I FRONTI SONO TRE, MA LA GUERRA È UNA SOLA – L’IRAN, LA RUSSIA E LA CINA A MARZO TERRANNO MANOVRE NAVALI CONGIUNTE, PER “RAFFORZARE LA SICUREZZA REGIONALE” – IN TEORIA, NON C’È GARA TRA WASHINGTON E TEHERAN: L’ESERCITO AMERICANO È IL PIÙ GRANDE AL MONDO, E L’IRAN HA UN PIL CHE È UN CINQUANTESIMO QUELLO DEGLI USA. MA LA REPUBBLICA ISLAMICA È DIVENTATA UNA FORTEZZA, GRAZIE PROPRIO AGLI AIUTI RUSSI, CINESI E NORDCOREANI. E LA POPOLAZIONE È PRONTA A RESISTERE (COME A GAZA)
-1. L'IRAN TERRÀ ESERCITAZIONI NAVALI CON RUSSIA E CINA
(ANSA) - L'Iran, la Russia e la Cina organizzeranno a marzo delle manovre navali congiunte con l'obiettivo di rafforzare la sicurezza regionale: lo ha dichiarato il comandante della Marina iraniana Shahram Irani, aggiungendo che anche altri Paesi sono stati invitati a partecipare all'esercitazione. "L'obiettivo più importante della Marina iraniana è quella di preservare e proteggere gli interessi e le risorse economiche del Paese", ha sottolineato il comandante, secondo quanto riportato da Mehr.
"Le forze navali dell'esercito iraniano hanno il dovere di proteggere la navigazione iraniana e di aiutare i Paesi che hanno bisogno di sostegno per essere sicuri e protetti", ha aggiunto. Lo scorso marzo i tre Paesi hanno tenuto la loro quarta esercitazione navale congiunta nelle zone settentrionali dell'Oceano Indiano.
2. MESOPOTAMIA NUOVO AFGHANISTAN
Estratto dell'articolo di Giordano Stabile per “La Stampa”
L'Iran e le milizie alleate si sono trovate di colpo di fronte alla formidabile potenza di fuoco americana. Bombardieri strategici, caccia invisibili, navi lanciamissili. Anche se i raid su Siria, Iraq e Yemen sono stati contenuti, il messaggio è chiaro: non c'è gara, l'apparato militare statunitense è il più grande al mondo, aviazione e marina sono le più avanzate, con un numero di mezzi incomparabile.
Una sola cifra: Teheran ha un Pil che è un cinquantesimo di quello di Washington. Poi ci sono i punti critici. Il controllo militare del Medio Oriente si articola su decine di basi e avamposti che vanno dal Nord della Siria[…] In Mesopotamia la presenza americana è precaria.
Come nota l'analista Joshua Landis, «l'Iran non è certo il solo governo regionale che vuole espellere le truppe statunitensi. Turchia, Iraq e Siria sono altrettanto determinate». Ankara, sottolinea, non colpisce le basi Usa, ma quelle dei suoi alleati, le milizie curde Ypg e questi attacchi mirano «a indebolire la posizione delle truppe americane, fino a costringerle al ritiro».
L'unico vero alleato di Washington, Israele, è consapevole di queste debolezze. Insiste per un attacco diretto alla "testa del serpente", cioè l'Iran. È una faccenda complicata. Uno studio dell'agenzia di Intelligence Stratfor, sottolinea che «la sua capacità di difendersi comincia dalla straordinaria geografia». In sintesi, è una fortezza circondata da alte catene montuose da tre lati, dal mare dall'altro.
[…]il regime ha sviluppato «un sistema antiaereo integrato, di produzione domestica» e quindi poco sensibile alle sanzioni. Teheran ha rielaborato tecnologia russa, cinese e nordcoreana con successo. Infine, c'è l'ostilità delle popolazioni locali, persino nel Golfo. Il boicottaggio delle catene americane è lì a dimostrarlo. Mantenere truppe in una regione dove gran parte dei governi e la stragrande maggioranza dei cittadini è ostile è quasi impossibile. L'Afghanistan è l'ultimo esempio. Oggi nessuno si sogna di invadere lo Yemen, non diciamo l'Iran. Persino conquistare la minuscola Gaza si sta rivelando ostico. […]