NELLA GUERRA FRATRICIDA GRILLO-CONTE COME SI SCHIERANO GLI ELETTI PENTASTELLATI? - DA BONAFEDE E TAVERNA VICINI ALL'AVVOCATO DI PADRE PIO (NIENTE), A TONINELLI E SPADAFORA FEDELI ALL’ELEVATO, I PENTASTELLATI SI SPACCANO - ATTENZIONE: LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTI M5S È GIÀ AL SECONDO MANDATO E SPERA CHE L' EX PREMIER RIESCA A TROVARE IL MODO, COME HA ASSICURATO ALMENO PER I PIÙ MERITEVOLI, DI BYPASSARE IL DIVIETO DI UNA TERZA ELEZIONE. GRILLO INVECE HA PROMESSO…
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Cesare Zapperi per il Corriere della Sera
Ma nella guerra fratricida tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo per la guida del nuovo Movimento 5 Stelle gli esponenti più noti come si schierano? Chi sta dalla parte del nuovo capo in pectore (ammesso che il disegno si realizzi) e chi, invece, non abbandona il fondatore e garante? Potranno sembrare domande oziose, quasi un gioco di società (il risiko degli eserciti in campo), ma servono a misurare i rapporti di forza, e a capire cosa potrebbe succedere in caso di rottura confermata.
Con la consapevolezza che si tratta di indicazioni di massima che devono tenere conto da un lato di una situazione in turbinosa evoluzione e dall' altro di variabili anche personali che possono determinare scelte oggi non prevedibili.
Ciò premesso, detto che il Movimento 5 Stelle ad oggi può contare su 237 parlamentari (altri 108 se ne sono andati o sono stati espulsi, schematicamente si attribuiscono a Grillo i deputati (162) e a Conte i senatori (75), in base al fatto che a Palazzo Madama la maggioranza degli eletti pentastellati è già al secondo mandato e spera che l' ex premier riesca a trovare il modo, come ha promesso almeno per i più meritevoli, di bypassare il divieto di una terza elezione fermamente difeso dal fondatore.
Ma entriamo nel dettaglio, facendo nomi e cognomi. Con Grillo ci sono sicuramente alcuni volti storici del Movimento. È il caso di Carla Ruocco, già a suo tempo nel direttorio con Luigi Di Maio, Roberto Fico e Alessandro Di Battista. Oppure di Danilo Toninelli, indimenticato ministro alle Infrastrutture nel primo governo guidato da Conte, quello gialloverde.
Con il garante sono schierati anche l' ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, il capogruppo alla Camera Davide Crippa e il deputato (nonché sottosegretario alla Difesa nei governi Cone I e II) Angelo Tofalo. Con loro quasi tutti i deputati alla prima esperienza parlamentare fedeli ad una delle regole fondamentali del M5S ma anche preoccupati, visti anche i pochi posti che rimarranno disponibili per il combinato disposto del calo dei consensi e del taglio dei parlamentari, di non avere più chance di rielezione.
Con Giuseppe Conte, invece, sono schierati in gran parte i senatori. Sono sicuramente al fianco dell' ex premier nel tentativo di dare vita ad un nuovo Movimento 5 Stelle i tre che venerdì sera sono stati a casa sua per oltre due ore per individuare possibili vie d' uscita dall' impasse. Sono il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, il capogruppo a Palazzo Madama Ettore Licheri.
Ma sta sicuramente con Conte anche l' ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, non foss' altro per coerenza visto che fu lui a portare l' avvocato nella cerchia del Movimento.
E poi, come sempre succede quando si verifica uno scontro tra due poli opposti, c' è chi, anche solo apparentemente magari, non si schiera.
Vuoi per non fare una scelta ricoprendo al momento un ruolo istituzionale, vuoi per non pregiudicarsi possibilità future. Finora non hanno preso posizione, e non è certo un caso, le due figure di maggior spicco del Movimento come il ministro degli Esteri, già capo politico del Movimento, Di Maio, e come il presidente della Camera, leader degli «ortodossi», Roberto Fico.
Tra coloro che son sospesi (nel giudizio) anche Stefano Buffagni, ora deputato e in precedenza viceministro allo Sviluppo economico nel secondo governo Conte.