GENNY HA SCOPERTO L’ACQUA CALDA – LA TESI DEL “DANTE DI DESTRA”, PROPUGNATA COME “PROVOCAZIONE” DA SANGIULIANO, È UN VECCHIO PALLINO DEI MISSINI: LO AVEVA GIÀ DETTO PRIMA DI LUI GIORGIO ALMIRANTE QUANDO AVEVA FATTO LA TESI SUL “SOMMO POETA” NEL 1937 – LA DIFESA PARACULA DEL MINISTRO DELLA CULTURA: “NESSUNO PENSA CHE LA SUA OPERA E LE SUE IDEE POSSANO ESSERE TRASPOSTE AL MONDO CONTEMPORANEO. MA SE LA PROVOCAZIONE CHE HO FATTO È SERVITA A FAR RIPRENDERE A QUALCUNO IN MANO I LIBRI DI DANTE ALIGHIERI, POSTO CHE LO ABBIANO MAI FATTO, È GIÀ UN BUON RISULTATO…”

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GENNARO SANGIULIANO E DANTE DI DESTRA - MEME

1. CULTURA. QUANDO ALMIRANTE INVITAVA I GIOVANI A LEGGERE DANTE MANZONI E I CLASSICI LATINI

Estratto dell’articolo di Gennaro Sangiuliano per www.barbadillo.it – articolo del 27 giugno 2014

 

Oggi, 27 giugno, ricorre il centenario della nascita di Giorgio Almirante (1914-1988). Questa foto […]  ci ritrae insieme in una manifestazione di studenti universitari a Napoli dove chiedevamo più libertà di pensiero negli atenei.

 

Dedicammo la nostra riunione ad Alexsandr Solezenicyn […]. Il giorno dopo Almirante mi avrebbe citato dal palco durante un comizio al cinema Metropolitan […]. Fu un grande onore […].

 

GENNARO SANGIULIANO GIORGIO ALMIRANTE

Dopo la manifestazione Almirante mi tenne a colloquio per una quindicina di minuti […], invitandomi a studiare molto e con il massimo impegno, mi chiese quali libri leggevo, raccomandandomi Dante, Pirandello, Manzoni e i classici latini. “Studia, scrivi, approfondisci” mi ripeté. […]

 

2. GIORGIO ALMIRANTE (MSI), UNA DESTRA CHE PARLA AL CUORE DELLA GENTE

Estratto dell’articolo di Roberto Fiordi per www.edicoladellenotizie.it

 

«Vorrei tanto che, quando non ci sarò più, si dicesse di me quello che Dante disse di Virgilio: “facesti come colui che cammina di notte, e porta un lume dietro di sé, e con quel lume non aiuta se stesso. Egli cammina al buio, si apre la strada nel buio ma dietro di sé illumina gli altri”». Si tratta di una delle tante retoriche del più grande oratore politico italiano del dopo guerra: Giorgio Almirante. […]

DANTE - FORZA NUOVA - MEME SU SANGIULIANO BY SCOPERTINE

 

3. «LA MIA PROVOCAZIONE SU DANTE»

Lettera di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, al “Corriere della Sera”

 

Caro Direttore, come ho premesso io stesso, affermare che «Dante è l'iniziatore del pensiero di destra» è una chiara provocazione culturale ma ha un fondamento ben preciso che si rintraccia nel monumentale volume «Croce e Gentile» edito dall'Istituto della Enciclopedia Italiana.

 

[…] La rilettura di Dante si colloca in un'operazione culturale definita: l'affermazione dell'idealismo contro il positivismo. Norberto Bobbio, nel «Profilo ideologico del Novecento italiano», fa riecheggiare un'asserzione di Croce: «A chi ricordava l'afa e l'oppressura dell'età positivistica pareva che si fosse usciti all'aria aperta e vivida».

GENNARO SANGIULIANO

 

[…]  È vero: «destra» e «sinistra» non sono categorie dell'età di Dante. Sono apparse secoli dopo ma non di certo nel Novecento, come hanno affermato in queste ore alcuni esponenti della sinistra, ma si sono formate ben prima e attorno alla Rivoluzione francese.

