GODE SOLO L’INDUSTRIA DELLA DIFESA - LA COMMISSIONE EUROPEA STANZIA 500 MILIONI DI EURO PER ACCELERARE LA PRODUZIONE DI MISSILI E MUNIZIONI DA DARE ALL’UCRAINA (CON I FONDI DI PRIVATI E STATI SI ARRIVERA’ A UN MILIARDO) - PER LA FABBRICAZIONE POTRANNO ESSERE MOBILITATI ANCHE I FONDI DEI PNRR E QUELLI DELLA COESIONE - IL COMMISSARIO AL MERCATO INTERNO E ALL'INDUSTRIA THIERRY BRETON, HA RIBADITO L'IMPEGNO CONDIVISO CON LA NATO DI ARRIVARE AL 2% DEL PIL PER LA DIFESA IN OGNI PAESE DELL'ALLEANZA…

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Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”

 

Giorgia meloni e Thierry Breton a palazzo chigi

Almeno un milione di munizioni fabbricate nell'Ue ogni anno per sostenere la resistenza ucraina e ripopolare gli arsenali europei. La Commissione europea ha presentato ieri il suo nuovo piano per l'industria della difesa, che mette sul tavolo 500 milioni di euro in fondi Ue per co-finanziare la manifattura, e, così facendo, aumentare e accelerare la produzione di armi negli impianti europei già esistenti in una dozzina di Paesi membri, Italia compresa. In tutto, considerando gli investimenti dei privati e degli Stati, l'iniziativa di Bruxelles conta di mobilitare circa un miliardo di euro. E, non senza polemiche, punta anche a far leva sui fondi del Pnrr.

GUERRA IN UCRAINA - LE ARMI FORNITE AGLI UCRAINI

 

Il senso di urgenza è tutto condensato nell'acronimo: "Asap", che sta sì per "Act in support of ammunition production", ma vuol dire pure "fare al più presto". Per dare «ai soldati ucraini sufficienti armi per proteggere il loro Paese» e «per rafforzare le nostre capacità di difesa», ha spiegato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

 

L'obiettivo dichiarato è approvare definitivamente il piano prima dell'estate. Lo schema di gioco che l'Europa vuole replicare è quello visto nelle fasi più acute della pandemia con il sostegno agli impianti produttivi di mascherine, respiratori e vaccini, ha aggiunto il commissario al Mercato interno e all'industria Thierry Breton, che nelle ultime settimane ha visitato varie capitali Ue, tra cui Roma, e si è confrontato con i responsabili delle industrie della difesa europee (completa il tour oggi in Germania e poi, lunedì, sarà in Spagna).

gentiloni breton

 

«Dobbiamo rafforzare le catene di approvvigionamento, compresi polveri ed esplosivi», ha detto ancora Breton, evidenziando i limiti produttivi di cui soffrono in questo ambito pure gli Stati Uniti, e ribadendo l'impegno condiviso con la Nato di arrivare al 2% del Pil per la difesa in ogni Paese dell'Alleanza, un requisito essenziale «per adattarci alla nuova configurazione geopolitica». E se la coperta dei finanziamenti Ue per la difesa può sembrare troppo corta, ecco il salvagente di Bruxelles: per la fabbricazione di munizioni e missili potranno essere mobilitati anche i fondi dei Pnrr e quelli della coesione. […]

LE ARMI CHE BIDEN FARA ARRIVARE ALL UCRAINA
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