GIORGETTI CON IL CAPPELLO IN MANO A DAVOS – IL MINISTRO DELL’ECONOMIA AL WORLD ECONOMIC FORUM CERCA L’ELEMOSINA DEI FONDI INTERNAZIONALI: NEL 2024, CON LA BCE CHE SMETTERÀ DI REINVESTIRE NEI TITOLI DI STATO IN SCADENZA, L’ITALIA HA BISOGNO DI COMPRATORI (IL BTP VALORE È TROPPO COSTOSO E NON BASTA) CHE SI CIUCCINO ALMENO 150 MILARDI DI TITOLI DI STATO. E POI C’È IL PIANO PRIVATIZZAZIONI DA 20 MILIARDI FERMO AL PALO – MACRON, INTANTO, RILANCIA GLI EUROBOND…

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1. MACRON RILANCIA GLI EUROBOND

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per www.repubblica.it

 

EMMANUEL MACRON A DAVOS

Dopo il cambio di governo, con cui spera di puntellare una fragile situazione interna, Emmanuel Macron usa il palco di Davos per rilanciare la sua agenda europea, altrettanto incompiuta.

 

[…] il presidente francese ha riproposto lo strumento degli eurobond, che l’Unione dovrebbe emettere «per rilanciare gli investimenti pubblici europei sulle grandi priorità». Un passo in questo senso era stato fatto con il Pnrr, finanziato con emissione di debito comune.

 

Ma nonostante le richieste di vari Paesi, tra cui anche l’Italia, lo schema non è stato reso strutturale, prima di tutto per l’opposizione della Germania. L’Europa ha bisogno di massicci investimenti per rafforzare la sua capacità industriale nei settori strategici e raggiungere gli ambiziosi obiettivi di transizione energetica. Investimenti che le sole risorse private e nazionali non potranno garantire.

 

ray dalio

Macron ha anche richiamato il concetto di Europa “sovrana”, uno dei suoi cavalli di battaglia, declinandolo in relazione alle prossime elezioni, in Europa e negli Stati Uniti, e alla prospettiva di una vittoria di Trump, pur senza citarlo.

 

«Non è buono avere una Europa completamente dipendente dagli Stati Uniti», ha detto, perché «Il 2024 sarà l’anno in cui l’Europa deciderà se essere sovrana o no. Serviranno decisioni audaci».

 

[…] In un Forum con pochissima Italia, Ieri a Davos era presente il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti. Non ha parlato dal palco, ma tenuto una serie di incontri bilaterali con investitori internazionali con al centro il tema delle privatizzazioni. Giorgetti ha visto il numero uno di JP Morgan Jamie Dimon, l’amministratore delegato di Bridgewater Ray Dalio, quello di Bank of America Brian Moynihan, oltre a esponenti governativi di Hong Kong, Arabia Saudita e Qatar.

 

GIANCARLO GIORGETTI A DAVOS

2. GIORGETTI INCONTRA A DAVOS BANCHIERI USA E MINISTRI ARABI SUL TAVOLO LE EMISSIONI DI BTP

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

Ray Dalio è nato nel Queens come Raymond Dallolio, figlio di un jazzista italo-americano. Ma non è diventato il principale gestore di hedge fund al mondo, con la sua Bridgewater, lasciando prevalere le scelte sentimentali. Neanche a favore del Paese di origine dei suoi. Deve aver valutato qualche altro fattore, uscendo dall’incontro di ieri con Giancarlo Giorgetti.

 

DEBITO PUBBLICO ITALIANO

Quando si chiede a Dalio com’è andato lo scambio con il ministro dell’Economia, Dalio si sbilancia: «Wonderful, very wonderful», dice. Bridgewater Associates […] gestisce in questa fase 235 miliardi di dollari ed è il principale e più attivo investitore in titoli di Stato nel settore degli hedge fund al mondo.

 

Giorgetti invece è arrivato al World Economic Forum di Davos con una priorità […]: parlare ai principali investitori potenziali nel debito pubblico italiano, perché il 2024 non sarà un anno come tutti gli altri.

 

RAY DALIO

Visti i livelli del fabbisogno e visto che da giugno la Banca centrale europea smetterà di reinvestire in metà dei titoli in scadenza comprati a partire dalla pandemia, il Tesoro quest’anno deve trovare compratori dei suoi titoli per 150 miliardi di euro in più rispetto al semplice rinnovo di ben oltre 300 miliardi in scadenza.

 

Giorgetti è arrivato a Davos con un’agenda di incontri rivolta quasi del tutto all’obiettivo di assicurare all’Italia un finanziamento del debito senza tensioni nei prossimi mesi. Anche a costo di lasciare indietro altri temi di sviluppo industriale e tecnologico che occupano molti altri governi presenti al Forum.

