UN GOMBLOTTO TIRA L’ALTRO! LA MELONI VEDE OMBRE E COSPIRAZIONI E HA TRASFORMATO PALAZZO CHIGI NEL SUO RIDOTTO IN VALTELLINA - DIETRO LA DECISIONE DI ALLONTANARE GLI AGENTI DI POLIZIA DAL PRIMO PIANO A PALAZZO CHIGI, C'È IL CAPOSCORTA DELLA PREMIER, GIUSEPPE NAPOLI, DETTO PINO, MARITO DELLA SCURTI, SEGRETARIA STORICA DELLA DUCETTA, E AGENTE IN FORZA ALL'AISI. IL MESSAGGIO È CHE A OCCUPARSI DELLA PREMIER "DEVONO" ESSERE SOLTANTO GLI 007 DELL'AISI – “IL FOGLIO”: “MELONI ERA TIMOROSA DI AGGUATI FIN DALL’INIZIO, CONSIDERANDO PALAZZO CHIGI VENTRE MOLLE DI SPIE E MICROSPIE E PREFERENDO GLI EDIFICI DEL GRUPPO PARLAMENTARE DI FRATELLI D’ITALIA...”
Estratto dell'articolo di Michele Masneri per "Il Foglio"
Giorgia Meloni non sarà né la prima né l’ultima a subire la sindrome dell’accerchiamento, quella strana paranoia che coglie tutti i potenti a un certo certo punto, che li porta a sospettare di chiunque, e infine a circondarsi solo di amici o (in certi casi) parenti. Dopo le ultime notizie secondo cui la premier vuole sentirsi più sicura con agenti, ascensoristi, scorte, mettendo davanti a tutti gli uomini del fido Pino Napoli, marito della fida segretaria Patrizia Scurti, tornano alla memoria tanti altri casi del genere o quasi del genere.
Se un sospettato di ordire complottoni contro Meloni è Matteo Renzi, va detto che l’ex presidente del Consiglio divenne famoso a un certo punto non per un poliziotto di fiducia bensì per una vigilessa. Antonella Manzione, che da comandante dei vigili urbani di Firenze finì a capo del Dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio (contestata dalla Corte dei Conti che dette parere negativo sulla nomina per mancanza da parte della candidata dei requisiti idonei).
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La mania del complotto non ha mai portato bene, è chiaro: segnala insicurezza, spesso prelude al crollo. C’è da dire che Giorgia Meloni è stata sempre coerente in questo, era sospettosa e timorosa di agguati fin dall’inizio, ha sempre considerato palazzo Chigi ventre molle di spie e microspie, preferendo gli edifici del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia in via Uffici del Vicario.
Il culmine della paranoia e del sogno simmetrico di un rifugio “contra mundum” nella politica italiana fu però il celebre “ridotto della Valtellina”: il progetto per un bunker salvifico per i vertici della Repubblica Sociale contro tutti i nemici nacque tra i gerarchi nel ‘44 con l’’idea di portarci Mussolini e tutti i fedelissimi, e pure le ceneri di Dante (noto intellettuale di destra). Non se ne fece nulla, e finì abbastanza male.