GIU’ LE MANI DAL NOSTRO PESCE – LA COMMISSIONE EUROPEA VUOLE METTERE AL BANDO LA PESCA A STRASCICO: “E’ PERICOLOSA PER L’ECOSISTEMA DEL MARE” - SCATTA LA PROTESTA NEI PORTI ITALIANI: “SI RISCHIA L’IMPLOSIONE DEL SETTORE: BRUXELLES FA SALTARE DUE TERZI DELLA PRODUZIONE DEL NOSTRO PAESE” - SE L’EUROPA DOVESSE ANDARE AVANTI CON QUESTA LINEA RISCHIANO DI CESSARE L’ATTIVITÀ CIRCA TREMILA PESCHERECCI IN UN SETTORE GIÀ IN CRISI – IL GOVERNO SI PREPARA A DARE BATTAGLIA

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Estratto dell'articolo di Emanuele Bonini per La Stampa

 

pesca a strascico

Pesca a strascico, prove politiche di messa al bando e il settore insorge. In Italia, soprattutto. Nei porti di Genova, Rimini, Lecce, i pescatori hanno protestato per tutto il weekend a colpi di sirene contro l’idea della Commissione europea di trasformare l’economia del mare in modo da soddisfare i requisiti di sostenibilità incardinati nell’agenda verde dell’Ue.

 

Esposte bandiere con lo slogan «Sos EU Fishing» (pericolo pesca europea, ndr) da nord a sud della penisola, come nel resto d’Europa, contro l’idea della Commissione europea di trasformare l’economia del mare in modo da soddisfare i requisiti di sostenibilità incardinati nell’agenda verde dell’Ue. Domani, 9 maggio, festa dell’Europa, tutti i video di questa mobilitazione saranno inviati al commissario per l’Ambiente e il mare, Virginijus Sinkevicius.

 

pesca a strascico

Non c’è una nuova legislazione. A febbraio Bruxelles ha prodotto una comunicazione, atto di indirizzo politico che per sua natura non rappresenta interventi normativi, ma che suggerisce un piano d’azione per un nuovo modello di pesca. La possibile chiusura di 87 aree di pesca, non solo nel Mediterraneo, in nome della tutela degli ecosistemi marini e il superamento graduale, entro il 2030, delle pratiche di pesca mediante traino di reti sul fondali gli elementi più controversi per un comparto sul piede di guerra. La parola ora spetta ai governi. «Italia e Spagna hanno espresso la loro contrarietà, ma poi sui tavoli europei tutto è mediabile», ammette a La Stampa Tonino Giardini, responsabile Impresa pesca di Coldiretti. «Siamo preoccupati», sottolinea.

 

Il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, rassicura. «Il governo Meloni considera il mondo della pesca centrale per la nostra economia». E ribadisce il «no» alle idee della Commissione e di Sinkevicius. «L’Europa deve avere un ruolo diverso, deve proteggere le nostre aziende e non continuare a pagare gli agricoltori per non coltivare e i pescatori per non pescare. Agricoltori e pescatori sono i primi ambientalisti», rimarca Lollobrigida.

pesca a strascico

 

Promette battaglia in nome dell’Italia e del suo “Made in”. La pesca a strascico, lungo gli oltre ottomila chilometri di mare dello Stivale, è praticata dal 18% della flotta attiva. Una quota minoritaria rispetto al settore, che però da sola produce il 65% del totale pescato. La Commissione ritiene che «rastrellare» i fondali da una parte comprometta la conservazione dell’ambiente subacqueo con le ricadute in termini di riproduzione delle specie, e rimetta in circolo la CO2 imprigionata sui fondali.

 

Pescare meno, con tecniche meno invasive. Questo il teorema della Commissione, convinta che se il 30% degli oceani fosse protetto, le catture globali annuali potrebbero aumentare di otto milioni di tonnellate, circa il 10% delle catture attuali. «Un calcolo teorico, fatto a tavolino», taglia corto Giardini. Che avverte: se l’Europa dovesse andare avanti con questa linea rischiano di cessare l’attività circa tremila pescherecci in un settore già in crisi. «In circa 40 anni abbiamo visto aumentare le importazioni dal 27% all’80% per il nostro fabbisogno, e in 30 anni la nostra capacità produttiva è passata da 1,2 miliardi di euro a 630 milioni, si è dimezzata». Il bando della pesca a strascico, continua il responsabile di Coldiretti, vuol dire «l’implosione del settore».

 

pesca a strascico

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