LA GUERRA TRA SALVINI E MELONI SULLE NOMINE NON E’ FINITA: E’ IN BALLO IL DESTINO DI STEFANO DONNARUMMA - IL MANAGER, CHE HA DOVUTO MOLLARE LA POLTRONA DI AD DI TERNA E NON HA AVUTO QUELLA DI AD DI ENEL, NON HA UNA POLTRONA DI PESO - SALVINI NON LO VUOLE NÉ A RFI NÉ A FERROVIE: LE CONSIDERA “ROBA SUA” (IL GRUPPO GESTIRA’ 24 MILIARDI DEL PNRR E INSIEME AD ANAS DOVRA’ REALIZZARE IL PONTE DI MESSINA) - “LA STAMPA”: “CHI HA TRATTATO HA VISTO UNA MELONI PIÙ VULNERABILE. COSÌ, NELLA LEGA SI FA UN RAGIONAMENTO: LA PREMIER NON VIVE PIÙ LA LUNA DI MIELE DEI PRIMI MESI. E ORA SI PUNTA ALLE EUROPEE…”

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GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo Francesco Olivo per “la Stampa”

 

Che fare ora di Stefano Donnarumma, il manager che sembrava destinato a Enel per volontà di Giorgia Meloni e che invece è rimasto alla porta per la tenace contrarietà di Matteo Salvini? Attorno al suo nome si potrebbe consumare il secondo tempo della grande battaglia delle nomine di Stato. […] da ieri Donnarumma non è neanche più ad di Terna […] Le nomine segnano l'inizio della lunga campagna elettorale che porterà alle Europee e che metterà gli uni contro gli altri armati Fratelli d'Italia e Lega […]

STEFANO DONNARUMMA

 

[…] si torna a Donnarumma. In pochi credono che alla fine andrà davvero a Rfi, come fatto filtrare da uomini di fiducia della premier. Un'ipotesi che Salvini non ha preso molto bene. Raccontano che furioso abbia fatto arrivare al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, braccio destro di Meloni, un messaggio di disappunto. Di certo, agli amici leghisti ha detto: «Ho fatto tanto per non avere Donnarumma a Enel e secondo voi me lo ritrovo a Rfi? Non esiste».

meloni salvini

 

Il leghista considera la società delle rete ferroviaria, controllata del Gruppo Fs, un proprio dominio. Vale 24 miliardi del Pnrr ma soprattutto sarà attrice protagonista assieme ad Anas della realizzazione del Ponte di Messina, l'opera su cui Salvini ha scommesso la propria sopravvivenza politica in vista delle Europee. C'è un altro dato da tenere in considerazione, sul fronte più puramente aziendale. Donnarumma fu colui che scalzò l'attuale ad di Fs Luigi Ferraris da Terna.

 

Se il manager rimasto senza poltrona andasse a Rfi, si troverebbe sotto il suo predecessore alla società della rete. Non solo, secondo fonti ufficiali del Gruppo Fs la notizia sulla sua nomina a Rfi risulterebbe «priva di ogni fondamento». Più probabile, sostengono altre fonti aziendali informate, che vada a Cdp Venture Capital, in attesa di capire se potrà mettere a frutto le competenze acquisite in Terna nella futura rete unica.

 

luigi ferraris foto di bacco

L'esito della trattativa delle nomine ha lasciato alcuni strascichi e in qualche modo potrà diventare un precedente. Per la Lega, e parte di Forza Italia, aver arginato Meloni è stato un successo che va anche al di là del risultato ottenuto sulle partecipate. Aver imposto i propri nomi su un colosso come Enel non era affatto scontato.

 

Poco prima della svolta nel vertice notturno tra martedì e mercoledì, in molti nel Carroccio, ma anche tra gli azzurri, credevano che per Cattaneo e Scaroni non ci fossero molte chance. E invece la premier ha ceduto. Chi ha trattato ha visto una Meloni più vulnerabile. Così, nella Lega si fa un ragionamento: la premier non vive più la luna di miele dei primi mesi.

 

matteo salvini giorgia meloni alla camera dei deputati

[…] le Europee […] sono al centro delle riflessioni di Salvini, che martedì ha incontrato il presidente del Rassemblement National di Marine Le Pen. Mentre il 13-14 maggio il leader della Lega potrebbe essere a Lisbona al summit dell'estrema destra mondiale, organizzato dal partito lusitano Chega, il cui leader André Ventura ha affermato di aver avuto la conferma da Salvini, oltre che dall'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, mentre Donald Trump deve ancora sciogliere la riserva. Un congresso quindi potenzialmente esplosivo, indirettamente anche per l'immagine dell'esecutivo e quindi per Meloni […]

PAOLO SCARONI ENEL
flavio cattaneo italo