GOCCIOLINE DI BANANA - VERONICA LARIO NON PARLA MA CONFIDA: ''LA COSA PIÙ GIUSTA DA FARE, IN QUESTO FRANGENTE, È AFFIDARSI CON LA MASSIMA FIDUCIA ALLE TERAPIE, SEGUIRE SCRUPOLOSAMENTE LE INDICAZIONI DEI MEDICI''. DUE DEI SUOI FIGLI (E NON SOLO) SONO FINITI NEL ''FOCOLAIO DI VILLA CERTOSA''. E I FEDELISSIMI DELLA FOTO DI GRUPPO IN SARDEGNA, DALLA GELMINI A GHEDINI, DALLA RONZULLI A DUDÙ, CI TENGONO A FAR SAPERE CHE ''QUEL GIORNO ERAVAMO IN SICUREZZA''
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1 – I FEDELISSIMI DELLA FOTO IN SARDEGNA "QUEL GIORNO ERAVAMO IN SICUREZZA"
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
Quelli della foto avevano fatto tutti il tampone prima di mettere piede a Villa Certosa il 6 agosto. L'hanno fatto prima e dopo. Erano andati da Silvio Berlusconi per risolvere una serie di rogne di partito, per definire le liste delle regionali e mettere la parola fine agli scontri in Campania sulle candidature. Poi si erano fatti una bella foto tutti insieme nel giardino, a corona attorno al capo.
Gianni Letta, i capigruppo Annamaria Bernini e Maria Stella Gelmini, il vice presidente azzurro Antonio Tajani, Sestino Giacomoni. C'erano Adriano Galliani, l'avvocato Niccolò Ghedini, il deputato Andrea Orsini e la senatrice Licia Ronzulli, che ha pubblicato lo scatto sul suo profilo. Nell'immagine anche la famiglia scodinzolante dei barboncini Dudù, Dudina e Harley. Tutti avevano notato che il clima era rilassato, con molta gente in giro, i figli Barbara, Luigi, i nipoti, amici vari. Un'aria estiva di libertà.
Tutta un'altra storia rispetto al «regime militare», come aveva osservato Ghedini, che si respirava a casa di Marina, dove il patriarca aveva passato tutto il lockdown. Anche in Provenza alcuni di quelli della foto erano andati a trovare il «dottore». Ma sembrava un «bunker», ha racconta uno di loro, «una villa blindata dove non si entrava se prima non mostravi il tampone fatto 24 ore prima, con tanto di scritta «negativo». Distanziamento anche in giardino, lontani a tavola».
Gelmini è sicura che quando il gruppo dirigente di Forza Italia quel 6 agosto si recò a Villa Certosa Berlusconi non aveva contratto il virus. E i partecipanti all'incontro da allora non accusano alcun sintomo. «Sto bene e non sono preoccupata, detto questo bisogna stare sempre in guardia», dice la capogruppo azzurra.
«Sì, bisogna tenere alta la guardia - sostiene Giacomoni - perché questo virus è insidioso per quante precauzioni si possano prendere». Giacomoni racconta che il leader aveva fatto il tampone prima di riceverli e lo stesso avevano fatto gli ospiti. «Sono sicuro che il contagio a Villa Certosa sia arrivato dopo la nostra riunione. Detto questo - aggiunge - ho sentito il presidente desideroso di lavorare, di dare il suo contributo alla campagna elettorale. Voleva pure andare di persona in Campania, ma già prima di sapere di aver contratto il virus glielo abbiamo sconsigliato».
Giacomoni sorvola su chi avrebbe potuto contagiare Berlusconi. Gira la voce che sia stata Barbara, alla quale piace la vita mondana. Si dice pure che Marina sia furibonda per il lassismo al quale è rimasto esposto il padre in Sardegna. «Ma la caccia all'untore - afferma Giacomoni - è ridicola. Pensate che oggi un'agenzia ha scritto che il ministro Gualtieri ha partecipato all'audizione della commissione di vigilanza su Cassa depositi presieduta da me, facendo notare che io c'ero pure nella foto a Villa Certosa».
Ghedini si sente strasicuro: fa due tamponi alla settimana e ha già fatto quattro volte il test sierologico. E poi racconta di non partecipare mai alle feste, «l'ultima volta forse è stata 40 anni fa, quando ero ragazzino». Martedì scorso ha incontrato Berlusconi a pranzo con tutte le cautele di questo mondo, in giardino e in una sala dove campeggia un apparecchio che purifica l'aria. Ovvio che il Cavaliere non possa andare in giro a fare campagna elettorale.
C'è però una cosa che non sopporta, che lo rende triste. Lo ha confidato a Galliani, uno di quelli della foto, che è andato a fargli visita. Lo ha trovato in forma, hanno parlato a lungo di politica e calcio. Ecco, il leader azzurro ha confessato che il suo più grande rammarico è di non potere assistere alla partita di sabato sera tra il suo Monza e il suo ex Milan. Sarebbe stata la sua prima volta allo stadio per vedere il Milan come avversario.
2 – VERONICA: SI AFFIDI AI MEDICI E SEGUA LE TERAPIE
L. U. per “la Stampa”
«La cosa più giusta da fare, in questo frangente, è affidarsi con la massima fiducia alle terapie, seguire scrupolosamente le indicazioni dei medici». Veronica Lario è più che una spettatrice attenta alla comparsa del Covid 19 a casa Berlusconi, con il contagio che ha colpito i figli Barbara e Luigi, oltre che il Cavaliere. Segue costantemente il decorso della malattia, ma lo fa con la discrezione diventata una cifra di vita, respingendo la richiesta di dichiarazioni pubbliche.
«Non serve che unisca la mia voce al coro di auguri», ha confidato a chi le ha parlato ieri. Il messaggio di pronta guarigione e la vicinanza a chi sta affrontando una malattia sono qualcosa che lei crede giusto manifestare in maniera privata e diretta, anche se risulta che fino a ieri pomeriggio non ci fossero state telefonate con l'ex marito.
Ma sarebbe sbagliato voler leggere in questo altro che non un momento di attesa, un passo di lato per lasciare spazio ai contatti da parte delle istituzioni e degli esponenti politici. Sono i figli a tenerla aggiornata sulle loro condizioni e sulla risposta alle terapie, che come ha detto lo stesso ex premier sembra procedere in maniera confortante. E proprio l'importanza delle terapie è ciò che Veronica Lario tiene a sottolineare.
Sì è informata e documentata: «Non sono un medico e non ho competenze specifiche, ma ci sono ancora troppi aspetti di questa malattia che vanno capiti». Dubbi estesi anche all'arrivo del vaccino, per i tempi e l'efficacia ancora sconosciuti. Oggi non rappresenta ancora una soluzione, quindi «la sola certezza disponibile è la competenza dei medici».