GIORGIA, CI SEI O CI FAX? – LA MELONI, PER DIMOSTRARE CHE CONTE HA APPROVATO IL MES “CON IL FAVORE DELLE TENEBRE”, HA SVENTOLATO IN AULA IL FAX CON L’AUTORIZZAZIONE DELL’ALLORA MINISTRO DEGLI ESTERI, LUIGI DI MAIO, A “FINALIZZARE” L’ACCORDO. SECONDO LA DUCETTA, CONTE DETTE IL VIA LIBERA IL GIORNO DOPO LE DIMISSIONI. MA NEL DOCUMENTO BRANDITO DALLA PREMIER C’È LA DATA DEL 20 GENNAIO 2020. PEPPINIELLO SI È DIMESSO SEI GIORNI PIÙ TARDI, IL 26…
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Estratto dell’articolo di E.LA. per “la Repubblica”
La ratifica del Mes? «L’ha fatta il governo Conte, l’ha fatta senza mandato parlamentare e un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti». Sono le tre affermazioni con le quali Giorgia Meloni […] ha incentrato la sua accusa al Movimento 5 Stelle e al suo leader.
Ma di queste tre affermazioni solo la prima è vera. Corrisponde a realtà il fatto che l’esecutivo guidato dall’avvocato pugliese abbia dato il via libera alle modifiche del trattato. Gli altri fatti dati per certi dalle premier […[ sono invece destituiti di fondamento.
Fu il Parlamento, infatti, a delegare il governo Conte ad andare avanti sul Mes, come ricorda il responsabile Economia del Pd Antonio Misiani. Accadde il 9 dicembre 2020, con una risoluzione che impegnava l’esecutivo «a finalizzare l’accordo politico raggiunto all’Eurogruppo e all’ordine del giorno dell’Eurosummit sulla riforma del trattato del Mes».
È da questo voto che deriva la sottoscrizione autorizzata via fax da Di Maio. Non è esattamente un impegno «preso con il favore delle tenebre», come ha detto martedì sera Meloni a Montecitorio […].
Altro punto controverso: la presidente del Consiglio dice solennemente in Aula che Conte autorizzò la ratifica del trattato quando si era già dimesso e il suo governo era in carica solo per il disbrigo degli affari correnti.
Le cose non stanno esattamente così: nello stesso fax che la premier ha sventolato ieri mattina a Palazzo Madama, firmato dall’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, c’è la data del 20 gennaio 2020. Si vede da un facile ingrandimento della foto del documento esposto in Aula. Ma Giuseppe Conte si dimise sei giorni più tardi, il 26 gennaio.
Per un fatto che risulta essere meramente formale, l’allora ambasciatore italiano a Bruxelles Maurizio Massari ha poi firmato la sua lettera di comunicazione della decisione del governo il 27 gennaio. […]