GIANNI DE MICHELIS, Il “FALSTAFF VENEZIANO” – IL RITRATTONE BY FABIO MARTINI DELL’EX MINISTRO DEGLI ESTERI SOCIALISTA – ANDAVA A DORMIRE “ALL’ORA DEL LATTAIO” MA SI SVEGLIAVA “FRESCO COME UNA ROSA E ATTIVO COME UN CICLONE”- SPESSO CIRCONDATO DA BELLE DONNE, DE MICHELIS ERA FREQUENTATORE DI DISCOTECHE E FESTE MONDANE CHE GLI VALSERO I NOMIGNOLI DI “AVANZO DI BALERA” E “DE MAIALIS”, LUI DISSE DI SE’ STESSO: IO SONO COME TUTTI; CON LA DIFFERENZA CHE NON LO NASCONDO”
-FABIO MARTINI per la Stampa
Una volta «Le Monde» scrisse di Gianni De Michelis:«Le Falstaff venetienne» va a dormire«à l’heure du lattier», all’ora del lattaio, anche se lo spagnolo «Diario 16» in un’altra occasione aggiunse che si svegliava «fresco como una rosa y activo come un ciclòn».
Nessun altro come Michelis ha incarnato una caratteristica del nuovo corso socialista che, tra il 1976 e il 1992 terremotò l’ordinato sistema politico italiano: con la sua vita esuberante e f
fresco como una rosa y activo come un ciclòn». Nessun altro come Michelis ha incarnato una caratteristica del nuovo corso socialista che, tra il 1976 e il 1992 terremotò l’ordinato sistema politico italiano: con la sua vita esuberante e fuori dagli schemi, espresse la rottura antropologica portata dal Psi craxiano, la vitalistica rivendicazione ad essere sé stessi, contro le ipocrisie e i moralismi dei due «partiti-Chiesa», la Dc e il Pci. Con Bettino Craxi e con il resto della classe dirigente socialista condivise anche la sfida all’egemonia culturale comunista, in quella stagione un tratto anticonformista che permeò anche la sua attività da ministro degli Esteri, segnata oltreché da conoscenza dei dossier, da un europeismo e da un atlantismo al tempo stesso indiscutibili, ma continuamente filtrati da un incessante spirito critico.
Era nato a Venezia da una famiglia protestante, si era laureato in Chimica industriale ed era fratello di Cesare, scomparso nove mesi fa, uno degli intellettuali più incisivi del Secondo Novecento, patron della Marsilio, «editore umanista e cacciatore di talenti», come ha scritto Mario Baudino su«La Stampa».
Si era iscritto da giovane al Partito socialista e in una stagione nella quale si aderiva contestualmente a strutturatissime correnti, entrò a far parte dell’area di sinistra del partito, quella lombardiana. Ma nel Comitato centrale del 1980, quando Craxi rischiò di essere disarcionato, passò le linee e fu decisivo per la prosecuzione del nuovo corso socialista. Vicino politicamente a Craxi, non era mai diventato un suo amico stretto, non partecipava al rito del «Raphael», l’albergo romano dove il leader socialista riuniva i compagni ai quali era maggiormente legato, De Michelis aveva il suo quartier generale al Plaza, dove tra i tanti aveva alloggiato Pietro Mascagni e dove fu arrestato Enzo Tortora.
Anche se ebbe un ruolo politico importante, come vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri e delle Partecipazioni statali, De Michelis ebbe notorietà soprattutto per la sua «complessione» psico-fisica. Un’estesa pancia mai nascosta, occhiali con una grossa montatura, spesso circondato da belle donne, capelli lunghi, De Michelis era orgoglioso frequentatore di balere, discoteche, feste mondane e tutto questo gli procurò una raffica di soprannomi, da «Avanzo di balera» a «De Maialis». Nomignoli che sembravano non ferirlo e che non provocarono mai rappresaglie vendicative. Disse di sé stesso: «Io sono come tutti, con la differenza che non lo nascondo». Un’auto-definizione che vale come epitaffio.