GRILLINI, ORA CHE FARE? - BEPPE GRILLO CHIUDE LA PORTA IN FACCIA ALLA LEGA: “NON DOBBIAMO CADERE NELLA TRAPPOLA DI SALVINI” - NEL GRUPPO PARLAMENTARE M5S, LA MAGGIORANZA NON VUOLE PIU’ “IL CAPITANO” - L’UNICO INCERTO E’ DI MAIO: SA CHE IL PD POTREBBE METTERE UN VETO SU DI LUI E PREFERIRGLI FICO - ECCO PERCHE’ POTREBBE RICORRERE A UNA VOTAZIONE SU ROUSSEAU PER LA PERMANENZA AL GOVERNO E L’EVENTUALE CAMBIO DI MAGGIORANZA: GLI ELETTORI GRILLINI SONO OSTILI AL PD…

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grillo fico di maio

Alessandro Trocino per www.corriere.it

 

Luigi Di Maio non vuole ancora pronunciare la frase definitiva, perché il punto di non ritorno con Salvini non è stato raggiunto. E non è detto che ci siano nuovi colpi di scena. Ma molto sembra spingere nella direzione di un cambio di rotta repentino. Tra i 5 Stelle i toni contro la Lega sono altissimi. E le aperture al Pd inaspettatamente ampie. Bisogna però capire, e questo è il vero nodo politico che si dovrà sciogliere a breve, se non si tratti semplicemente di una tattica, di un modo per costringere Matteo Salvini a camminare sui ceci e a tornare a condizioni punitive al governo.

 

LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI

I GRUPPI SONO PRO DEM

Il primo segnale anti Lega lo dà Grillo, che nelle ultime 48 ore si è sentito più volte con Luigi Di Maio, e che si è espresso con chiarezza, in scia con il post di qualche giorno fa: «Non dobbiamo cadere nella trappola di Salvini». Come è noto, la linea politica al momento la decide Di Maio. E il fondatore si è tenuto a lungo in disparte dai giochi politici, quindi bisogna capire se e quanto sarà tenuta in considerazione la sua opinione.

 

Ma a rafforzare questa tesi c’è anche la posizione dei gruppi parlamentari, che a maggioranza schiacciante sono per la prosecuzione della legislatura, ma non del governo. In sostanza, sono per sopravvivere e per l’interlocuzione con il Pd. La stessa tesi di Grillo, che avrebbe sostenuto con i vertici la necessità di dialogare con il nemico di sempre.

 

DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

I DUBBI DEL CAPO POLITICO

E Di Maio? La sua è la posizione più difficile. Il leader politico sente il fiato sul collo di Roberto Fico e sa che il Pd potrebbe decidere di mettere il veto sulla sua persona, chiedendo come condizione preliminare alla trattativa un ricambio della classe dirigente. Il leader politico (che tale rimarrà, visto che il mandato proseguirà) è combattuto. Con i suoi si è sfogato: «Il Pd resta il nostro nemico numero 1, come faccio ora a parlare con loro?».

 

Di Maio è politicamente più vicino alla Lega e probabilmente preferirebbe andare avanti, evitando scossoni. Eppure, con un realismo politico che solo i militanti più ingenui credano che non alberghi anche nel Movimento, è pronto a cambiare bandiera. Nel suo entourage si spiega che «Luigi, dopo i casini fatti da Salvini, è pienamente legittimato a fare un percorso con il Pd».

zingaretti di maio

 

I MILITANTI E IL VOTO ONLINE

Il problema sarà anche farlo digerire alla base. Se Di Maio decidesse di turarsi il naso e stare con «il partito di Bibbiano», sfoderando il suo sorriso migliore a Nicola Zingaretti, non si potrebbe far passare un ribaltone di questa portata come se niente fosse. Per questo ai piani alti si sta pensando seriamente di mettere ai voti su Rousseau la permanenza al governo e l’eventuale cambio di maggioranza. Anche se, si ragiona in queste ore guardando anche i social, i militanti sono molto ostili al Pd.

 

LO SHOW DOWN DI MARTEDÌ

DI MAIO SALVINI CONTE

Tutto si deciderà martedì, giorno dello show down al Senato. Il premier Conte farà le sue dichiarazioni. A quel punto ci sono diversi scenari. Potrebbe dirigersi al Quirinale, per dimettersi. Oppure potrebbe mettere ai voti le risoluzioni dei partiti. I 5 Stelle stanno valutando se presentarne una. Se la presentassero e Salvini dicesse sì, ripartirebbe il governo, su basi da ricontrattare. Ma alcuni pensano sia inopportuno: «Perché dovremmo presentare una risoluzione? Per dare una mano alla Lega? Se lo sbrighi da solo il casino che ha fatto».