«Faceva molto, molto caldo a Marsiglia» ha spiegato ridendo il presidente lunedì sera in tv a France C e ha ammesso che sì, questa foto è passata sotto la sua approvazione, come tutte le altre, ma forse su questa non si era soffermato abbastanza. Come dire che forse era meglio non postarla... ma anche che alla fine non è stato poi così male che se ne sia parlato tanto. A guardare i commenti sotto al post, infatti, oltre agli applausi alla fotografa per il suo ottimo lavoro non mancano i complimenti al fascino del presidente e riferimenti divertiti al “caldo” .

 

Basta scorrere i ritratti di Macron realizzati nel tempo da Soazig de la Moissonniere per capire che una delle potenti armi elettorali del presidente è la sua immagine. E se la foto con la felpa dei paracadutisti e la barba di due giorni doveva trasmettere l'immagine di un Macron casual e vicino allo «stile Zelensky» nei giorni in cui anche la Francia è solidale con l'Ucraina e la fornisce di armi, ora abbondano anche i primi piani intensi del presidente con la fronte aggrottata, le pose spontanee con cravatta slacciata o giacca appoggiata sulla spalla, oppure mentre corre affaccendato, o lavora alla scrivania con una mano sulle carte e l’altra che regge una tazza di caffè. Certo, la camicia aperta sul petto villoso mancava alla collezione.

FOTO UFFICIALE DI EMMANUEL MACRON

 

Ma cosa voleva comunicare ai suoi elettori monsieur le président oltre a una precisa presa di pozione contro l'uso del rasoio sul petto? L'ultimo “francese di peso” che adora essere fotografato a camicia spalancata è il filosofo charmant Bernard-Henri Lévy, notava in tv, assieme a un Macron divertito, il conduttore Bertrand Chameroy. Con la differenza che il piacione Levy (BHL per i francesi) si depila il petto, mentre Macron, in questo scatto (apparentemente) spontaneo, ci rivela una mascolinità anni 70, decisamente meno glabra. Un po' Demis Roussos un po' Sean Connery, insomma. Nell’epoca in cui James Bond, sotto lo smoking, manteneva intatto il suo fascino da highlander irsuto.

 

 

 

SFIDA TV

FRANCESCA PIERANTOZZI per il Messaggero

 

 

MARINE LE PEN CON LA STESSA POSA DI EMMANUEL MACRON

Per ora ha vinto Marine Le Pen, almeno a testa o croce: sarà lei la prima a parlare questa sera e il primo argomento sarà il potere d'acquisto, la sua materia preferita. Alle 21 va in onda a reti unificate in Francia il momento clou della vita istituzionale e politica del paese: il duello televisivo tra gli sfidanti del ballottaggio per l'Eliseo. Furono Valéry Giscard d'Estaing e François Mitterrand a inaugurarlo nel 1974: quelle elezioni le vinse, per un soffio, Giscard. Dicono che a pesare fu anche l'ormai proverbiale replica di Giscard al candidato socialista che difendeva l'idea della redistribuzione della ricchezza come «una questione non solo di intelligenza, ma anche di cuore». «Non creda di avere lei il monopolio del cuore» gli rispose Giscard.

 

Il dibattitto di stasera (in uno studio televisivo vicino allo stade de France, 16 telecamere, due giornalisti vedette a moderare, una temperatura stabile a 19 gradi) suona come il match di ritorno dello scontro di cinque anni fa: allora Macron vinse per ko, Marine Le Pen si confuse, mostrandosi inutilmente aggressiva e terribilmente impreparata. «Il più grosso smacco della mia vita politica» ammise poi.

marine le pen emmanuel macron

 

OBIETTIVI DIVERSI Stasera, dunque, non potrà che fare meglio. Macron, allora baldanzoso outsider, arriva invece con qualche anno in più sulle spalle e soprattutto un bilancio da difendere. «Il principale rischio per Macron è che avendo vinto per ko cinque anni fa, cerchi il bis, mentre invece deve accettare di vincere ai punti» nota Gilles Finchelstein, direttore della Fondazione Jean Jaurès.

 

I due sfidanti arrivano con obiettivi diversi: Le Pen deve mostrarsi presentabile e presidenziabile, Macron smentire chi lo ritiene (sono tanti) un arrogante presidente dei ricchi. Lei giocherà la carta della competenza, lui quella della semplicità: missione difficile per entrambi. La candidata Le Pen si prepara da cinque anni alla rivincita. Per non ripetere l'errore del 2017, quando arrivò stremata negli studi tv, piena di schede da rileggere nel camerino del trucco, si è concessa un ritiro di tre giorni per prepararsi fisicamente e psichicamente.

emmanuel macron a strasburgo

 

Per giorni si è favoleggiato di un allenamento intensivo organizzato in un castello in Normandia. L'altro giorno lei ha smentito: «starò a casa mia». Da Pasqua è praticamente sparita dalla circolazione, basta comizi (ne ha fatti comunque pochi) o passeggiate in piccoli comuni (preferibilmente quelli in cui ha ottenuto i migliori risultati al primo turno del 10 aprile) tra mercati e strette di mano al bar: si è dedicata solo al duello, pare anche esercitandosi con sparring partner sosia di Macron. La squadra del presidente ha invece tenuto ad esibire più sicurezza e a sdrammatizzare il duello tv anche se il portavoce del governo Gabriel Attal ha confermato che il presidente «si sta preparando con serietà».

 

IL GALLO MACRON - VIGNETTA DI GIANNELLI

Ieri Macron non ha interrotto i suoi tour elettorali e stamattina partecipa come da agenda del mercoledì al Consiglio dei Ministri. Il passo falso che temono di più i suoi è quello di cadere nella provocazione e di mostrarsi troppo aggressivo. Ieri Le Pen si è fatta sentire solo via twitter, tanto per cominciare a mettere il pubblico-elettore nell'atmosfera del dibattitto tv: «La paura è l'unico argomento che resta all'attuale presidente della Repubblica per tentare di restare al suo posto a tutti i costi».

 

Se Macron cerca di ridare un po' di vigore al fronte repubblicano per fare argine all'estrema destra, Marine Le Pen punta invece a organizzare un vero referendum anti-Macron. Il Presidente cercherà di attaccare Le Pen sulla politica estera, i rapporti con la Russia di Putin, la posizione sempre più oscura sull'Europa, Le Pen sposterà l'attenzione sulle misure del mandato più detestate dalle classi popolari: l'abolizione della patrimoniale, la riduzione dei sussidi per la casa, e anche il massiccio ricorso del governo agli studi di consulenza come l'americano McKinsey.

macron le pen

 

 

I sondaggi continuano a dare Macron vincitore del ballottaggio del 24 aprile. Le sue quotazioni oscillano tra il 53 e il 56,5 per cento: cifre che lo confortano ma che non gli assicurano una vittoria in tasca. Cinque anni fa prima del dibattitto il suo gradimento era già sopra il 60 per cento, alla fine arrivò all'Eliseo con il 66. Altri tempi. Ieri il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, arrivato terzo al primo turno e ago della bilancia del ballottaggio, ha ripetuto ai suoi elettori «di non dare nemmeno un voto a Le Pen» rifiutandosi però di fare appello chiaramente a un voto per Macron: «capisco che dopo tutte le brutalità sociali del suo mandato un elettore non abbia nessuna voglia di votare per lui».

brigitte e emmanuel macron
emmanuel macron al voto
brigitte e emmanuel macron
emmanuel macron dopo il primo turno 2022