IL GOVERNO PREPARA UN PARACADUTE PER LA “CASTA” DEI BALNEARI – LA MAGGIORANZA HA CAPITO CHE NON SONO POSSIBILI ULTERIORI PROROGHE E METTERÀ A BANDO LE CONCESSIONI DEGLI STABILIMENTI – LE ASSOCIAZIONI DEI BALNEARI PRESSANO FITTO, CHE HA TRATTATO LA “RESA” CON BRUXELLES: “DEVE PORTARE A CASA ALMENO GLI INDENNIZZI” – L'IPOTESI: CHI VINCE LA GARA DEVE LIQUIDARE IL CONCESSIONARIO USCENTE. L'ENTITÀ DELL'INDENNIZZO POTREBBE ESSERE STABILITA DA UNA PERIZIA…
-Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
Le associazioni dei balneari sono ormai rassegnate al fatto che le concessioni demaniali andranno tutte a gara. Le promesse elettorali del centrodestra contro la direttiva Bolkestein sono evaporate nella canicola agostana, e anche lo sciopero di venerdì scorso, con gli ombrelloni chiusi per due ore, non ha portato passi avanti nel dialogo con la politica.
[…] Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto tratta con la Commissione europea per evitare il deferimento dell'Italia alla Corte di Giustizia europea. Si cerca una soluzione per aiutare gli imprenditori che rischiano di perdere la concessione, ma sembra uscita dal tavolo l'ipotesi delle proroghe differenziate – al 2027 e al 2029 in base alle aree ancora "libere" nelle varie regioni – come prevedeva invece l'ultima bozza esaminata a Palazzo Chigi.
Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti, spiega che «il passaggio principale è il riconoscimento di un indennizzo, elemento cardine su cui non è possibile derogare». Quindi, chi vince la gara deve liquidare il concessionario uscente che ha investito: l'entità dell'indennizzo potrebbe essere stabilita da una perizia asseverata […]
Poi ci sono altri due punti che la Fiba Confesercenti chiede al governo di portare al tavolo della trattativa con Bruxelles: «Il diritto di prelazione come è stato riconosciuto al Portogallo, che significa dare la possibilità al gestore uscente di pareggiare il progetto migliore presentato in sede di gara per mantenere la concessione». E infine «un doveroso periodo tecnico affinché le amministrazioni siano pronte ad affrontare con omogeneità le evidenze pubbliche».
L'Antitrust, però, spinge perché le gare vengano avviate entro la fine del 2024, l'esecutivo spera di avere tempo almeno fino all'estate del 2025. «Noi siamo convinti che la politica stia lavorando con l'Europa, da questa discussione bisogna trovare un punto di equilibrio tra i princìpi europei e i diritti delle imprese, non si può dire di no a tutto», sottolinea Rustignoli che aggiunge: «Dal centrodestra al centrosinistra il consenso sul riconoscimento dell'indennizzo è trasversale, aspettiamo di avere un confronto con il governo prima che si arrivi alla legge».
Di punto d'incontro con l'Europa parla anche uno dei parlamentari più vicini ai balneari come Riccardo Zucconi di Fratelli d'Italia. L'idea di Palazzo Chigi è quella di ripartire dalla norma di Mario Draghi sugli indennizzi inserita nel ddl Concorrenza, peccato che quella misura il centrodestra non l'abbia mai voluta attuare.
Lo stesso Zucconi ammette che per arrivare a un'altra proroga ci vorrebbe «un miracolo perché il governo ha tutti contro, dalla Commissione europea che sulla Bolkestein non ci è mai venuta incontro, rigettando la mappatura, fino al Consiglio di Stato. Prendiamo atto che in queste condizioni non si può interloquire». Zucconi si dice comunque fiducioso che il ministro Fitto «riuscirà ad ottenere dalla nuova Commissione Ue un punto di caduta che tuteli il settore del turismo balneare».
E nega contrasti tra i parlamentari della maggioranza che difendono i balneari e il governo: «Io non ho un conflitto di interessi – si difende –. Ho fatto l'imprenditore turistico per quarant'anni e opero ancora in una zona turistica, ma non sono mai stato un concessionario balneare». Sugli indennizzi, Zucconi è firmatario di una proposta di legge: «Non si può solo andare alle aste e smantellare tutto, gli indennizzi sono la base, io spero che il governo riesca a strappare qualcosa di più, ma mi rendo conto che sarebbe un miracolo». […]