A GIORGIA MELONI CONVIENE VINCERE, MA NON STRAVINCERE – SE OGGI DALLE REGIONALI IN LOMBARDIA E LAZIO EMERGESSE IL TRACOLLO COLOSSALE DI LEGA E FORZA ITALIA, PER LA DUCETTA POTREBBERO ESSERCI GUAI. PER QUESTO, CERCA DI PLACARE I SUOI (IN PRIMIS, FAZZOLARI) CHE VOGLIONO UMILIARE I DUE ALLEATI, ESCLUDENDOLI DAI RUOLI DI PRIMO PIANO IN GIUNTA. MA COSÌ, RISCHA DI SUBIRE LA VENDETTA DI SALVINI E BERLUSCONI, CHE INIZIEREBBERO A SABOTARE L’AZIONE DELL’ESECUTIVO
-Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per "il Fatto quotidiano”
“Ci troveremo nella situazione di aver vinto nelle più importanti regioni d’Italia e dover aprire una riflessione politica… ”. Alla vigilia delle elezioni in Lazio e il Lombardia […] è questo il paradosso che circola nelle stanze di Palazzo Chigi. Perché di fronte ai due probabili successi dei candidati della destra Francesco Rocca e Attilio Fontana e al surclassamento degli alleati, il dubbio che aleggia nella testa di Giorgia Meloni è più o meno questo: stravincere come partito e imporre fedeltà assoluta agli sconfitti Matteo Salvini e Silvio Berlusconi o rivendicare il grande successo del centrodestra unito evitando così possibili colpi di testa degli alleati?
[…] Il problema è come arriverà la vittoria. Perché i numeri che circolavano in via della Scrofa prima del silenzio, parlavano di FdI a quota 30% in entrambe le Regioni, con gli alleati ai minimi storici, a partire dal crollo della Lega nel suo feudo lombardo. Il voto […] potrebbe aprire nuove tensioni nella maggioranza, con i berlusconiani che accentuerebbero le distinzioni nel governo e Salvini che tornerebbe ad essere “il leader di lotta e di governo”.
Ed è in questo scenario che si inseriscono i dubbi della premier. Che […] non vorrebbe “umiliare” gli alleati. Prendersi i maggiori posti in giunta – a partire dalla Sanità – va bene, ma cercando di far capire a Lega e FI che si vince tutti insieme. Dentro FdI però ci sono due scuole di pensiero: la prima è quella dell’ala dura e pura, guidata da Giovanbattista Fazzolari, ma anche da Chiara Colosimo, che spera nel boom di FdI e nell’azzeramento (o quasi) degli alleati per dimostrare loro che “senza Giorgia non vanno da nessuna parte”.
[…] L’altra, invece, è quella “governista” dei ministri Raffaele Fitto e Guido Crosetto ma anche di Ignazio La Russa e Daniela Santanchè secondo cui sarebbe meglio che Lega e FI tenessero per non aprire nuovi fronti nella maggioranza. Un po’ il ragionamento di Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti che sperano di non doversi difendere dagli assalti interni dei rispettivi capi-partito.
Discorso a parte va fatto per Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e insieme a Fazzolari vero consigliere di Meloni. “Lollo” ha un ruolo di mediazione con gli alleati: quando la premier vuole attaccarli, è lui a farlo; quando vuole difenderli, è lui che abbassa i toni. Così […] sta nel mezzo: “Bisogna rivendicare il nostro successo ma senza far credere agli alleati di non contare più nulla”, va ripetendo. […]