IL G-7 DEI PARAGURI – COME MAI LE STANZE DEGLI STESSI HOTEL, ON LINE, COSTANO LA META’? - PALAZZO CHIGI HA SCELTO GLI ALBERGHI DI TAORMINA, MA A PAGARE SARANNO LE SINGOLE DELEGAZIONI – UN BUSINESS DA 5 MILIONI - PROTESTE DIPLOMATICHE
Carlo Piano per la Verità
Se esiste ancora un pregio che il mondo riconosce agli italiani, è quello dell' ospitalità. Siamo famosi per l' hospitalitas fino dai tempi dei romani, ma forse anche prima, quando il commediografo Tito Maccio Plauto scriveva che «nei confronti di un buon ospite ciò che si spende è un guadagno». Siamo sempre stati quelli dell' aggiungi un posto a tavola. Una generosità che, almeno, aiutava a soprassedere su altri vizi e difettucci. Ebbene abbiamo cancellato anche questa qualità.
D' altronde viviamo ai tempi di Maria Elena Boschi, madrina ufficiale del G7 di Taormina, di mestiere sottosegretaria di Stato e altresì conosciuta come Lady Etruria per questioni bancarie, non ancora chiarite. Sarà lei ad accogliere il 26 e 27 maggio i grandi della Terra in Sicilia: con la destra stringerà la mano a Trump, Putin e alla new entry europea Macron, mentre con la sinistra presenterà loro il conto dell' albergo da saldare.
Già perché Palazzo Chigi ha deciso, contravvenendo alle regole del bon ton internazionale, che le delegazioni straniere dovranno provvedere da sole alle spese. In pizzeria si direbbe alla romana, ognuno pensa per sé. La Verità lo ha scoperto visionando la mail di un alto diplomatico di una delle potenze estere che parteciperà all' assemblea, del quale per motivi di privacy non facciamo il nome. Ma, dopo approfonditi controlli, garantiamo la veridicità di quanto vi stiamo per raccontare.
Il funzionario si lamenta, con toni tutt' altro che pacati, del fatto che in occasione del summit, in maniera del tutto irrituale e persino sgarbata, l' esecutivo presieduto da Paolo Gentiloni faccia pagare gli alberghi alle delegazioni. Soprattutto perché gli hotel li sceglie il governo italiano stesso, ma poi il conquibus devono sborsarlo i Paesi ospitati. In sostanza, il diplomatico esterna sconcerto: se ci fate pagare almeno lasciateci decidere dove alloggiare. Anche perché, sempre nella stessa mail, ha parecchio da ridire sul prezzo: per tre giorni d' affitto di una sala conferenze fanno 60.000 euro. Tariffe non proprio popolari.
Considerando che i delegati al seguito del G7 sono circa 6.000 si tratta di un bel gruzzolo. Saranno alloggiati, come ha spiegato Alessandro Modiano, ministro plenipotenziario nominato ad hoc per l' evento, in 40 strutture ricettive tra Taormina e Giardini Naxos, tutte a quattro o cinque stelle. Che, ovviamente, approfittando del vertice hanno alzato le pretese come fosse altissima stagione. Infatti gli ambasciatori delle nazioni invitate, ad eccezione di quello americano, hanno protestato per il salasso. Le più critiche sarebbero state le diplomazie giapponese e britannica.
Ma quanto costa una camera per il G7? Al San Domenico e al Timeo, i più prestigiosi riservati al presidente Usa e alla Merkel, si parte da più di 1.000 euro a notte per arrivare agli oltre 5.000 della suite della Cancelliera. Al La Plage si parla di 700 euro, come più o meno all' Atlantis Bay, mentre scendendo a Giardini Naxos si spendono 480 euro a notte a persona per soggiornare all' Hilton. Al Catania Airport Hotel, che però dista 70 chilometri dall' evento e non è certo comodo per seguire i lavori, se ne tirano fuori 205.
Per completare il quadro dell' accoglienza italiana va detto che gli arredi del San Domenico, dopo il fallimento della società Acqua Marcia, fanno parte di un' asta giudiziaria che si sta tenendo a Roma: poltrone, sofà, quadri, statue, mobili, sedie, ceramiche, bassorilievi e porcellane per un totale di 167 pregiatissimi pezzi, molti dei quali sotto tutela delle Belle arti. Oltre al fatto che ricevere i grandi del mondo in un albergo coinvolto in procedure fallimentari non è il migliore dei biglietti da visita, anche se ora è stato acquisito da Statuto Luxury Hotels, cosa potranno mai ammirare, per di più pagando, i nostri autorevoli ospiti? Stanze senza più storia e pareti spoglie di quadri?
Proviamo a fare due conti: la media a notte negli hotel è di circa 300 euro che moltiplicata per tre giorni fanno 900. Quindi 900 per 6.000 rappresentanti si arriva a 5 milioni e 400.000 euro che, divisi per le 20 delegazioni estere, risulta 270.000: questa è circa la spesa che dovrà affrontare ogni Stato per il solo pernottamento.
E non abbiamo incluso l' affitto delle sale conferenze, né il fatto che questi delegati dovranno ben mettere qualcosa sotto i denti prima di ascoltare i discorsi di Gentiloni. Altra polemica, sollevata sempre dagli ambasciatori, riguarda il fatto che molte camere vengono vendute dall' organizzazione del G7, sul portale d' accredito al vertice, a prezzi da capogiro. Mentre si trovano a costi pressoché dimezzati se si clicca direttamente sui siti web degli alberghi o su motori di ricerca come booking.
Esempio? Tre notti al Villa Esperia, quattro stelle, costano 677 euro sul sito dell' hotel, ma 1.278 sulla piattaforma del G7. Dobbiamo concludere che stiamo facendo la cresta su Merkel, Trump e compagnia? Se non proprio, quasi, come spiega lo stesso Modiano: «Alla normale tariffa deve aggiungersi il guadagno dell' agenzia vincitrice della gara bandita dalla Consip che si occupa della logistica».
L' organizzazione «chiavi in mano» del vertice è stata infatti affidata a Ega Congresses & Events di Roma che coordina le altre aziende e va giustamente remunerata. Ma il cantiere di Taormina, tra ritardi e confusione, non è ancora terminato. Ci si sta affannando in questi ultimi giorni per evitare brutte figure davanti al mondo e per non far sfilare la madrina Boschi e i capi di Stato in mezzo a calcinacci polverosi. Sarebbe davvero poco ospitale.