FRONDA A 5 STELLE – 30 CONGIURATI NEL M5S PRONTI A PUGNALARE DI MAIO: IL GRUPPO PER ACCOGLIERE I RIBELLI C’E’ GIA’ E, NEL CASO DI CADUTA DI CONTE, POTREBBE ESSERE LA STAMPELLA DI SALVINI IN UN GOVERNO DI CENTRODESTRA ALLARGATO – IL LEADER LEGHISTA, AL MOMENTO, NON PENSA A RIBALTONI MA TEME L' IMPLOSIONE DEL MOVIMENTO
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Monica Guerzoni per il Corriere della Sera
Per giorni ha avuto i nervi tesi come fili elettrici. Ma quando ieri, alle sette in punto della sera, gli è apparso sul telefonino il messaggio con i numeri della fiducia al decreto che porta il suo nome, Matteo Salvini ha ritrovato il buonumore. Nell' aula Salvadori della Camera arriva fischiettando e canticchiando, «tu-tu-tu, tu-tu-tu», sistema la giungla di microfoni sul tavolo e scherza sui manifestanti in piazza Montecitorio: «Gli urlatori là fuori sono quelli che mi stimano?».
Festeggia 180 giorni alla guida del Viminale e ha una gran voglia di esprimere la sua «enorme soddisfazione da cittadino italiano» per un provvedimento che, ne è convinto, darà agli italiani «più tranquillità, più ordine, più regole». Promette che la sua ruspa batterà i Casamonica «sei a zero» e che i membri del clan romano «non avranno più nemmeno gli occhi per piangere».
Ironizza (ma nemmeno troppo) sul «meritato stipendio da dipendente pubblico» che gli italiani gli pagano e gioca sulla sua nuova immagine di leader dai toni concilianti, che placa le ansie dell' Europa e sembra piacere ai mercati: «Sono in mood rassicurante e positivo, mi hanno detto che lo spread scende se sorrido...»
Un' ora di conferenza stampa negli uffici della Lega per sventolare, in tempo per i tiggì della sera, il vessillo che il vicepremier terrà alzato per tutta la campagna elettorale delle Europee. E sarà allora, nei pensieri riservati del leader, che si faranno i giochi per il nuovo governo. Negli stessi minuti davanti alla buvette l' ex ministro azzurro Renato Brunetta si dice certo che «l' esecutivo Conte cadrà presto», ma non si tornerà al voto perché nascerà «il governo di centrodestra che i cittadini il 4 marzo hanno votato».
Con quali numeri? «Con i voti della Lega, di Forza Italia e dei parlamentari cosiddetti responsabili». Il pallottoliere dei berlusconiani dice che ne servirebbero una cinquantina, ma il deputato forzista guarda indietro alle legislature precedenti e sentenzia serafico: «Il numero dei volenterosi è esattamente uguale a quello che serve, è sempre stato così. Gente che non vuole andare al voto anticipato si trova nel M5S, come nel Pd».
Voci e riflessioni giunte anche alle orecchie di Salvini. Il «Capitano» del Carroccio è in crescita costante nei sondaggi, la luna di miele con il Paese è tutta per lui e molti lo dipingono pronto ad andare all' incasso per prendersi Palazzo Chigi.
Tanto più ora, che Luigi Di Maio è sotto botta per le rivelazioni delle Iene sul padre che teneva in nero gli operai. E invece no, i leghisti assicurano che Salvini è davvero intenzionato a respingere ogni tentazione ribaltonista. «Perché dovrei fare il premier con una maggioranza raccogliticcia? - è l' interrogativo che lo avrebbe convinto a non strappare -.
Il governo è ormai a trazione leghista e in questo momento va bene così. Non ho nessuna intenzione di fare la fine di Renzi».
Anche sul rimpasto da più parti invocato, racconta chi ieri al Viminale ha parlato con il ministro, Salvini si mostra molto prudente. Non lo chiede e non lo vede all' orizzonte. Per lui la scelta migliore è «cercare di reggere la baracca così com' è», almeno fino alle Europee. Sempre che prima di allora, è lo scenario che forse più preoccupa il vicepremier leghista, «il Movimento 5 Stelle non imploda».
2. 30 CONGIURATI NEL M5s
Salvatore Dama per Libero Quotidiano
Il gruppo cuscinetto già c' è, ha un nome e un marchio registrato ("Sogno Italia"), esiste una lista di una trentina di parlamentari grillini disponibili ad aderire. E ci sono due ex cacciati dal Movimento - Salvatore Caiata e Catello Vitiello - che stanno lavorando sotto traccia al progetto.
Manca solo il segnale per dare il via all' operazione. Ma quello sarà la politica a darlo. Se il governo gialloverde finirà su un binario morto, se le liti quotidiane tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio diventeranno insanabili, allora potrebbe emergere in Parlamento una strada alternativa alle urne anticipate per risolvere una crisi di governo che ormai in tanti danno per scontata prima o dopo le Europee.
