GANTZ E EISENKOT REGALANO IL GOVERNO ALL’ESTREMA DESTRA - I DUE EX CAPI DI STATO MAGGIORE ERANO LE UNICHE VOCI AUTOREVOLI AD OPPORSI ALLE SPARATE DEI PARTITI ULTRA-RELIGIOSI DI BEN GVIR E SMOTRICH, CHE TENGONO PER LE PALLE NETANYAHU – LA COINCIDENZA CON LA LIBERAZIONE DEI 4 OSTAGGI DA GAZA POTREBBE PENALIZZARE GANTZ, FINORA IL LEADER PIÙ POPOLARE NEI SONDAGGI, E FAR TORNARE A CRESCERE NETANYAHU - I NUOVI MISSILI DAL LIBANO E L'ORDINE DI HAMAS AI CARCERIERI: "SPARATE AGLI OSTAGGI SE STA ARRIVANDO L'ESERCITO DI ISRAELE..."
-1. ISRAELE, 'PIOGGIA DI MISSILI DAL LIBANO, COLPITE ZONE NEL NORD'
(ANSA) - Nelle ultime ore sono stati effettuati numerosi lanci dal Libano di missili anticarro verso le aree di Manara, Yir'on, Avivim, Margaliot e Yiftach nel nord di Israele: lo hanno reso noto le Forze di difesa israeliane (Idf), sottolineando che diversi colpi sono andati a segno su strutture nelle aree di Manara e Yir'on e sono scoppiati incendi nelle aree di Yir'on, Yiftach e Manara.
Inoltre, le difese aeree hanno "intercettato con successo due bersagli aerei sospetti sulla costa di Nahariya", si legge in un comunicato, mentre "altri due obiettivi provenienti dal Libano sono caduti nella zona di Kabri. Di conseguenza è scoppiato un incendio e ci sono danni nella zona".
2. IRAN, 'DIMISSIONI IN ISRAELE INDICANO IL COLLASSO DEL REGIME'
(ANSA) - "Le ripetute dimissioni dei membri del governo del regime sionista e dei suoi funzionari militari e della sicurezza indicano il collasso del regime, il fallimento nel raggiungere i suoi obiettivi e i suoi continui fallimenti a livello strategico nella guerra a Gaza". Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, come riferisce Irna, facendo implicito riferimento all'uscita di Benny Gantz dall'esecutivo in Israele.
“Naturalmente, la sostituzione di alcuni assassini con nuovi assassini non cambia la natura del comportamento di questo regime nei confronti dei palestinesi”, ha aggiunto il funzionario della Repubblica islamica, condannando le “brutali operazioni” di Israele e invitando la comunità internazionale ad agire a livello legale contro lo Stato ebraico, per “porre fine alla macchina da guerra sionista”.
3. MO: NYT, ORDINE HAMAS DI SPARARE A OSTAGGI SE IDF ARRIVANO A SALVARLI
(Adnkronos) - La prima cosa da fare è sparare agli ostaggi, se i loro carcerieri ritengono che stiano arrivando i soldati israeliani a salvarli. Sarebbe questo, secondo quanto scrive il New York Times citando funzionari israeliani, l'ordine che Hamas ha dato ai suoi miliziani che si occupano degli ostaggi. Quindi sabato, se sono morti degli ostaggi nel blitz che ha salvato quattro di loro, sarebbe per opera di Hamas e non a causa del raid israeliano prosegue il giornale. Al momento, però, non ci sono conferme né da parte di Israele, né da parte degli Stati Uniti che sabato alcuni dei rapiti abbiano perso la vita.
L'unica conferma che arriva dal blitz sembrerebbe quella che gli ostaggi siano trattenuti in case e non nei tunnel costruiti da Hamas, come si pensava all'inizio della guerra. Durante i mesi, però, gli ostaggi vengono spostati più volte per renderne difficile ritracciarli. Perché è sui rapiti che si sta svolgendo un'altra guerra, con Israele determinata a riportarli a casa e Hamas a usarli come merce di scambio, scrive il giornale. E ora Hamas potrebbe decidere di cambiare tattica spostando nei tunnel gli ostaggi rimasti.
Ad oggi, Israele ha salvato sette ostaggi, ma la realtà è che da quando è iniziata la guerra altri ostaggi sono morti, sia nei combattimenti sia per mano di Hamas. Israele ha recuperato molti più corpi che ostaggi vivi. I funzionari americani e israeliani ritengono che le operazioni di salvataggio costituiscano un'eccezione e che solo attraverso mezzi diplomatici la maggior parte degli ostaggi rimasti potrà essere riportata a casa. I funzionari americani stanno facendo pressioni su Israele e Hamas affinché accettino un accordo che prevederebbe la restituzione degli ostaggi come parte di una tregua.
