GIORGIA MELONI SI METTE CONTRO L'EUROPA PER ACCONTENTARE LA "PITONESSA" SANTANCHÈ - IL GOVERNO STA PENSANDO DI RINVIARE LE GARE PER LE CONCESSIONI BALNEARI. DEL RESTO, COME POTREBBE FARE ALTRIMENTI, CONSIDERANDO CHE LA MINISTRA DEL TURISMO È STATA PER ANNI CO-PROPRIETARIA DI UNO STABILIMENTO, IL “TWIGA” DI FORTE DEI MARMI? (ADESSO HA VENDUTO LE SUE QUOTE) - PROBLEMA: LA CONCORRENZA SUL SETTORE È UNO DEGLI IMPEGNI PRESI CON L’UE PER IL PNRR, E C’È ANCHE UNA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO CHE IMPONE UN INTERVENTO ENTRO QUEST’ANNO...
-Estratto dell’articolo di Luca Cifoni per “il Messaggero”
La parola rinvio non è tabù. Il governo è deciso ad affrontare il tema delle concessioni balneari, che si materializzerà al Senato già dai prossimi giorni con l'esame del decreto Milleproroghe.
E la possibilità di uno spostamento in avanti delle scadenze per le gare viene seriamente presa in considerazione, nonostante le difficoltà formali legate da una parte ai vincoli europei (la riforma della concorrenza è inserita nel Pnrr) dall'altra a quelli nazionali, ovvero alla sentenza del Consiglio di Stato che imporrebbe le procedure competitive entro quest' anno.
A Palazzo Madama l'iter del provvedimento di fine 2022 inizia oggi nelle due commissioni Affari costituzionali e Bilancio. La questione dei balneari in realtà è doppia. Da una parte ci sono le scadenze per le gare, sulle quali una parte della maggioranza ha già annunciato la volontà di dilatare i tempi. Dall'altra parte gli aumenti dei canoni che sono scattati dal primo gennaio in via amministrativa, con un adeguamento che supera il 25 per cento e che ovviamente non è piaciuto alle associazioni di categoria.
A proporre apertamente uno slittamento è Forza Italia con Maurizio Gasparri. Il nodo sarà approfondito nei prossimi giorni a Palazzo Chigi, in parallelo con i lavori parlamentari. La soluzione che si prospetta e che comunque deve essere ancora approfondita è il rinvio di un anno di tutti i termini: quello fissato al 31 dicembre di quest' anno per lo svolgimento ordinario delle gare e quello di fine 2024 entro il quale si devono concludere le procedure anche nei Comuni che abbiano avuto oggettive e dimostrate difficoltà tecniche: questi dodici mesi di tolleranza erano già stati accettati dal precedente governo e inseriti nella legge 118 sulla concorrenza. […]