Questa è la "pazza idea" di cui si parla in Transatlantico: portare a compimento un' operazione di "salvataggio" di Salvini dai grillini organizzando una maggioranza in Parlamento che sostenga un governo di centrodestra allargato.
La cosa è stata prospettata anche al Quirinale. Sergio Mattarella è rimasto in silenzio. Si è limitato a prendere atto. Non ha voluto incoraggiare l' iniziativa. Né stroncarla. Per il Colle, in caso di crisi di governo, la via maestra restano comunque le urne anticipate, perché ha già vissuto sulla sua pelle l' impossibilità di trovare altri schemi plausibili nel Parlamento attuale. Anche Salvini sa che non è affatto semplice il realizzarsi di uno scenario di una maggioranza di centrodestra puntellata dai "nuovi responsabili".
MATTARELLA AVVISATO Ma il fermento c' è. Finora hanno fatto molto rumore le iniziative dei dissidenti grillini "di sinistra". Quelli che hanno minacciato di non votare il decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. I quotidiani hanno dedicato paginate alle crisi di coscienza dei senatori Gregorio Di Falco e Paola Nugnes.
È stata narrata minuziosamente la storia dei 18 deputati ortodossi vicini al presidente della Camera Raffaele Fico, che in una lettera hanno elencato i motivi per cui il decreto del ministro dell' Interno a loro fa schifo.
Ma i gruppi pentastellati sono una savana abitata da decine di specie politiche diverse.
E un' area di dissenso va emergendo anche a destra. Il malessere trova il suo detonatore nel Gruppo Misto. Perché è lì che albergano gli "indesiderabili" eletti con il Movimento 5 Stelle, ma che Di Maio non ha voluto iscrivere alle componenti grilline. Il leader di quest' area è Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio. Prima corteggiato e convinto da Giggino a candidarsi con i 5S (lo volevano in lista anche quelli di Forza Italia), poi allontanato con il marchio di infamia per un' indagine aperta per intestazione fittizia, nel frattempo archiviata dal Tribunale di Siena. Caiata, passato dall' essere eroe del nuovo corso grillino a reietto, ha giurato vendetta verso il capo politico M5s.
Oltre a Caiata, il capo pentastellato ha seminato a Montecitorio altri apolidi. Si tratta di Catello Vitiello, l' avvocato di Castellammare di Stabia allontanato per la sua presunta affiliazione massonica; Antonio Tasso, colpevole di aver omesso una vecchia condanna per vendita di cd contraffatti; Silvia Benedetti e Andrea Cecconi, deputati alla seconda legislatura, coinvolti nello scandalo delle mancate restituzioni.
DéJà VU Al momento sono tutti iscritti al Maie, il movimento associativo degli italiani all' estero.
Ma è un' adesione tecnica. Gli ex grillini avranno un nome tutto loro. Caiata nelle scorse settimane ha registrato il marchio "Sogno Italia". Se ne trova traccia nella banca dati del Ministero dello Sviluppo Economico. Il logo, viene spiegato, «è costituito dalla scritta "Sì" con la s maiuscola e la i minuscola con il puntino tricolore».
Ebbene, i "sognatori" di Caiata saranno i responsabili 2.0 della legislatura. Specie se il governo gialloverde dovesse soccombere. Con la Lega al 36 per cento nei sondaggi e Di Maio in difficoltà nel tenere uniti i suoi, la domanda è: quanti grillini prenderebbero in considerazione una opzione conservativa, quella cioè di mandare avanti la legislatura sostenendo un nuovo esecutivo a guida Salvini con dentro Forza Italia e Fratelli d' Italia?
Il Parlamento ha già vissuto questa storia poco meno di dieci anni fa, è noto il desiderio dei peones di preservare la cadrega. E i nuovi, alla fine, non sono diversi da quelli vecchi.
In più c' è anche un vantaggio economico non da poco. Mollando i Cinquestelle, i "neo responsabili" si libererebbero dall' obbligo delle "restituzioni" e dall' obolo mensile che va versato all' Associazione Rousseau.
In mano agli ex grillini c' è già una lista di una trentina di deputati, manovalanza parlamentare poco nota ai riflettori, classe politica selezionata dalla cosiddetta società civile che non ha un percorso di militanza tale da giustificare remore o crisi di coscienza in caso di salto della quaglia. Anche la storia della multa di 100mila euro per chi tradisce non fa più paura a nessuno. Vitiello, l' avvocato penalista che ha mandato a gambe all' aria il governo con il suo emendamento sul peculato, ha spiegato ai colleghi più sprovveduti che quella sanzione è incostituzionale, nessun Tribunale riconoscerebbe mai il diritto del Movimento 5 Stelle a incassare una penale da chi tradisce.