- ’GNAZIO LA RUSSA SOFFIA SULLA FIAMMA (E PERDE IL GEMELLO GASPARRI PER STRADA) - “SCISSIONE PILOTATA” A DESTRA DEL PDL: LA RUSSA, MELONI E CROSETTO FONDANO UN ALTRO PARTITO POST-MSI - GASPARRI RESTA CON SILVIO, “IL GIGANTE E LA BAMBINA” PRONTI A CONFLUIRE - GIORGIA PERO’ VUOLE LA LEADERSHIP E CARTA BIANCA SULLE CANDIDATURE (BUM!) - IL NOME? CENTRODESTRA NAZIONALE - OBIETTIVO? IL 4% OF COURSE… -


Amedeo La Mattina per "la Stampa"

fini gasparri larussa

Torna ad attaccare l'«egoismo della Germania», continua a parlare della «congiura dello spread» che lo ha disarcionato da Palazzo Chigi, promette di abolire l'Imu. Intanto Berlusconi prepara la squadra della coalizione con la quale si presenterà sul campo elettorale. Il mister di Arcore avrebbe convinto Maroni a rientrare nel centrodestra in cambio del boccone prelibato della presidenza lombarda. Poi ha incontrato La Russa e gli ha dato il via libera a formare l'ala destra della formazione.

wt59 gasparri larussa santanche

Una scissione consensuale di un pezzo di ex An che registra il divorzio di una coppia collaudata nel tempo, quella di La Russa e Gasparri, i due tatarelliani che avevano dato vita alla potente corrente di Italia Protagonista, diventando ministri, capogruppo e coordinatori del partito. Erano rimasti con il Cavaliere quando Fini rispose a Berlusconi «che fai, mi cacci?» e fu cacciato. Hanno resistito agli attacchi degli ex Fi che li accusavano di avere troppo potere nel Pdl (anche grazie a un accordo di ferro tra La Russa e l'altro coordinatore Denis Verdini).

y lr36 larussa gasparri

Ora la coppia è scoppiata, con Gasparri che resta perché non crede a questa nuova avventura. «Ho sempre sostenuto le ragioni dell'unità del centrodestra e ho partecipato con convinzione e con ruolo attivo alla fondazione del Popolo della libertà. Una scelta - sostiene Gasparri, capogruppo al Senato - che ho considerato strategica e non certo transitoria. Il Pdl rappresenta l'approdo del cammino compiuto dalla destra politica italiana».

bm03 gasparri larussa

La Russa invece se ne va con la benedizione di Berlusconi, che punta ad articolare la proposta politica e strappare a Bersani il premio di maggioranza regionale in Lombardia e Veneto, azzoppando la vittoria del Pd al Senato. In questo gioco in contropiede la Lega dovrà però essere in squadra.

atj10 larussa gasparri

Anche l'ex ministro Matteoli non segue La Russa, che invece trova sulla sua strada Giorgia Meloni, un altro pezzo di ex An che si è staccato dal Pdl e sta camminando a braccetto di Guido Crosetto, ex Fi. I tre ieri si sono visti e l'accordo c'è nella sostanza, ma la coppia più strana della politica italiana (lui liberale e mastodontico, lei identitaria e piccolina) non intende confluire nel Centrodestra Nazionale (questo il nome del movimento di La Russa).

L'intesa deve essere paritaria, il soggetto deve essere veramente nuovo e la Meloni vuole esserne la leader (il segretario, se nasce un vero partito) e fare le pulci alle candidature dell'alleato Ignazio all'insegna del rinnovamento. Sono questi gli «unici», non secondari, intoppi sulla via dell'accordo che punta a un risultato attorno al 5%. Ma La Russa è molto ben disposto e ci tiene a sottolineare che nel suo movimento non ci sono solo ex An.

CROSETTO PRENDE IN BRACCIO GIORGIA MELONI jpeg

Oggi Berlusconi incontrerà Meloni e Crosetto. Anche a loro darà il via libera, dando appuntamento a dopo l'annuncio di Monti, che andrà per la sua strada. Appuntamento a un centrodestra in cui ci sarà anche Storace. Il Cavaliere vorrebbe che La Russa, Meloni e Crosetto si unissero a lui, ma i tre non voglio caratterizzarsi sul quel versante politico.

PIERFERDINANDO CASINI E LUCA DI MONTEZEMOLO

Per il Cavaliere la priorità è formare una squadra che sappia parlare a diversi settori dell'opinione pubblica. Ma sembra contraddirsi quando dice: «Bisogna che un partito da solo abbia la maggioranza e per fare questo bisogna che gli italiani non votino con voto frazionato, ma devono concentrarsi su due partiti maggiori». I nemici non sono i suoi cespugli, ma i centristi di Casini, Montezemolo e soprattutto di Monti.