GIORGIA MELONI FA BENE A ESULTARE: LA SCELTA VINCENTE DI MARCO BUCCI È LA SUA - LA PREMIER HA DECISO IN SOLITARIA, CONTRO SALVINI, TAJANI E TOTI (CHE SPINGEVA LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO - CERTO, QUALCHE SCRICCHIOLIO C'È ANCHE A DESTRA: FRATELLI D’ITALIA HA "PERSO" 100MILA VOTI RISPETTO ALLE EUROPEE DI GIUGNO. UN DATO NON SIGNIFICATIVO (SONO ELEZIONI DIVERSE), MA CHE FA COMUNQUE GODERE SALVINI: LA LEGA TIENE E SUPERA, DI POCO, FORZA ITALIA – LA PRESENZA DELLE LISTE CIVICHE È POCO RILEVANTE: PERCHÉ A FARE LE SPESE DEL SUCCESSO DELLE LISTE ‘DEL PRESIDENTE’ SONO STATI I SOLI FRATELLI D’ITALIA?
-1. FLOP MELONI: FDI PERDE 100MILA VOTI
Estratto dell'articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”
Alle 21, Giorgia Meloni fa le congratulazioni al vincitore e aggiunge: “I cittadini danno fiducia al centrodestra unito”. A Palazzo Chigi c’è aria di festa: la vittoria di Marco Bucci in Regione Liguria viene considerata un merito personale della premier che ha voluto fortemente e convinto il sindaco di Genova a candidarsi. Tanto più che l’arresto di Giovanni Toti aveva fatto pensare a una vittoria scontata del centrosinistra.
Non è un caso che il primo a commentare sia Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia: “La sinistra ha sbandierato il 3 a 0 e la crisi del governo Meloni mentre il campo largo si è schiantato contro la realtà”.
Adesso la partita politica si sposta nelle altre due Regioni al voto a novembre: l’Emilia-Romagna viene considerata persa e anche l’Umbria della leghista Donatella Tesei non è facile da mantenere. A ogni modo, spiegano fonti di Fratelli d’Italia, la vittoria in Liguria permetterà al centrodestra di aver evitato la sconfitta alle Regionali. Anche se il conteggio finale fosse 2-1 per il centrosinistra.
Un voto che però si porta dietro anche delle ombre per il partito di Meloni. In primis, il voto di lista: se gli alleati di Lega (8,5%) e Forza Italia (8,4%) reggono rispetto alle elezioni di giugno, a crollare è la lista di Fratelli d’Italia che ottiene il 14,8% rispetto al 26,8% delle Europee. In termini assoluti significa circa 100 mila voti persi in 4 mesi, da 167 mila del 9 giugno scorso ai 74 mila di ieri.
I vertici di Fratelli d’Italia fanno sapere che il calo si spiegherebbe col fatto che alle Regionali, rispetto alle Europee, sono state le liste civiche a portare via voti al partito di Meloni. Nello specifico quella legata a Bucci che ha ottenuto il 9,3% dei voti, 48 mila.
In realtà 100 mila voti persi sono troppi per essere compensati con i voti delle civiche […]. […]
2. MELONI ESULTA “BUCCI UNA MIA SCELTA HO VINTO CONTRO TUTTI” MA FDI DIMEZZA I VOTI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Quando nel febbraio 2024 uscì sconfitta dalle regionali in Sardegna, Giorgia Meloni confidò al cerchio magico un timore che minava le sue certezze: aver perso “il tocco”. Era stata lei a indicare contro tutti Paolo Truzzu come governatore, fallendo clamorosamente.
Poche settimane dopo, la vittoria in Abruzzo sanò la ferita. In Liguria la presidente del Consiglio ha azzardato di nuovo. Ha imposto Marco Bucci, ancora una volta contro gli alleati. E contro Giovanni Toti. Per convincere al telefono il sindaco di Genova a candidarsi, la premier ha dovuto toccare corde delicate, a causa della malattia resa pubblica dallo stesso Bucci: «Ho bisogno di te, ti chiedo di fare uno sforzo per me. Ne ho bisogno, non sappiamo come uscirne».
Il primo cittadino ha obbedito. Il centrodestra ha vinto. E adesso Meloni stappa e brinda: «È una mia vittoria, ho assunto la responsabilità da sola e contro tutti – ha scritto in serata ad alcuni membri del cerchio magico, affinché diffondessero il messaggio fuori – La sinistra le ha provate tutte, in queste settimane. Li faccio impazzire».
