I FRANCESI METTONO LA LAICITÀ E LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE PRIMA DELLA SALUTE E SI ASSEMBRANO PER RICORDARE IL PROFESSOR PATY. DIFFICILE DAR LORO CONTRO SE SI PENSA QUANTO SANGUE È STATO VERSATO A PARIGI PER MANO DEGLI ISLAMISTI - LA TRAGEDIA SI POTEVA EVITARE? GLI OCCHI SONO PUNTATI SU UNO STRANO PERSONAGGIO, ABDELHAKIM SEFRIOUI, FRANCO-MAROCCHINO DI 61 ANNI, CHE IN QUESTI GIORNI HA…
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Leonardo Martinelli per “la Stampa”
Decine di migliaia di francesi sono scesi ieri in piazza per ricordare Samuel Paty, il professore decapitato per strada venerdì scorso a Conflans-Sainte-Honorine. È l' ora del dolore e degli omaggi e anche delle polemiche. La tragedia si poteva evitare? Gli occhi sono puntati su uno strano personaggio, Abdelhakim Sefrioui, franco-marocchino di 61 anni, predicatore islamista. Nei giorni precedenti all' aggressione era stato una presenza costante accanto al padre di un' allieva di Paty, che aveva polemizzato col docente per aver mostrato due caricature di Maometto, già pubblicate da «Charlie Hebdo», durante un corso sulla libertà di espressione. Nel mirino dell' intelligence da anni, Sefrioui avrebbe dovuto rappresentare un campanello d' allarme.
L' 8 ottobre aveva accompagnato il padre della studentessa alla scuola. Avevano chiesto con veemenza alla preside l' allontanamento di Paty. All' uscita, il predicatore si era filmato in un video, poi postato sui social, dove, in riferimento a quel corso che il professore impartiva, diceva: «Sono 5-6 anni che dei ragazzi di 12-13 anni, dei musulmani, sono sotto choc, aggrediti, umiliati davanti ai loro compagni». Ed esigere così «la sospensione immediata di questo delinquente».
Poi Sefrioui aveva accompagnato il papà dell' allieva al commissariato per sporgere denuncia per «diffusione di immagini pornografiche». Il predicatore è classificato «s» dai servizi segreti, come tutti i sospettati di jihadismo e attività terroristica. Senza contare che il padre della studentessa ha una sorellastra partita nel 2014 per la Siria a «fare la jihad», da allora ricercata. Lui aveva postato un video sui social contro il docente, comunicandone le generalità e il telefono, oltre all' indirizzo della scuola. Ne erano seguite minacce di morte da diversi conti in rete, senza che il professore fosse messo sotto scorta.
Lui, Sefrioui e la moglie del predicatore sono tra le 11 persone in stato di fermo, che la polizia sta interrogando. C' era un legame tra loro e l' aggressore, Abdoullakh Anzorov, diciottenne di origini cecene? L' azione di Sefrioui ha rappresentato un' istigazione indiretta al delitto? È quello che gli inquirenti stanno cercando di capire. Nel 2004 Sefrioui aveva fondato un' organizzazione filopalestinese, con un toni antisemiti.
Da allora con i suoi militanti si è fatto notare a più riprese: nel 2014 è stato perfino sospettato di aver reclutato manovalanza da inviare in Siria a combattere per l' Isis. Il presidente francese Emmanuel Macron ha usato parole dure contro gli islamisti: «Non dormiranno sonni tranquilli in Francia. La paura passerà sul fronte opposto».
Macron durante un vertice all' Eliseo con i principali ministri e il procuratore antiterrorismo Jean-François Ricard, ha chiesto al ministro dell' Interno, Gérald Darmanin, un «rafforzamento della sicurezza degli istituti scolastici dal rientro dopo le vacanze» di Ognissanti. Il governo ha annunciato immediate azioni contro coloro, almeno 80, che sul web hanno inneggiato all' azione del terrorista che ha decapitato il prof.