IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI – L'ACCORDO DI SICUREZZA FIRMATO A KIEV DALLA DUCETTA E VOLODYMYR ZELENSKY È CARTA STRACCIA! A DIFFERENZA DEGLI ALTRI PAESI, CHE HANNO SIGLATO INTESE SIMILI, L’ITALIA NON HA INDICATO I FONDI MESSI A DISPOSIZIONE PER KIEV (NON CI SONO QUATTRINI) – LO SGARBO DI MACRON, CHE NON SI È COLLEGATO CON IL G7, ROVINA LA FESTA ALLA THATCHER DELLA GARBATELLA
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1. MELONI A KIEV: TACE SUI FONDI E VA ALLO SCONTRO CON MACRON
Estratto dell'articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”
Doveva essere il vertice per rivendicare la “nuova centralità” tanto sbandierata da Giorgia Meloni in politica estera. Invece a Kiev, nell’anniversario dei due anni dalla guerra della Russia all’Ucraina, la presidente del Consiglio non porta più il presidente francese Emmanuel Macron e quello tedesco Olaf Scholz (come invece avvenne con Mario Draghi due anni fa), ma la fedelissima presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il premier canadese Justin Trudeau e quello belga Alexander De Croo.
E nel giorno in cui a Roma si apre uno scontro istituzionale con il Quirinale perle violenze di venerdì della polizia a Pisa, Meloni deve guidare il G7 da Kiev con una grana anche diplomatica: Macron ha deciso di non partecipare alla riunione cui invece hanno preso parte tutti i capi di Stato e di governo del G7 […]. Al suo posto c’era il ministro degli Esteri Stephane Sejourne.
LA PREMIER […] ha voluto glissare sull’assenza del presidente francese: lo ha salutato parlando di “giornata difficile” e di assenza “comunicata in anticipo”. “D’altronde – ha aggiunto Meloni – non potevamo certo spostare il G7”. Che però il presidente francese sia centrale […] lo ha dimostrato anche la telefonata con il presidente americano Biden in cui il primo ha illustrato il vertice di lunedì a Parigi e confermato la volontà di continuare a sostenere Kiev.
La sortita del presidente francese, che rivendica centralità, però non è piaciuta a Roma. E lo dimostra il contro-vertice organizzato proprio da Macron per lunedì a Parigi: non solo Meloni non parteciperà, ma il governo italiano sta pensando di non mandare nemmeno il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Al suo posto potrebbe partecipare l’ambasciatrice italiana a Parigi Emanuela D’Alessandro o il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli.
Un modo per rispondere diplomaticamente all’Eliseo.
Il resto della giornata a Kiev di Meloni è una grande passerella ad uso e consumo delle telecamere (dall’Italia nessun giornalista di un quotidiano è stato portato, solo televisioni e agenzie di stampa).
Meloni prima ha visitato con Volodymyr Zelensky l’aeroporto di Hostomel dove due anni fa l’esercito di Kiev respinse il tentativo di far diventare lo scalo cargo in una testa di ponte. Poi si è spostata a Palazzo Mariinskyi dove il presidente ucraino ha firmato un accordo di Sicurezza con il governo italiano e canadese.
Quello con Roma […] prevede il sostegno militare a Kiev, anche con una risposta in 24 ore. Peccato che se tutti gli altri Paesi, compreso il Canada (2,5 miliardi), abbiano indicato i fondi messi a disposizione per Kiev, il governo italiano ieri abbia continuato a non farlo. Meloni non ha risposto sull’argomento a una domanda in conferenza stampa e nemmeno il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ha dato indicazioni precise sui numeri ai cronisti presenti.
Per il resto, a una domanda di una giornalista ucraina, Meloni ha confermato a Zelensky che l’Italia continuerà a mandare armi pur senza potersi impegnare con precisione: “Siamo all’ottavo pacchetto, continueremo a fare il possibile”, ha detto la premier. Von der Leyen ha ricordato l’impegno da 50 miliardi dell’Unione europea. […]
2. IL CONTRO-VERTICE DI MANU PER LE EUROPEE
Estratto dell’articolo di Luana De Micco per “il Fatto quotidiano”
Alla fine è stato il ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné, a partecipare per la Francia al G7 in videoconferenza di ieri, il primo sotto la presidenza italiana e con la premier Giorgia Meloni simbolicamente a Kiev, nel giorno del secondo anniversario dell’invasione di Mosca, anche per la firma di un accordo bilaterale sulla sicurezza (come quelli già firmati da Kiev con Berlino, Londra e Parigi). Si è fatta notare l’assenza di Emmanuel Macron.
[…] La data del vertice del G7 capita dunque male per il presidente francese che è stato tutto il giorno a far fronte alla rabbia degli agricoltori. Macron inoltre aveva già ricevuto all’Eliseo venerdì scorso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per firmare l’accordo sulla sicurezza e promettere nuovi aiuti militari a Kiev.
Un’intesa franco-ucraina che prevede “fino a 3 miliardi di euro” di aiuti da parte di Parigi nel 2024. L’assenza di Macron al G7 è stata percepita comunque come una diserzione. Al di là delle questioni di agenda, i rapporti “altalenanti” tra Meloni e Macron non sono mai stati un mistero, e non lo sono ora che le elezioni europee si avvicinano, mentre i sondaggi in Francia indicano una probabile vittoria dell ’estrema destra e preoccupa l’avvicinamento di Meloni con il movimento estremista di Eric Zemmour, Reconquête, entrato nel gruppo dei Conservatori e riformisti (Ecr).
Lunedì il presidente francese, che non nasconde di temere la “stanchezza” degli alleati europei, organizzerà a Parigi una nuova riunione in favore dell’Ucraina, in presenza di capi di Stato e di governo, per “studiare nuovi strumenti per rafforzare la cooperazione” con Kiev, si legge in un comunicato dell’Eliseo. Una sorta di controvertice, a cui in tutta risposta la premier Meloni ha detto che non parteciperà. In un primo tempo era atteso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, la cui presenza ieri sera non era assicurata.