GIORGIA MELONI NON HA SPAZI DI MANOVRA: L’UNICA STRADA PER CHIUDERE LA FINANZIARIA È FARE DEFICIT. MA COME LA PRENDERANNO A BRUXELLES? LA STRADA È STRETTA, MA PERCORRIBILE: LA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ, NONOSTANTE I RICHIAMI DELLA BCE, POTREBBE SLITTARE. E URSULA VON DER LEYEN HA BISOGNO DEL SOSTEGNO ITALIANO PER SPERARE IN UNA RICONFERMA. E POI C’È SEMPRE IL MES: RATIFICARE IL FONDO SALVA-STATI SAREBBE UN’OTTIMA MERCE DI SCAMBIO PER FAR CHIUDERE UN OCCHIO ALLA COMMISSIONE…
-Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”
«Sarà un autunno impegnativo», diceva due giorni fa Giorgia Meloni. Mai battuta fu più vera. Al ritorno dalle vacanze […] la premier avrà due, al massimo tre settimane per impostare la legge di bilancio del 2024. I grandi numeri di finanza pubblica devono essere pronti entro il 20 settembre, il giorno entro il quale la legge impone di presentare la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, meglio noto come Def.
[…] A Palazzo Chigi e al Tesoro la versione ufficiale è che non sarà necessario cambiare le stime di disavanzo per il 2023 e il 2024 (rispettivamente al 4,5 e 3,7 per cento). Con un po' di fantasia contabile, centrare il primo obiettivo è possibile, meno il secondo.
[…] rispettare le promesse di questi mesi sarà impossibile. Ma trattandosi di un anno elettorale - a giugno si vota per le europee - la premier qualcosa dovrà inventarsi.
Le idee irrealizzabili sono già nel cassetto, come un allentamento delle regole previdenziali, sempre care a Matteo Salvini. O il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, che farebbe molto bene ai numeri nelle urne dei partiti di governo. Lo sforzo è stato fatto per la scuola, e dovrà bastare. Al momento non ci sono le risorse nemmeno per il minimo indispensabile.
La sola conferma della detassazione delle buste paga […] costa fra i sette e i dieci miliardi di euro. Per evitare di stringere sull'età pensionabile, confermare la cosiddetta "quota 103" e l'aumento delle […] minime servono altri tre miliardi di euro. Altri 6-7 miliardi sono necessari alle cosiddette spese indifferibili […]. In sintesi: anche nella migliore delle ipotesi, con una Finanziaria limitata alle spese politicamente non evitabili, al governo servono una ventina di miliardi in più degli attuali saldi.
Ad oggi lo spazio di maggior deficit […] è di appena quattro miliardi, frutto del ritocco di due decimali del deficit programmatico del 2024 dal 3,5 al 3,7 per cento. Dopo lo scontro con le banche sulla tassa straordinaria imposta ai primi di agosto (varrà al massimo due miliardi, una tantum) e il taglio a superbonus e reddito di cittadinanza, nessuno crede che Meloni si farà carico di altre decisioni impopolari, di tasse o tagli alla spesa. Di certo, l'ossatura della manovra non potrà venire da lì. Dunque?
Dunque non resta che l'opzione indicibile, l'unica possibile ma difficile da gestire, con i partner europei e gli investitori: l'aumento del deficit pubblico. A favore di questa ipotesi giocano un paio di fattori.
Il primo: l'accordo sul nuovo Patto di stabilità europeo, tuttora sospeso dai tempi della pandemia, non c'è ancora. Sulla carta l'Unione deve trovare un accordo entro la fine dell'anno, ma è ancora possibile che ai leader convenga un'ulteriore moratoria. Di certo è improbabile immaginare il ritorno delle vecchie regole […]: l'economia europea cresce troppo lentamente, Germania e Olanda non se ne avvantaggerebbero. L'altro fattore che gioca a favore di Meloni sono le ambizioni di riconferma della presidente uscente Ursula von der Leyen, che ha bisogno del sostegno italiano.
Insomma, ancora non è chiaro se l'Italia formalizzerà una revisione delle stime di deficit, o se basterà ottenere un po' di benevolenza dalla Commissione. Di certo è che per superare l'autunno indenne Meloni avrà bisogno di sostegno a Bruxelles. In questo senso la ratifica della riforma del Fondo salva-Stati, bloccata dal veto italiano, sarà un'ottima merce di scambio. L'unica cosa che non aiuta Meloni è il calendario: i numeri dell'aggiornamento al Def vanno scritti in tempi più rapidi di quelli della politica.