GIORGIA MELONI RIUSCIRÀ A TENERE IL PUNTO ALMENO SULLE ARMI ALL’UCRAINA? PER ORA, IL SESTO DECRETO DI AIUTI È CONGELATO. DIETRO NON CI SAREBBERO I DISTINGUO DI BERLUSCONI E SALVINI, MA RAGIONI PROCEDURALI (SERVE IL NUOVO PRESIDENTE DEL COPASIR) E DI SICUREZZA (RISCHIAMO DI RIMANERE SENZA SISTEMI CONTRAEREI) – INOLTRE, LA DUCETTA ASPETTA DI RICEVERE LA VISITA DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO, STOLTENBERG…
-Estratto dell’articolo di Alberto Gentili per “il Messaggero”
«Non c'è al momento allo studio alcun nuovo decreto per inviare armi all'Ucraina». Il messaggio che arriva da palazzo Chigi e dal ministero della Difesa è lapidario.
[…] L'operazione armi all'Ucraina è in stand-by, assicurano più fonti di governo, «solo e soltanto perché prima è necessario coordinarci con la Nato ed entrare nel dettaglio delle richieste militari dell'Ucraina. Solo allora si capirà cosa serve a Kiev e quali armamenti potremo fornire».
L'appuntamento cruciale per mettere a fuoco le nuove forniture sarà la visita a Roma del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in programma nei prossimi giorni. Una missione che porterà il capo dell'Alleanza atlantica a incontrare Meloni e il ministro della Difesa, Giulio Crosetto. E, con loro, stabilire quali sono le armi indispensabili per difendere Kiev e le città ucraine dai bombardamenti russi. Con tre problemi.
Il primo: la settimana scorsa il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto al ministero degli Esteri Antonio Tajani «sistemi di difesa aerea». […] Ma da ciò che filtra dalla Difesa, l'Italia ha a disposizione poche batterie di razzi di questo tipo. E se dovesse consegnarne alcune a Kiev rischierebbe di sguarnire il proprio sistema di difesa. […]
Il secondo problema è che il nuovo decreto sarebbe il sesto da quando a febbraio è scattata l'invasione russa dell'Ucraina. E Roma non ha ancora provveduto a consegnare tutti gli armamenti assegnati a Kiev con il quarto e quinto decreto interministeriale. […]
Il terzo nodo è procedurale. Per poter redigere un nuovo pacchetto di armamenti è indispensabile un passaggio del ministro della Difesa Crosetto presso il Comitato parlamentare sui Servizi che, attualmente, non è ancora operativo: con la fine della vecchia legislatura e l'inizio della nuova, il Copasir deve avere ancora un presidente (Adolfo Urso è diventato responsabile dello Sviluppo economico) e va ricomposto nel suo plenum.
Dietro il congelamento del sesto decreto, a sentire fonti vicine a Meloni e a Crosetto, non ci sarebbero invece le obiezioni e i distinguo degli alleati di governo. Con Matteo Salvini che continua a invocare una conferenza di pace e lo stop al coinvolgimento dell'Italia nel conflitto ucraino. E con Silvio Berlusconi che appena domenica scorsa ha messo a verbale: «Solo se l'Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi, ma sui fondi per la ricostruzione, Zelensky potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa». […]