PER FUNICIELLO E GAROFOLI SONO GIAVAZZI AMARI – L’AGENDA DELL’ECONOMISTA BOCCONIANO DA DUE MESI A QUESTA PARTE È PIÙ FITTA CHE MAI: SI OCCUPA DI TUTTO, NOMINE PUBBLICHE IN TESTA, E A PALAZZO CHIGI ORMAI LO CONSIDERANO IL VERO PUNTO DI RIFERIMENTO, L’UNICO CHE PARLA CON DRAGHI – IL CAPO DI GABINETTO E IL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO SONO INVECE IN FORTE RIBASSO NEL BORSINO DEL POTERE…
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Occhio di Lince per www.tag43.it
Incontri formali, colloqui riservati, telefonate, appunti da scrivere e idee da suggerire: l’agenda di Francesco Giavazzi – su cui la vostra Lince ha puntato gli occhi – da due mesi a questa parte è diventata fitta come non mai.
Da quando, cioè, ha fatto il suo ingresso a Palazzo Chigi come consigliere di Mario Draghi. Nulla sfugge al controllo dell’ormai quasi 72enne professore bocconiano (li compie l’11 agosto, di solito festeggiando in qualche baita dolomitica, spesso in compagnia proprio dell’ex presidente della Bce, che ha due anni più di lui e festeggia il compleanno il 3 settembre), che si occupa sia di macro temi che delle questioni di potere, nomine pubbliche in testa.
Non c’è manager in scadenza, da Fabrizio Palermo di Cdp a Gianfranco Battisti di Ferrovie, e soprattutto manager che vorrebbero entrare in pista, che Giavazzi non abbia visto o sentito. E non gli fanno velo le sue storiche posizioni ultraliberiste, ora che si deve occupare keynesiamente di quelle partecipate dello Stato che ha sempre criticato in centinaia di articoli sul Corriere della sera o in qualche convegno, come le apparizioni che ha sempre fatto al Festival dell’Economia di Trento.
Giavazzi è una via di mezzo tra il capo di gabinetto Funiciello e il sottosegretario Garofoli
A Chigi ormai lo considerano il vero punto di riferimento, l’unico che parla con Draghi senza farsi annunciare e che si può permettere di contraddirlo apertamente. Una via di mezzo, anzi la somma, tra il capo di gabinetto Antonio Funiciello e il sottosegretario Roberto Garofoli.
Non a caso, entrambi dati in forte ribasso al borsino del potere governativo. E a maggior ragione, gli uscieri davanti a Giavazzi si scappellano, ora poi che hanno assistito al suo trasloco. Inizialmente, a Palazzo, il professore aveva in dote una piccola stanza piuttosto defilata rispetto a quella presidenziale, detta d’angolo, che Draghi ha occupato appena Giuseppe Conte ha tolto il disturbo.
Ora ha un ufficio molto più grande e confortevole, ma soprattutto di alto prestigio, visto che in mezzo tra il suo e quello di Draghi c’è soltanto quello di Funiciello che prima, niente meno, apparteneva a Rocco Casalino, il portavoce dell’ex premier. E la parola d’ordine che circola negli ovattati corridoi di palazzo Chigi, resi ancora più austeri dall’aplomb del presidente del Consiglio, è: “citofonare Giavazzi”.