"Bisogna ricordare che il rilascio dei quattro ostaggi è un risultato tattico che non cambia l'aspetto strategico", ha detto al New York Times Avi Kalo, tenente colonnello che un tempo dirigeva un dipartimento di intelligence militare che si occupava di prigionieri di guerra e persone scomparse. ''Hamas ha ancora decine di ostaggi, la stragrande maggioranza dei quali, se non tutti, non verranno rilasciati durante le operazioni, ma potranno essere salvati solo come parte di un accordo di cessate il fuoco'', ha sottolineato.
4. NEL DUELLO INFINITO TRA BIBI E BENNY ALLA FINE È LA DESTRA A GUADAGNARCI
Estratto dell’articolo di Nello del Gatto per “La Stampa”
Tanto tuonò che piovve. Benny Gantz, l'ex capo di stato maggiore ed ex ministro della difesa, ha rinviato di un solo giorno il suo annuncio, ma alla fine lo ha fatto: esce dal gabinetto di guerra. La montagna ha partorito il topolino. Già perché l'uscita di Gantz dall'esecutivo speciale nato per portare avanti la guerra ad Hamas, non cambierà l'assetto istituzionale israeliano.
Ha un valore politico anche serio e nessun valore pratico. Verrà sicuramente meno una presenza importante sia per esperienza sia come auriga che possa tenere strette le briglie del "cavallo" Netanyahu, evitando che faccia fughe in avanti. Insomma, l'unico che metteva pressione a Netanyahu dall'interno, visto che quelle esterne di Usa e altri, pare non funzionino.
Il gabinetto di guerra è una sorta di struttura governativa parallela all'esecutivo uscito vincitore dalle elezioni del 2022. E che, nonostante le dimissioni di Gantz, continua ad esistere, perché il partito di Unità Nazionale non concorre all'attuale maggioranza di 64 parlamentari, uscita vincitrice dalle ultime urne.
Gantz entrò nel gabinetto di guerra, mentre l'altro capo dell'opposizione Yair Lapid si rifiutò, sia su spinta americana che della sinistra israeliana che della piazza. Finita l'onda emotiva del massacro, chiedevano una presenza moderata e di esperienza nell'esecutivo che doveva decidere la direzione della guerra.
[…] A questo punto, Netanyahu potrebbe anche decidere di cancellare l'esecutivo speciale e creare una micro commissione di consiglieri. Il ministro della sicurezza nazionale, Ben Gvir si è già candidato per sostituire Gantz: «È giunto il momento di prendere decisioni coraggiose», ha detto Ben Gvir.
I rapporti tra Netanyahu e Gantz non sono mai stati buoni. A maggio 2020 i due giurarono in un governo di coalizione nel quale dovevano essere premier a rotazione. Ma Netanyahu, dopo il suo turno, venne meno al patto. Ad aprile Gantz ha chiesto elezioni anticipate, mentre una decina di giorni fa il suo partito ha presentato una legge di scioglimento della Knesset che, ovviamente, non ha i voti per essere approvata.
Il 18 maggio il generale ex capo di stato maggiore aveva annunciato che si sarebbe dimesso l'8 giugno se Netanyahu non fosse andato incontro alle sei sue richieste: formulare un piano per la restituzione degli ostaggi; l'eliminazione di Hamas; il ritorno di migliaia di israeliani sfollati dalle loro case nel nord e nel sud del paese; l'adozione di uno schema per il servizio militare o nazionale per tutti gli israeliani, compresi gli ultraortodossi; la creazione di un meccanismo internazionale di governo civile per Gaza, che includa elementi americani, europei, arabi e palestinesi (che servirà anche come base per una futura alternativa che non sia Hamas e non sia il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas); portare avanti la normalizzazione con l'Arabia Saudita.
L'annuncio di ieri, ritardato di un giorno per la liberazione dei quattro ostaggi, nasce dalla consapevolezza che Netanyahu non si è mosso dalle sue posizioni.
In risposta alla minaccia del mese scorso, il premier aveva accusato Gantz che lanciare un ultimatum significava «la fine della guerra e la sconfitta di Israele, l'abbandono della maggior parte degli ostaggi, la permanenza di Hamas al potere e la creare uno Stato palestinese».