È GIÀ RISSA PER SPARTIRSI LA TORTA UE – SE IL PD VUOLE AFFIDARE LA REGIA DECISIONALE AL TESORO GUIDATO DA GUALTIERI E DA ALESSANDRO RIVERA, GIÀ ENTRATO PIÙ VOLTE IN ROTTA DI COLLISIONE CON PALAZZO CHIGI, PER RECOVERY CONTE VALE “QUI, COMANDO IO!” (DI MAIO NON PERVENUTO) – LA SOLUZIONE SUGGERITA DA SPINOZA.IT: ‘’RAGAZZI, FACCIAMO COSÌ: APPENA ARRIVANO I MILIARDI DEL RECOVERY FUND, USCIAMO DALL’UNIONE EUROPEA E NON RISPONDIAMO PIÙ AL TELEFONO”

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1 - CATTIVERIE

GIUSEPPE CONTE IN UN MOMENTO DI PAUSA DURANTE LE TRATTATIVE SUL RECOVERY FUND

Dal “Fatto quotidiano”

Ragazzi, facciamo così: appena arrivano i miliardi del Recovery fund, usciamo dall’Unione europea e non rispondiamo più al telefono. (www.spinoza.it)

 

REGIA SUI SOLDI EUROPEI UN BRACCIO DI FERRO

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica” - ESTRATTO

 

Il braccio di ferro nel governo è già partito. Da una parte Palazzo Chigi e dall'altra il Tesoro, come nella migliore tradizione. Si contendono l'unico dossier che davvero conta, da adesso e per alcuni mesi: la regia che gestirà la montagna di soldi del Recovery Fund che spettano all'Italia. E le scintille, ancora nascoste dall'ebbrezza del successo, sono destinate ad aumentare.

 

ITALIA E RECOVERY FUND - VIGNETTA ELLEKAPPA

Non ha dubbi, Giuseppe Conte: vuole capitalizzare politicamente il patto europeo tenendo stretto il timone del Next generation Eu. Per questo motivo, non farà nascere una task force esterna all'esecutivo. Non ci sarà, per intenderci, una squadra di super esperti simile a quella guidata nei mesi scorsi da Vittorio Colao. Il premier vuole invece coinvolgere un gruppo di uomini fidati che già lavorano con lui a Palazzo Chigi.

 

Mentre il Pd punta a pesare nelle prossime scelte. Incidere nei progetti. E spinge per spostare verso il ministero dell'Economia il baricentro decisionale. In ballo ci sono riforme imponenti e gli 81 miliardi a fondo perduto garantiti dal Recovery plan. Conte, questo è certo, intende ritagliare per sé un ruolo centrale.

 

ALESSANDRO RIVERA

Presiederà la struttura politica della cabina di regia. Di questa faranno parte, oltre a Roberto Gualtieri, diversi ministri: Sviluppo economico, Infrastrutture, Sud, Innovazione e Ambiente. Tutti potranno delegare un dirigente di alto rango della struttura ministeriale per le riunioni più tecniche e operative.

 

Un ruolo lo avranno anche i sottosegretari alla presidenza del Consiglio. A seguire passo passo i lavori, soprattutto quando il premier non potrà presenziare, sarà anche il capo di gabinetto Alessandro Goracci. E un posto chiave, come sempre, spetterà a Roberto Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi. Della squadra di Conte potrebbe fare parte anche il suo staff di consulenti economici.

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

 

Ma la partita più delicata è quella che si gioca lontano dalla sede del governo, in via XX settembre. Il ministero dell'Economia è naturalmente al centro del lavoro sul Recovery plan. La struttura del Tesoro è guidata dal direttore generale Alessandro Rivera, che nei mesi scorsi era entrato in rotta di collisione con il premier.

 

In ogni caso Gualtieri influenzerà le scelte, su questo punto il Pd intende insistere con il premier ai massimi livelli. Un assaggio di questo braccio di ferro si è già avuto prima degli Stati generali, quando il Nazareno fece pesare una iniziale gestione solitaria dell'evento decisa dall'avvocato.

 

MATTEO RENZI PIERFERDINANDO CASINI

E d'altra parte è questione annosa, quella che divide Palazzo Chigi dal ministero dell'Economia. Matteo Renzi è l'esempio più eclatante: tentò di portare anche formalmente la regia della politica economica a Palazzo Chigi, senza successo.