 

Per questo, forse, se lo si preferisce, si può definire Dante un «conservatore». Di certo, come hanno ricordato diversi osservatori in queste ore, non sono stato il primo a definire e a studiare «politicamente» Alighieri.

 

Ne cito solo due: Umberto Eco, per il quale Dante sarebbe stato di destra, e il saggio «Dante reazionario» pubblicato da un poeta e letterato, nonché parlamentare indipendente nelle liste del PCI, come il professor Sanguineti.

 

MEME SU DANTE ALIGHIERI DI DESTRA COME DETTO DA GENNARO SANGIULIANO

Chi intende difendere l'identità nazionale, il senso della storia e della tradizione, cioè i conservatori, non può non ritrovare in Dante Alighieri un antenato nobile. Non a caso a Dante, al «più grande degli Italiani», Giuseppe Prezzolini, l'autore del «Manifesto dei conservatori», dedica un capitolo del libro «L'Italia finisce, ecco quel che resta», sottolineandone la difesa della civiltà comunale, «la più sincera, naturale, vigorosa».

 

L'analisi di un pensiero così denso e profondo come quello del Sommo Poeta, a cui i dantisti hanno dedicato anni di studi, non può esaurirsi nello spazio di uno scritto e tantomeno di una battuta. E nessuno pensa, sottoscritto compreso, che la sua opera e le sue idee possano essere trasposte, sic et simpliciter, al mondo contemporaneo. Ma se la provocazione che ho fatto è servita a far riprendere a qualcuno in mano i libri di Dante Alighieri, posto che lo abbiano mai fatto, è già un buon risultato.

 

LUCIANO CANFORA

4. LUCIANO CANFORA "DANTE ERA UN CRISTIANO ERETICO E LIBERO SANGIULIANO FA PROPAGANDA INFANTILE" COSÌ SU LA STAMPA "

Estratto dell’articolo di Pierangelo Sapegno per “La Stampa”

 

Allora professor Canfora, ha sentito il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano che ha definito Dante come il fondatore del pensiero di destra in Italia?

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«Non è una novità».

 

Già Almirante, mi pare, sosteneva la stessa cosa...

«Molto prima. Durante il fascismo c'erano vari interpreti più o meno autorevoli della profezia del "veltro", che vincerà il male e lo caccerà da ogni terra, Inferno, Canto 1, verso 105, secondo i quali Dante annunciava l'arrivo di Mussolini per salvare l'Italia. Il nostro ministro non è il primo».

 

Luciano Canfora, filologo classico, storico del mondo antico, saggista e autore prolifico tradotto in tutta Europa, negli Usa come in Russia e negli Emirati Arabi Uniti, definisce queste abitudini «un po' buffe, persino ridicole».

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[…] Ma allora Dante è un reazionario? Anche il filologo Erich Auerbach lo definisce così.

«Escluderei questo termine. La sua idea di libertà è molto profonda, così come quella della conoscenza. Chi ha tirato fuori quella definizione si riferisce alla speranza che lui ripone su Arrigo VII per ridare all'Italia la sua grandezza. È molto riduttivo, però. Dante merita rispetto, non può essere tirato per la giacca o il mantello, non ha senso».

 

[…] Ha più presa Dante o Garibaldi?

«Due icone italiane molto diverse. Piuttosto bisognerebbe ricordare alla Meloni che Garibaldi assunse la dittatura quando arrivò a Napoli. Il Regno delle due Sicilie era disfatto, e lui si richiamò subito al modello della gloria romana. E anche nel 1849, Garibaldi propose che venisse instaurata una dittatura e fece il nome di Mazzini, che si rifiutò. Se uno nomina questi personaggi in modo maldestro, si crea un corto circuito e si finisce per fare una figura un po' buffa».

 

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Allora, Dante non è di destra, non è democristiano e non è reazionario. Ma è più laico o cristiano?

 «È un uomo profondamente libero. […] Al massimo uno potrebbe dire che è un cristiano eretico. Ricordiamo che un suo libro, Monarchia, la Chiesa l'ha messo all'indice fino ai tempi di Paolo VI». […]

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DANTE ALIGHIERI