IL GALLETTO LA SPARA SEMPRE PIÙ GROSSA PER NON RIMETTERCI “LE PEN” – L'USCITA DI MACRON SULLE TRUPPE NATO IN UCRAINA È UN MESSAGGIO INTERNO PER INCHIODARE LE PEN ALLE SUE AMBIGUITÀ SU MOSCA: IL PREMIER ATTAL L’HA ACCUSATA DI AVER PORTATO IN FRANCIA LE “TRUPPE RUSSE” – LA PROPOSTA È ANCHE IL SINTOMO DELLE RUGGINI CON LA GERMANIA: BERLINO SENTE DI SPENDERE FIN TROPPO PER LA RESISTENZA UCRAINA, PARIGI RIMPROVERA A SCHOLZ DI COMPRARE ARMI DAGLI USA E NON DALLE INDUSTRIE EUROPEE – LE TRUPPE FANTASMA GIÀ PRESENTI A KIEV E IL NO NETTO DI BIDEN…
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1- MACRON, LA NATO E UN «FAVORE» A PUTIN
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Vogliamo fare un favore a Vladimir Putin? Accettiamo la proposta di Macron e mandiamo truppe Nato in Ucraina. Una pazzia suicida per il fronte occidentale, totalmente slegata dalla realtà e invece rispondente agli interessi di piccolo cabotaggio del capo dell’Eliseo preoccupato dalla crescita della destra francese, oltreché dal bisogno di rilanciarsi a leader europeo […].
Per nostra fortuna, il rifiuto alleato è corale per quattro argomenti:
1) Grazie all’esternazione solitaria di Macron, Putin può adesso ribadire la sua falsa affermazione di due anni fa, quando l’offensiva iniziale contro Kiev gli andò male e passò dal propagandare che era una «operazione speciale per denazificare l’Ucraina» all’altrettanto infondato pretesto della guerra di difesa contro «l’aggressione della Nato».
2) Joe Biden è sempre stato attento a non coinvolgere direttamente la Nato nello scontro con Putin per tenere lontano il rischio di guerra nucleare. Persino i Paesi baltici sono contrari a inviare i loro soldati in Ucraina.
3) Morire per Kramatorsk? Le opinioni pubbliche europee non sono pronte: il rischio è lo scontro interno e che battaglioni di pacifisti diventino putiniani.
4) In Afghanistan le truppe occidentali hanno clamorosamente fallito: perché dovrebbero riuscire contro la Russia? Molto meglio mandare subito armi e munizioni agli ucraini […
2. “IPOTESI TRUPPE OCCIDENTALI A KIEV” MA LA NATO GELA L’AZZARDO DI MACRON
Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”
Emmanuel Macron cambia passo sulla guerra in Ucraina, alza l’asticella del confronto con la Russia, non più solo nei toni ma anche nel sostegno operativo a Kiev. Il leader francese apre a un’ipotesi rimasta finora una linea rossa invalicabile: l’invio di truppe occidentali per aiutare l’esercito ucraino. Lo stesso Macron ha ammesso che non c’è ancora un consenso su questo scenario, ma ha voluto ribadire che «in prospettiva, nulla deve essere escluso».
La bocciatura più pesante viene dalla Casa Bianca. «Il presidente Biden è stato chiaro sul fatto che gli Stati Uniti non invieranno truppe a combattere in Ucraina», spiega la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Adrienne Watson. Biden ritiene che la «strada verso la vittoria» sia che il Congresso approvi gli aiuti militari bloccati «in modo che le truppe ucraine abbiano le armi e le munizioni di cui hanno bisogno per difendersi» dall’invasione russa, ha aggiunto.
E se da Kiev le parole di Macron sono apprezzate come un «segnale positivo », il Cremlino ha subito allertato su una nuova escalation. Secondo il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, un conflitto militare diretto tra la Nato e la Russia sarebbe «inevitabile » se soldati di Paesi occidentali dovessero essere inviati in Ucraina.
Reazioni contrarie arrivano da diversi Paesi rappresentati al vertice che si è svolto all’Eliseo, come Spagna, Polonia, Svezia. Il sostegno a Kiev «non prevede la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o della Nato», sottolinea in una nota Palazzo Chigi.
Giorgia Meloni non era presente alla riunione e neanche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha mandato il viceministro Edmondo Cirielli. Tajani ha raccomandato «grande cautela» perché «non dobbiamo sembrare in guerra con la Russia».
