LA GERMANIA PREPARA LO SCUDO ANTI-ITALIA - LA ‘FAZ’ HA LETTO IL PIANO TEDESCO PER ISOLARE L’ITALIA IN CASO DI CONTAGIO FINANZIARIO: LINEE DI CREDITO DI EMERGENZA PER GLI ALTRI PAESI ‘SENSIBILI’ (SPAGNA, PORTOGALLO…) ANCHE SE NON RISPETTANO I REQUISITI STRINGENTI DEL FONDO SALVA STATI - PRAET (BCE): ‘LA MANOVRA ITALIANA HA PIÙ SPESA E POCHI INVESTIMENTI. NESSUNA ECONOMIA PUÒ SOSTENERE A LUNGO CERTI TASSI’

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Marco Cecchini per www.huffingtonpost.it

 

DONALD TUSK ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE MOAVERO

Uno scudo anti Italia, uno strumento di pronto intervento per isolare dal contagio di Roma le economie dell'Eurozona. Secondo il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung - che ha visionato documenti del governo tedesco - Berlino lo vuole a tutti i costi e sta premendo per approntarlo in tempi brevi, visto che la situazione finanziaria italiana potrebbe sfuggire di mano e causare rialzi a catena dello spread in Spagna, Portogallo e altre economie sensibili finendo per provocare una crisi sistemica nell'area euro. Lo strumento c'è: è lo Esm, il fondo così detto Salva Stati presieduto dal tedesco Klaus Regling che ha in pancia una dotazione di 600 miliardi.

REGLING fondo salva stati

 

Si tratta di rimodulare uno dei suoi bracci armati, la linea di prestito denominata Pccl (Precautionary conditioned credit line), abbassandone la condizionalità in modo da metterlo a disposizione anche di paesi sostanzialmente solidi ma soggetti alle fibrillazioni di Roma.

 

Oggi la condizione per poter accedere alla concessione preventiva della linea di credito sarebbe l'esistenza di un contesto economico rassicurante: il debito pubblico non dovrebbe essere superiore al 60%, il deficit al 3%. Invece nell'eventualità che tali soglie fossero superate, come è il caso dell'Italia, il Paese interessato dovrebbe dimostrare di aver ridotto il debito pubblico di almeno mezzo punto percentuale annuo nei tre anni precedenti alla richiesta del credito. Non è la prima volta che il tema viene sollevato.

giuseppe conte angela merkel

 

Regling ne aveva parlato al termine dell'Eurogruppo di giugno, accennando alla necessità di introdurre stabilizzatori macroeconomici, volti a bloccare l'effetto valanga di una possibile crisi in uno o più membri del club. Ma tra giugno e oggi molta acqua è passata sotto i ponti: l'Italia sembra voler andare allo scontro totale con Bruxelles, ignorando o fingendo di ignorare le conseguenti devastanti del suo comportamento per se e per l'Europa. La necessità di costruire <muri anti-incendio> per isolarsi dal possibile incendio italiano si è trasformata da opportunità in urgenza.

 

PETER PRAET BCE

Dal capoeconomista della Bce, intanto, un monito all'Italia. In un'intervista all'Handelsblatt del 23 novembre Peter Praet ha detto: "La commissione è sempre relativamente aperta a permettere un spesa pubblica più alta, nel caso di riforme orientate all'offerta. Ma in questa direzione non accade nulla, in ballo ci sono solo spese più alte. Questo ha portato a premi di rischio che, secondo il mio modo di vedere, nessuna economia nazionale può sostenere a lungo". Per Praet: "Le attuali condizioni di finanziamento in Italia sono troppo tese per un paese con crescita debole e bassa inflazione. L'Italia ha bisogno di riforme orientate all'offerta per migliorare la poca produttività".