 

ITALIA - GLI INTERESSI PASSIVI SUL DEBITO PUBBLICO

È inutile però chiedere a Dalio se […] farà comprare più titoli pubblici di Roma. «Non posso rispondere su questioni di mercato», dice. Ciò che Dalio riconosce, tuttavia, è che l’impressione che ha avuto da Giorgetti è stata «positiva» e «workable», qualcosa su cui si può lavorare. Di certo Dalio è noto per il suo scetticismo sulla stabilità finanziaria italiana negli ultimi anni […]. Riuscire a cambiare il suo approccio darebbe un segnale a molti altri fondi e li incoraggerebbe a tornare sul debito di Roma […]

 

Lo stesso obiettivo ha portato ieri Giorgetti a incontrare i ministri delle Finanze del Qatar e dell’Arabia Saudita, Ali bin Ahmed Al Kuwari e Mohammed Al Jadan, che possono mobilitare i loro fondi sovrani. Quindi il ministro ha avuto colloqui privati con l’amministratore delegato di Bank of America Brian Moynihan, quello di Jp Morgan Jamie Dimon e, fra gli altri, il segretario alle Finanze di Hong Kong Paul Mo-Po Chan.

 

GIANCARLO GIORGETTI A DAVOS

Alla fine Giorgetti ha preferito cancellare l’impegno a una cena di Davos dove avrebbe dovuto tenere un discorso ed è tornato in fretta a Roma […]. Di certo però il suo attivismo […]  segnala che il governo è giunto a una conclusione: non può finanziare il debito nel 2024 semplicemente con emissioni, più costose delle altre, rivolte alle famiglie italiane. Serve anche un ritorno degli investitori esteri. […]

 

3. LA PRIMA MISSIONE DI GIORGETTI A DAVOS "INVESTITORI INTERESSATI ALLE PRIVATIZZAZIONI"

Estratto dell’articolo di  Fabrizio Goria per “La Stampa”

 

«Sono venuto a Davos per incontrare gli investitori internazionali. C'è un grande interesse nei confronti dell'Italia». Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti arriva per la prima volta al World economic forum. In mattinata gli appuntamenti con le banche statunitensi, poi il punto con i policymaker.

 

ray dalio

«Gli investitori sono molto interessati al nostro piano di privatizzazioni e c'è apprezzamento per la stabilità del governo», spiega. Gli occhi però sono puntati anche al debito pubblico italiano, che quest'anno dovrà essere rinnovato in massa, e sulla crescita economica. Su cui pesano le incertezze geopolitiche. A tal punto che ammette: «È difficile centrare le stime del Pil se scoppia una guerra ogni mese».

 

jamie dimon 7

[…] L'agenda […]  aveva un triplice scopo. Da un lato, convincere gli investitori internazionali della solidità del Paese. Dall'altro, attrarre investimenti diretti, più quelli collegati con il piano di privatizzazioni. In mezzo, confortare la comunità finanziaria internazionale sulla sostenibilità del debito pubblico italiano.

 

Compito, secondo il ministro, riuscito. Serrate e cordiali le discussioni con giganti di Wall Street come Blackrock, Bank of America, J.P. Morgan, Goldman Sachs e Bridgewater, più i vertici di Alphabet, la holding che controlla Google. Quello che è sicuro, secondo Giorgetti, è che la soddisfazione dei partner dell'Italia incontrati nella cittadina elvetica è massiccia: «Forse investiranno di più nell'Italia». Tra i bilaterali che ha tenuto, quelli con Arabia Saudita, Qatar, e Hong Kong.

 

debito pubblico

[…] Gli investitori credono nell'Italia, dice: «Questi sono i primi step di un piano che noi confermiamo molto ambizioso, ma come ho ribadito più volte ai nostri interlocutori, dalla nostra abbiamo un governo stabile, una maggioranza forte che probabilmente è un unicum in Europa e questo tutti l'hanno appurato e valutato».

 

Non ha parlato di settori particolari a microfoni aperti, ma le partite importanti sono quelle di Ferrovie e Poste Italiane su cui, secondo le voci che si rincorrono a Davos, potrebbero essere interessate le statunitensi Blackstone e Kkr. Tutto però sarebbe in fase embrionale.

 

GIANCARLO GIORGETTI PIERRE GRAMEGNA

E chissà che non si riesca ad aprire un nuovo tavolo per l'ex Ilva. Giorgetti è apparso possibilista e nel corso di un anno ha imparato che a Davos è meglio esserci che non esserci. «Ha fatto un'ottima impressione - spiega un investitore italiano che lo conosce bene -, specie agli statunitensi. Il Paese è corretto che sia visto come stabile. E questo si può tradurre in investimenti di lungo periodo».

 

Traduzione: più partecipazioni in aziende di Stato e maggiore acquisizione di titoli di Stato. Se sul versante dell'attrattività, le notizie sono cautamente positive, su quello dell'espansione economica, il volto di Giorgetti si fa più scuro. […]