GIORGIA STARS & STRIPES - L’APPOGGIO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA RISOLUZIONE CON CUI SI DA’ IL VIA ALLE SANZIONI ALLA RUSSIA E LA FORNITURA DI ARMI ALL’UCRAINA COLLOCA IL PARTITO DELLA MELONI IN UNA PRECISA AREA ATLANTISTA E FILO-WASHINGTON, RISPETTO AGLI SBANDAMENTI PRO-CINA DEL M5S E PRO-RUSSIA DELLA LEGA…
-Marcello Sorgi per “la Stampa”
No, non sarà certo la ribellione del presidente della commissione Esteri del Senato Petrocelli, un pentastellato che non rinnega la propria matrice "maoista", a inficiare la larghissima maggioranza con cui ieri a Palazzo Madama è stata approvata la risoluzione con cui si approva la linea del governo - sanzioni alla Russia e armi all'Ucraina - illustrata da Draghi alle Camere. La novità è semmai l'aperto sostegno alla risoluzione dato da Fratelli d'Italia, su impulso di Meloni, di ritorno dal suo viaggio in Usa.
Un altro colpo messo a segno dalla leader di FdI, che si distingue dalle incertezze e dalle ambiguità di Salvini, in dubbio fino all'ultimo sulla solidarietà a Zelenski e sull'abbandono della sponda per lui amica di Mosca. Meloni ha invece approfittato dell'occasione per ribadire la nuova collocazione sua e del suo partito: conservatori, sì, ma in una cornice europea e atlantista. Questo vuol dire che la leader di FdI, favorita dai sondaggi e che come si sa punta a Palazzo Chigi in caso di vittoria alle prossime elezioni, ritiene che la strada per arrivarci sia nell'ambito dell'attuale collocazione internazionale dell'Italia.
E che lo sconvolgimento globale portato dall'invasione russa dell'Ucraina non possa essere tale da determinarne un capovolgimento. Il discorso di Draghi è stato il più politico tra quelli svolti finora da quando siede a Palazzo Chigi. Ha inquadrato il momento con un drammatico paragone con il 1939 e presentato l'aggressione russa a Kiev come un attentato agli oltre settant' anni di pace vissuti dall'Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
E ha confermato il piano di progressivo affrancamento dalle forniture di gas di Mosca, che rappresentano tuttora il 45 per cento del fabbisogno italiano: liberarsi da una dipendenza come questa, ha spiegato, è una questione di libertà. Il voto al Senato, poi replicato alla Camera, è avvenuto nelle stesse ore in cui, quasi all'unanimità, l'Europarlamento diceva "sì" all'ingresso dell'Ucraina in Europa. Coincidenza positiva.