FLASH! – VABBÈ CHE È STATA SLATTATA ALLA GARBATELLA, RIDENTE QUARTIERE DI “AHÒ!” E “CHECCAZZO GUARDI?”, MA UNA VOLTA APPOLLAIATA A PALAZZO CHIGI, IL PREMIER GIORGIA MELONI NON HA UNO STRACCIO DI CONSIGLIERE DIPLOMATICO CHE LE SUSSURRI ALL’ORECCHIO CHE DAVANTI AL PONTEFICE IL PROTOCOLLO VATICANO VIETA DI VESTIRSI IN BIANCO? (DAL CERIMONIALE DELLA SANTA SEDE: DONNE SOLO IN SCURO, BRACCIA COPERTE, CAPELLI LEGATI E SENZA GIOIELLI. PRESENTARSI BIANCOVESTITI È PERMESSO SOLO ALLE REGINE CATTOLICHE E ALLE CONSORTI DI RE CATTOLICI) – ALTRA GAFFE STORICA: DA QUALE MISTERO GLORIOSO ARRIVA TUTTA QUELLA CONFIDENZA DELLA SORA GIORGIA CON PAPA FRANCESCO: LA CAREZZA SUL BRACCIO E QUELLA MANINA POSATA SULLA SCHIENA? IL PROTOCOLLO VUOLE CHE IL PONTEFICE NON SI TOCCHI. TI TOCCA LUI, SE VUOLE. OPPURE TI PORGE LA MANO DA STRINGERE O DA BACIARE (ALTRO CHE L’ARMOCROMISTA DI ELLY SCHLEIN, QUI CI VUOLE L’ESORCICCIO…)
PAPA FRANCESCO A MELONI, OGGI CI SIAMO VESTITI UGUALI...
(ANSA) - ROMA, 12 MAG - Giorgia Meloni si presenta vestita di bianco, con giacca longuette e pantaloni, al convegno sulla natalità e Papa Francesco, in un clima di cordialità e confidenza, scherza sul colore della mise della premier: "Oggi - dice il Pontefice - ci siamo vestiti uguali...". La scena è avvenuta al termine dei loro interventi agli Stati Generali della natalità, mentre i due lasciavano il palco salutandosi calorosamente.
GIORGIA MELONI VESTITA DI BIANCO ACCANTO AL PAPA: UN ERRORE DI DRESS CODE?
Sul palco dell’Auditorium della Conciliazione di Roma, in occasione degli Stati Generali della Natalità, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sfoggiato un lungo cappotto bianco, strutturato e minimale, per sedere accanto a Papa Francesco, che indossava il tradizionale abito talare. Il risultato è stato uno strano effetto coordinato: a un rapido colpo d'occhio, la presidente e il pontefice sembravano vestiti allo stesso modo. Non a caso, persino il pontefice lo ha fatto notare con una battuta sulla mise della premier: "Oggi siamo vestiti uguali", ha dichiarato in tono scherzoso alla fine del convegno.
Puntare sul bianco per incontrare il Papa non è una scelta particolarmente felice: pur non trovandosi in Vaticano, dove vige un dress code che richiede di optare per una precisa gamma cromatica, l’abbigliamento candido di fronte al pontefice è una possibilità che spetta solo alle regine e alle consorti dei re di religione cattolica.
Si chiama privilegio del bianco, ed è un protocollo che, pur essendo facoltativo dagli anni Ottanta, viene tradizionalmente rispettato. Attualmente, solo sette donne al mondo possono indossare il bianco dinanzi al Papa: la regina Letizia di Spagna e l’ex regina Sofia di Spagna, la regina Mathilde del Belgio e l’ex sovrana Paola del Belgio, la granduchessa Maria Teresa di Lussemburgo, la principessa Charlène di Monaco e la principessa Marina di Savoia. Tutte le altre, regine non cattoliche, capi di stato o mogli di capi di stato, non godono di questo privilegio, e dovrebbero, da protocollo, vestire di scuro e ancora meglio di nero, con tanto di veletta in testa (come fece impeccabilmente Melania Trump, e, prima di lei, Lady Diana).
Il protocollo vaticano per le udienze papali prevede inoltre che le donne indossino le maniche lunghe, portino capi formali e un velo sulla testa. Il taglio deve essere sobrio, coprente (niente scollature, braccia scoperte e niente gonne sopra al ginocchio) e l’outfit non va accompagnato da accessori troppo vistosi.
Dalla decadenza di tale obbligo alcune leader si sono presentate in udienza papale con variazioni sul tema, alcune considerate eccessive dall’opinione pubblica, come Raissa Gorbaciova che osò con il rosso dinanzi a Giovanni Paolo II, o Cherie Blair che suscitò non poche polemiche, in patria e oltreconfine, per aver sfoggiato il bianco di fronte a papa Benedetto XVI. Nel 2014 la regina Elisabetta optò invece per il lilla in una delle numerose udienze papali a cui presenziò durante il suo lungo regno.
Giorgia Meloni non si trovava in Vaticano o in udienza papale, ma scegliere il total white per condividere il palco con il pontefice è una scelta non corretta, sebbene non 'vietata': l’ampia palette di colori che avrebbe avuto a disposizione fa pensare a una volontà di associarsi alla sovranità. E a un evidente bisogno di avvalersi della consulenza di un’esperta di immagine a conoscenza delle nozioni base di diplomazia della moda.