IL GOVERNO TIRA DRITTO: NESSUN RINVIO PER LA SCUOLA, IL 10 GENNAIO RIENTRANO TUTTI (QUELLI CHE NON SONO IN QUARANTENA O ISOLAMENTO) - BRUNETTA SCHIAFFEGGIA I SINDACATI SULLO SMART WORKING: “C’È GIÀ AMPIA FLESSIBILITÀ. INCOMPRENSIBILE INVOCARE IL LAVORO AGILE PER TUTTI”
-1 - P.A: MINISTERO, SU SMART WORKING C'È GIÀ AMPIA FLESSIBILITÀ
(ANSA) - "La linea fin qui seguita dal Governo, grazie alle vaccinazioni, al green pass e al super green pass, ha reso pienamente compatibile il massimo livello di apertura delle attività economiche, sociali e culturali con il massimo livello di sicurezza sanitaria".
Lo afferma il Dipartimento della Funzione pubblica che, con riferimento alla richiesta di smart working da parte di alcune sigle sindacali del pubblico impiego, ricorda che "la normativa e le regole attuali già permettono ampia flessibilità per organizzare sia la presenza, sia il lavoro a distanza, tanto nel lavoro pubblico quanto nel lavoro privato".
"Le amministrazioni pubbliche, in particolare, sulla base delle linee guida recentemente approvate con il consenso di tutti (sindacati, Governo, amministrazioni centrali e locali), possono decidere la rotazione del personale consentendo il lavoro agile anche fino al 49% sulla base di una programmazione mensile, o più lunga", evidenzia la nota del dipartimento per la funzione pubblica, in cui si ricorda anche che "la maggior parte dei dipendenti pubblici (gli addetti della scuola, della sanità e delle forze dell'ordine, che rappresentano circa i due terzi dei 3,2 milioni totali) sono soggetti all'obbligo di vaccino e, in larghissima maggioranza, sono tenuti alla presenza".
"Alla luce della grande flessibilità riconosciuta alle singole amministrazioni e dell'esigua minoranza di dipendenti pubblici che potrebbe realmente lavorare da casa, risulta, dunque, incomprensibile l'invocazione dello smart working per tutto il pubblico impiego. Un 'tutti a casa' come sperimentato, in assenza dei vaccini, durante la prima fase della pandemia nel 2020, legato al lockdown generalizzato e alla chiusura di tutte le attività economiche e di tutti i servizi, tranne quelli essenziali. Non è questa la situazione attuale".
2 - SCUOLA, IL GOVERNO CONFERMA: NESSUN RINVIO, TUTTI IN AULA IL 10 GENNAIO
Non slitta il rientro a scuola dopo le feste natalizie. Il governo fa sapere di essere orientato a mantenere la data del 10 gennaio per il ritorno degli studenti sui banchi, nonostante l'impennata dei contagi e la corsa della variante Omicron. Lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della conferenza di fine anno aveva assicurato che non ci sarebbero stati posticipi.
E, nonostante l'aggravarsi del quadro epidemiologico, la linea non sarebbe cambiata nelle ultime ore. Oggi il governatore campano, Vincenzo De Luca, aveva chiesto un posticipo di 20-30 giorni dei rientri in aula. Ma dal governo non dovrebbero arrivare sorprese: il calendario scolastico resterà invariato.
Il ritorno a scuola era previsto per venerdì 7 gennaio anche se in molte regioni è stato posticipato a lunedì 10. E' questo il caso di Veneto, Campania, Liguria, Molise, Piemonte, Puglia, Valle d'Aosta e provincia di Bolzano. Ma intanto cresce il numero di chi vorrebbe spostare il ritorno tra i banchi di 20/30 giorni.
E' il caso del governatore della Campania Vincenzo De Luca: "Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un'altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca.
"Non sarebbe una misura ideale - dice - ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico". Una proposta che per ora no trova grande seguito
Il sottosegretario alla salute Andrea Costa ha ricordato come per il rientro a scuola «abbiamo stanziato risorse importanti, abbiamo avuto la disponibilità della struttura commissariale del commissario Figliuolo e siamo convinti di rispettare la riapertura dell'anno scolastico: è un obiettivo che dobbiamo assolutamente centrare e siamo convinti che attraverso un monitoraggio e uno screening dei tamponi possiamo creare queste condizioni". Il governo ha predisposto una serie di nuove regole. Nella scuola dell'infanzia i prof dovranno indossare le mascherine Ffp2, così come nelle classi delle primarie e secondarie dove ci sono alunni che non hanno la mascherina perché esentati per specifici motivi. Potrebbe però cambiare anche il sistema di quarantene e Dad per gli studenti, dopo le proposte delle Regioni avanzate al Governo.
Visto l'avvio della campagna vaccinale per la fascia 5-11, anche per le scuole elementari e la prima media - così come già succede per le superiori - l'ipotesi è di prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l'autosorveglianza (5 giorni) per i ragazzi vaccinati e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest'ultimo caso laddove previsto) e test al termine dell'isolamento per i non vaccinati. Nelle scuole dell'infanzia resterebbe la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. La proposta avrebbe trovato diversi punti di condivisione da parte del Governo e questi nuovi provvedimenti potrebbero essere decisi a breve.
Ed è il potenziamento nell'attività di screening l'arma messa in campo, assieme ad una distribuzione massiva di mascherina Ffp2, con il decreto legge approvato il 23 dicembre. In questo ambito sono stati stanziati 9 milioni per il tracciamento e i laboratori militari, più altri 14,5 milioni per il personale della sanità militare e 5 milioni per l'acquisto di mascherine per il personale delle scuole dell'infanzia, a contatto con i bambini fino a 6 anni, esonerati dall'uso e con chi è a contatto con studenti più grandi che non la portano per particolari fragilità. La Difesa, inoltre, ha messo in campo 11 laboratori in 8 regioni per affiancare nello screening le Asl, sotto pressione con l'aumento dei positivi. Finora il personale militare ha effettuato circa 20 mila tamponi in 470 scuole. Intanto oggi il Ministero dell'Istruzione ha avviato la rilevazione del fabbisogno di Ffp2 da distribuire. I dirigenti scolastici dovranno indicare i quantitativi necessari entro il prossimo 4 gennaio in modo che la distribuzione possa essere organizzata in tempo per il rientro.
Che il ritorno tra i banchi comporti rischi ne è convinto Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe: la scuola rappresenta un bacino di contagi. È chiaro che non avendo lavorato sugli aspetti strutturali, possiamo modificare quanto vogliamo le modalità di screening e quarantena, ma con questa circolazione virale così alta bisogna fare delle valutazioni. Se decidiamo di tenere aperte le scuole bisognerà chiudere qualcos'altro perché non abbiamo tanti margini per far circolare il virus", ha concluso.
Per i sindacati il rientro è imprescindibile da una riorganizzazione dei servizi e soprattutto non deve comportare il ripetersi degli errori commessi in passato. "La ripresa delle attività didattiche - per la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi - non deve riprodurre modelli che già si sono rivelati ingestibili. Ricordo con molta preoccupazione l'esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l'attenzione dell'insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al Pc".
Tutti d'accordo invece nel no a vietare la scuola in presenza ai bimbi non vaccinati, obbligandoli a restare in Dad: "Non si può pensare di discriminare i bambini - ha detto la sottosegretaria all'Istruzione, Barbara Floridia. - prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza. Si continui ad investire risorse per la sicurezza, anzi si aumentino le risorse per la scuola, e si migliori il protocollo affinché sia più efficace. Ma le scuole devono restare aperte!».