PER IL GUSTO DI FARE UN DISPETTO AI GRILLINI, LA DESTRA SI DIMENTICA DEI POVERI - SFRUTTANDO L’ASSIST DELLE NOTIZIE SU ABUSI E TRUFFE, LEGA E FRATELLI D’ITALIA VOGLIONO SMONTARE IN PARLAMENTO IL REDDITO DI CITTADINANZA, MISURA BANDIERA DEL M5S: IL PARTITO DI SALVINI VUOLE DESTINARE QUEI 9 MILIARDI AI DISABILI, LA MELONI SI CONFERMA CONTRARIA ("SIAMO GLI UNICI A NON AVERLO MAI VOTATO") - SULLA PARTITA DELLE TASSE...

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Luca Monticelli e Francesco Olivo per “La Stampa

 

GIORGIA MELONI CON MATTEO SALVINI SULLO SFONDO

Nel giorno in cui la manovra approda in parlamento la destra alza il tiro contro il reddito di cittadinanza. Le notizie di abusi e truffe di questi ultimi giorni hanno dato l'assist a Lega e Fratelli d'Italia per condurre un'offensiva coordinata, ma forse effimera.

 

Da un parte Matteo Salvini, «Va lasciato solo a chi non può lavorare», dall'altra Giorgia Meloni, «Siamo contrari», dice, aggiungendo una stoccata all'alleato «siamo l'unico partito a non averlo mai votato».

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Ieri poi sono intervenuti anche i presidenti delle Regioni governate dalla Lega: «Il rifinanziamento del reddito di cittadinanza impegna ingenti risorse su una scelta assistenzialista - si legge in un comunicato congiunto - ed espone il Paese a truffe milionarie a danno dei conti pubblici».

 

«È una manna dal cielo per ladri e truffatori», aggiungono Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, capigruppo di Senato e Camera. Insomma, un'offensiva in piena regola. Ma al di là della durezza dei toni, fonti del Carroccio sottolineano come non si voglia in nessun caso arrivare all'abolizione del provvedimento, «il nostro bacino elettorale urbano sono le periferie, sarebbe assurdo chiedere di togliere di netto un sostentamento alle persone in difficoltà».

REDDITO DI CITTADINANZA 9

 

Quello che la Lega tenterà di fare è cercare di ridurre lo stanziamento previsto per il reddito di cittadinanza, a oggi 9 miliardi, per destinarlo ad altri scopi, come l'assistenza ai disabili.

 

Il governo però non pare intenzionato a concedere molto. Dal Carroccio si conta di ottenere qualcosa, ma l'accordo sulle modifiche del reddito di cittadinanza trovato nell'incontro di martedì scordo (dal quale la Lega è stata esclusa) non cambierà in maniera sostanziale.

 

REDDITO DI CITTADINANZA

Fratelli d'Italia, che ieri ha riunito il suo direttivo, rilanciando l'appuntamento di Atreju, a dicembre, si prepara a un'opposizione «responsabile», sia perché Meloni è stata considerata da Draghi nei passaggi più critici della stesura, sia per non pregiudicare l'armonia del centrodestra, anche ieri sottolineata nel vertice.

 

Se la battaglia sul reddito di cittadinanza sarà soprattutto di bandiera, magari con qualche emendamento appoggiato anche dai renziani, la trattativa vera il Carroccio la farà sulle tasse.

 

reddito di cittadinanza

La priorità è il superamento dell'Irap, convogliando più risorse possibili per sostenere le richieste delle imprese. Sul piatto ci sono 8 miliardi da ripartire e l'intesa va trovata in Parlamento e con il Mef.

 

Il Pd spinge su un alleggerimento del carico sulla busta paga, mentre per aiutare le aziende i democratici propongono la cancellazione dei contributi sugli assegni familiari pagati dal datore di lavoro. Una linea condivisa dal Tesoro che vorrebbe privilegiare il taglio del cuneo dei dipendenti.

 

tasse aumenti 2021

L'altro tema che sta a cuore a Matteo Salvini è la flat tax per le partite Iva: l'idea è quella di alzare il tetto di reddito da 65 a 100 mila euro per poter beneficiare dell'aliquota al 15%. Difficile che l'esecutivo intervenga in legge di bilancio, è una questione che verrà affrontata con la riforma delle imposte.

 

tasse in aumento per il 2021

È nel decreto fiscale, sempre all'esame del Senato, che la Lega potrebbe portare a casa una proroga per le scadenze della rottamazione. È una partita sulla quale sono allineati Forza Italia e il Pd, che hanno presentato diversi emendamenti per spostare il termine del pagamento delle rate arretrate della rottamazione ter e del saldo e stralcio.

 

L'ultimo rinvio firmato dal ministro Daniele Franco è stabilito al 30 novembre, il pressing dei partiti ha intenzione di allungarlo al 31 dicembre. L'alternativa, più complicata, è spalmare il saldo in quattro rate trimestrali, la prima da versare entro la fine dell'anno.