[…] Non tutto, a dire il vero, ha funzionato. Fratelli d’Italia, soprattutto, ha subito un brusco calo, passando dal 26,8% delle Europee di giugno al 15% di ieri. Certo, ci sono le liste del candidato presidente Bucci a sottrarre consenso. Ma resta il fatto che i meloniani si fermano a poco più della metà dei voti del Pd, che supera il 28%.
Resta comunque il valore di una vittoria non scontata. […] Meloni ha deciso, da sola, di stroncare l’opzione di schierare Ilaria Cavo, fedelissima del governatore uscente. Una mossa non scontata, che ha portato frutti.
E d’altra parte la premier voleva fortissimamente conquistare la Liguria, anche per un banale calcolo politico: dimostrare che le recenti inchieste giornalistiche e la flessione nei sondaggi (lieve, a dire il vero) non avevano intaccato la capacità del centrodestra di continuare a vincere nei territori.
Non che fosse particolarmente preoccupata dal caso Sangiuliano, né dalle difficoltà del ministro della Cultura Alessandro Giuli, che hanno monopolizzato le ultime settimane. Semmai, la premier temeva – e continua a temere – che la penuria di risorse della legge di bilancio finisse per fiaccare il consenso della destra.
Per riuscire nell’impresa, ha dovuto azzardare due mosse. Della prima si è detto: convincere Bucci a correre comunque. […] La seconda decisione di Meloni è però ancora più cinica: espellere il ricordo di Toti dalla corsa elettorale. Una scelta portata alle estreme conseguenze venerdì scorso, quando i leader del centrodestra si sono ritrovati per il comizio finale nel capoluogo ligure.
Meloni ha preteso che Toti non salisse sul palco. E ha “dimenticato” di citarlo (a differenza di Matteo Salvini, che ieri ha pure lodato il governatore uscente per aver contribuito al successo). […] A sera, Palazzo Chigi brinda. «Il centrosinistra diceva di avere la vittoria in tasca - si esalta Giovanni Donzelli - e si schianta ancora una volta contro la realtà». […]
3. MAGGIORANZA IN FESTA. LEGA DAVANTI A FI
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Giorgia Meloni è contenta: «Ancora una volta, il centrodestra unito ha saputo rispondere alle aspettative dei cittadini». Soddisfatto anche Antonio Tajani, che ha il coraggio di ammettere: «Grande vittoria di squadra, insperata fino a qualche mese fa».
Ma la Lega è tre volte contenta. Certo, si conferma la difficoltà di schiodarsi da quella percentuale tra l’8 e il 9%. Però, per loro ci sono alcune ragioni per sorridere. La prima è l’unica completamente condivisa con gli alleati: la vittoria. […]
La vittoria per i leghisti significa che l’innervamento sul territorio del partito, risalente ai profondi anni Novanta, non subirà scossoni. Il che vale anche per gli azzurri, che hanno ricevuto un apporto decisivo da Claudio Scajola.
Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e uomo forte della Lega in Liguria, la dice così: «Era importante confermare il lavoro duro che abbiamo fatto in questi anni.
Non ci saremmo potuti permettere, come liguri, la discontinuità degli iter per le opere». Parole simili a quelle di Matteo Salvini, poco più tardi: «Questo è un premio al lavoro di tanti. Nonostante le inchieste, i titoli che parlano di mafia, il lavoro paga». […]
La seconda ragione di soddisfazione per i leghisti riguarda il ricorrente derby interno al centrodestra, quello con Forza Italia: la Liguria va ai leghisti, sia pure con una differenza inferiore al punto percentuale. Ma il valore simbolico resta.
Il terzo punto di soddisfazione è il meno dicibile. Se Lega e Forza Italia hanno all’incirca tenuto il punto senza grandi scossoni rispetto alle attese, chi invece sembra aver perso terreno paiono i Fratelli d’Italia. Alle Regionali del 2020, FdI aveva preso il 10,87%, altra era. Ma alle Politiche 2022 (Camera) i meloniani erano schizzati al 24,11% per poi dilagare alle Europee con il 26,77%.
Il fatto che, rispetto alle recenti elezioni, qui ci fossero due liste a sostegno del sindaco di Genova Marco Bucci […] sposta di poco la questione: perché a fare le spese del successo delle liste «del presidente» sono stati i soli Fratelli d’Italia? […]