UN GIUDICE “SMONTA” IL REDDITOMETRO - ACCOLTO IL RICORSO DI UN PENSIONATO NAPOLETANO: IL TRIBUNALE ORDINA LA CANCELLAZIONE DEI DATI - IL PILASTRO DELLA DECISIONE? DATI COME LE CURE MEDICHE SONO STRETTAMENTE PRIVATI - IL REDDITOMETRO E’ “TARATO” MALE: NON FUNZIONA LA DIVISIONE IN CINQUE AREE GEOGRAFICHE SENZA DIFFERENZE TRA PICCOLI E GRANDI CENTRI - A RISCHIO ANCHE LA PRIVACY DI PERSONE DIVERSE DALL’INDIVIDUO CONTROLLATO…
Carlo Tarallo per Dagospia
Invasivo, ingiusto, squilibrato, "tarato male". Il redditometro, secondo il giudice del Tribunale di Napoli Antonio Lepre, è fuorilegge. La toga (distaccata presso la sede di Pozzuoli) accoglie il ricorso di un pensionato e ordina la cancellazione dei dati. Un precedente destinato a far discutere, che può minare l'impianto stesso dello strumento di controllo fiscale più odiato dagli italiani.
LE MOTIVAZIONI
Il pilastro della sentenza è che il redditometro non puo' sacrificare la sfera privata del singolo cittadino. Il pensionato autore del ricorso aveva denunciato che, attraverso il monitoraggio delle spese, diventano di dominio pubblico anche gli aspetti piu' privati della vita, includendo anche le spese per le cure mediche. Non solo: il redditometro finirebbe per passare al setaccio anche le spese per soggetti diversi dal contribuente "sotto controllo".
CANCELLATE I DATI !
Il giudice - come ha spiegato stamani Roberto Buonanno, il legale che ha assistito il pensionato - ha ordinato la cancellazione dei dati acquisiti dal fisco. Il redditometro, scrive il giudice Lepre nel dispositivo, "non fa alcuna differenziazione tra cluster di contribuenti, bensi', del tutto autonomamente, opera una differenziazione di tipologie familiari suddivise per cinque aree geografiche".
Il cittadino verrebbe privato "del diritto ad avere una vita privata e di essere quindi libero nelle proprie determinazioni senza dover essere dover essere sottoposto all'invadenza del potere esecutivo e senza dover dare spiegazioni dell'utilizzo della propria autonomia e senza dover subire intrusioni anche su aspetti delicatissimi della vita privata".
PARAMETRI SBALLATI
Per il giudice Lepre il redditometro finisce anche per mettere sullo stesso piano "situazioni territoriali differenti in quanto altro è la grande metropoli altro è il piccolo centro e altro ancora è vivere in questo o quel quartiere. All'interno della medesima Regione - osserva il giudice - e, anzi, della medesima Provincia vi sono fortissime oscillazioni del costo concreto della vita, cosi' come altrettanto forti oscillazioni vi possono essere all'interno di un'area metropolitana'. Cosi' "I contribuenti delle zone più disagiate perderanno anche, per cosi' dire, il vantaggio di poter usufruire di un costo della vita inferiore in quanto gli sara' imputato in ogni caso il valore medio Istat delle spese".