GIRAMENTO DI MELONI – OGGI IL VERTICE DI UN CENTRODESTRA DIVISO. BERLUSCONI VUOLE PRENDERE TEMPO SUL CANDIDATO PREMIER: “ANNUNCIANDO ADESSO, IL NOME DI GIORGIA, RISCHIAMO CHE MOLTI MODERATI NON CI VOTINO” – MA LA DUCETTA E’ UN OSSO DURO E RILANCIA SU TUTTA LA LINEA. “INDICHIAMO SUBITO IL NOME DEL PREMIER PER MOSTRARCI UNITI”. E POI CHIEDE AGLI ALLEATI IL 50% DEI COLLEGI – FORZA ITALIA E LEGA CHIEDONO DI ABBASSARE LE PRETESE: “PERSINO IN VENETO PRETENDE L'IMPOSSIBILE...”
-Estratto dell’articolo di Mario Ajello per il Messaggero
«Qui non c'è nessuno, cara Giorgia, contro di te. Anzi, noi vogliamo vincere tutti insieme e sappiamo benissimo che sei il nostro grande punto di forza». Si è preparato questo discorso Silvio Berlusconi per il vertice di oggi pomeriggio alla Camera con la Meloni e con Salvini più Lupi e Cesa. E assicura a tutti il Cav che lui in quanto anziano saggio e attempato zio che ne ha viste tante deve far ragionare i ragazzi ed è l'ultimo a voler creare divisioni.
«Vi dico - incalzerà Zio Silvio - che per far crescere la nostra alleanza e farla votare da tutti, è meglio specificare dopo il voto chi farà il premier. Così raggiungiamo consensi più larghi. Annunciando subito, adesso, il nome di Giorgia, rischiamo che molti moderati non ci votino». E ancora: «Io non ho niente di niente contro di te, cara Giorgia, e anche Matteo ti vuole bene, ma dobbiamo muoverci con prudenza e furbizia tutti insieme: le elezioni si vincono così».
Si sa quanto possa essere suadente il Cavaliere, ma la Meloni è un osso duro. E dagli alleati ha già ricevuto dispetti e sgambetti. Li vede spaventati e timorosi per la sua crescita che loro quasi vorrebbero non vedere ma c'è eccome. E, per farlo capire bene a Silvio e a Matteo, oltre che agli elettori ieri la Meloni ha postato l'ultimo sondaggio Swg che dà FdI primo partito con il 25 per cento davanti al Pd (23,3 per cento). E ha commentato: «Non lasciamoci intimidire, andiamo avanti per la nostra strada. C'è un'Italia da far rinascere».
Insomma i tre si vedono oggi in un clima tutt' altro che idilliaco. Con Berlusconi e Salvini convinti che l'elettore medio di Forza Italia e della Lega non sia pronto a una soluzione del genere, ovvero Meloni premier secondo loro è un'ipotesi che non allarga ma restringe le potenzialità elettorali del centrodestra.
Esattamente l'opposto di ciò che pensano Giorgia e i suoi. Osserva La Russa a poche ore dal summit: «Non perdiamo tempo, e indichiamo subito la Meloni candidata premier, perché sennò facciamo un favore alla sinistra che punta sulla narrazione del centrodestra litigioso» (…)
FRATELLI D’ITALIA NON CEDE AGLI ALLEATI
Estratto dell’articolo di Emilio Pucci per il Messaggero
Prima l'accordo sulla premiership, poi discutiamo di collegi. Fratelli d'Italia vuole che venga sciolto subito il nodo su chi andrà a palazzo Chigi in caso di vittoria del centrodestra alle urne.
Non si accettano veti, né non detti. Si respingono quelli che un big del partito definisce ricatti. «Perché - l'osservazione - non è che si può ancora una volta giocare a carte coperte. È finito il tempo dei governi giallo-verdi e dei governi tecnici. A decidere devono essere gli italiani».
Oggi al vertice della coalizione che si terrà alle 17 a Montecitorio, negli uffici della Lega, dovrebbe comunque arrivare un passo avanti. La decisione che dovrebbe essere presa è che ogni forza politica dell'asse indicherà il proprio candidato premier. L'attacco a tre punte. Forza Italia punta su Antonio Tajani, la Lega su Matteo Salvini e FdI su Giorgia Meloni. Il patto è che chi prende più voti indica il candidato premier. Il leader ex lumbard lo ripete da tempo, FI frena perché - questa la tesi - intende recuperare l'elettorato moderato, il timore è che rilanciando subito la regola che vige nel centrodestra una parte degli elettori non si sentirebbe rappresentata. Ma non ci sono pregiudiziali, la premessa.
I SEGGI Tuttavia al tavolo Berlusconi e Salvini vorranno discutere anche di seggi. La proposta del Cavaliere è quella di assegnare alle tre più grandi forze politiche dell'alleanza il 33% e fare in modo che il partito azzurro si faccia carico di Noi con l'Italia (ieri Lupi ha presentato il nuovo simbolo, «siamo - ha spiegato - un pilastro del centrodestra») e dell'Udc.
Ma la Meloni vuole che si parta dai sondaggi attuali secondo i quali Fratelli d'Italia rappresenta il 50% e oltre dei voti della coalizione. FI e Lega non ci stanno. Chiedono di considerare gli ultimi risultati storici, di fare una media ponderata con le Europee e le scorse politiche. E di basarsi in ogni caso sui sondaggi regionali. Questo vuol dire - per spiegarla con le parole di un big leghista - che Fratelli d'Italia al nord deve abbassare le pretese.
«Perfino in Veneto - osserva un altro esponente ex lumbard - chiedono l'impossibile». (…)