Ma la spaccatura più forte è nell’asse tra Parigi e Berlino. Dalla Germania arriva un chiaro nein . Berlino non manderà truppe della Bundeswehr in Ucraina. Olaf Scholz aveva respinto l’idea di una coalizione dei volenterosi che garantisca un impegno boots on the ground , come viene chiamato in gergo. E dopo il summit il cancelliere tedesco ha chiuso a qualsiasi discussione: «Non ci saranno truppe sul terreno, nessun soldato inviato né da Stati europei né da Stati della Nato sul suolo ucraino».
È un nuovo schiaffo della Germania alla Francia, dopo che Macron ha fatto ironie sulla posizione a lungo riluttante di Berlino. Da settimane Scholz e Macron litigano dietro le quinte sugli aiuti all’Ucraina, anche a Bruxelles dove i tedeschi premono per ridurre la propria quota nei fondi europei per Kiev sostenendo di essere già il maggiore contribuente in Europa al livello bilaterale.
Mentre la Francia, irritata per gli acquisti degli F35 americani da parte della Germania, insiste perché l’Ue compri armi dall’industria del continente.
[…] La mossa di Macron si spiega con una doppia chiave. Sul piano interno, in vista delle europee, è un modo di ravvivare le ambiguità di Marine Le Pen rispetto a Mosca, come si è visto già ieri nel dibattito in parlamento in cui il premier Gabriel Attal ha accusato la leader della destra di aver portato in Francia le «truppe russe».
Sul piano europeo, l’ostentazione muscolare […] serve a ribattere a chi insiste sul più massiccio piano di aiuti della Germania a Kiev, ma è anche un posizionamento strategico nell’Ue: occupare il vuoto degli Usa che Macron vede profilarsi con la campagna per la Casa Bianca, ancora prima di un’eventuale vittoria di Trump. […]
3. L’ELISEO HA ROTTO IL TABÙ ECCO GLI UOMINI DI CUI L’UCRAINA HA DISPERATAMENTE BISOGNO
Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
I potenti tank americani Abrams sono entrati in azione solo la scorsa settimana, ben 5 mesi dopo l’arrivo in Ucraina. Il Pentagono aveva avvisato: i militari di Kiev faranno fatica a gestirli, perché sono troppo sofisticati e […] diversi dai mezzi sovietici a cui sono abituati. E così è stato: nonostante il lungo addestramento, dopo poche ore i russi ne hanno distrutto uno e danneggiato un altro. Più i materiali consegnati dall’Occidente sono moderni, più diventa difficile per gli ucraini […] apprendere le tattiche per usarli e il modo di fare manutenzione.
[…] Dietro le parole di Macron c’è proprio il dilemma che sta prendendo corpo in molte cancellerie europee. Se si vuole permettere a Kiev di resistere alla superiorità della massa bellica russa, l’unica strada è battere la quantità con la qualità e dotarla quindi di equipaggiamenti tecnologicamente avanzati. Strumenti che però gli ucraini possono imparare a utilizzare dopo molti mesi: troppo tardi per fronteggiare la crisi segnalata lungo tutte le trincee.
E l’unica maniera per rendere i difensori capaci subito di impiegare missili a lungo raggio, caccia, elicotteri, radar, sistemi contraerei e apparati di disturbo elettronico è mandare militari occidentali sul campo. Non combattenti di prima linea, né piloti di tank o jet, ma tecnici che si occupino di farli funzionare e ufficiali che suggeriscano le tattiche migliori per sfruttarne le prestazioni, rimanendo sempre nelle retrovie.
Dietro il coro di no che ha replicato alla dichiarazioni di Macron c’è una cortina di ipocrisia e riservatezza. Sin dai primi giorni dell’invasione sono circolate notizie […] sulla presenza di “consiglieri” impegnati sul terreno. In molti casi si trattava di contractor britannici, statunitensi e francesi ingaggiati tramite società private: istruttori delle forze speciali, che ogni tanto accompagnavano in azione i loro allievi.
In altre situazioni, però, questi inviati senza bandiere non potevano essere forniti dalle compagnie mercenarie, perché le loro specializzazioni erano troppo particolari. Sono stati evocati nel caso dei missili francesi Scalp e britannici Storm Shadow, che hanno permesso di infliggere i colpi più clamorosi contro le basi russe. […]
La scelta che diverse nazioni europee stanno cominciando a valutare è se incrementare questi soldati fantasma che si prendano cura dei nuovi armamenti e tamponino l’emergenza al fronte. Una decisione ad alto rischio, perché nonostante l’assenza di un coordinamento della Nato esporrebbe concretamente al pericolo di un’escalation con la Russia. E segnerebbe comunque un altro innalzamento del coinvolgimento dell’Occidente.