HACKERATI E MAZZIATI - GRILLO FA “MEA CULPA” SUL BLOG CON UN ARTICOLO CONTRO I SISTEMI DI SICUREZZA INTERNA: “SONO PESSIMI” - E LA DENUNCIA SUL RUOLO "PESANTE" DEI PIRATI INFORMATICI: “POSSONO SPOSTARE L'ESITO DELLE PROSSIME ELEZIONI..."
-Alvise Losi per il “Corriere della sera”
Che cosa sta accadendo dentro M5S sulla vicenda degli attacchi hacker? Ieri sul blog di Grillo è apparso un post che segna un passaggio: non solo l' attacco ai «nemici esterni», ma anche un' autocritica molto forte. Una piccola rivoluzione per il Movimento. Rivoluzione autorizzata, beninteso. La questione degli attacchi informatici alla piattaforma Rousseau, colpita più volte nelle ultime settimane, tiene banco tra i grillini.
In un articolo pubblicato ieri sul sito di Beppe Grillo, pur insistendo sulla possibilità che gli hacker possano «spostare l' esito delle prossime elezioni», si contesta la «gestione pessima della cyber sicurezza interna da parte del M5S» e «alcune pratiche digitali e organizzative autocratiche del suo sistema».
Parole scritte pixel su pixel da Rufo Guerreschi, direttore esecutivo di Open Media Cluster, associazione non profit che opera nell' ambito della sicurezza informatica. Guerreschi si definisce «attivista della democrazia diretta dal 2000» ed è iscritto al Movimento dal 2011, anche se «con dei dubbi, perché non mi era chiaro se dietro all' assenza di trasparenza ci fosse un approccio superficiale o altro». Il tema, riconosce Guerreschi, è difficile da affrontare nel M5S, ma «forse è arrivato il momento per criticare apertamente e radicalmente».
Guerreschi ha conosciuto Grillo nel luglio del 2016, quando, in vacanza in Sardegna, è riuscito ad avvicinarlo per parlargli del tema della cyber security. «Passai con lui un' ora e mezza per spiegargli i problemi di sicurezza di Rousseau», racconta, «e ne ho ricavato una sensazione di ignoranza: Grillo non era cosciente dei dispositivi necessari per portare avanti questo tipo di democrazia diretta». L' esperto fa l' esempio di alcuni partiti esteri che per ovviare ai rischi di attacchi hanno adottato una forma di voto online palese, così da consentire a ogni utente di controllare che il proprio voto non sia mutato.
Grillo suggerì al suo interlocutore di confrontarsi con Davide Casaleggio, ma in un anno non si è mai presentata l' occasione. «Sapevo da Davide Barillari (consigliere regionale M5S del Lazio, ndr ) che su questi temi non c' è confronto nel Movimento: si prende per buona la linea dettata dall' alto», riconosce Guerreschi. «Criticai Grillo per queste contraddizioni e mi rispose che ne era consapevole, ma in attesa della creazione di una classe dirigente il compromesso era l' accentramento del potere. Così però si sono perse le teste pensanti. E magari ai vertici salgono quelli che non espongono le proprie idee. O che proprio non ne hanno».
Si sta ancora tentando di capire quanto la piattaforma Rousseau sia compromessa. L' unico messaggio trapelato ieri dai Cinque Stelle, per voce di Simone Valente, vicepresidente del gruppo alla Camera, è che si sta «lavorando da anni per implementare il livello di sicurezza ed evitare nuovi attacchi in futuro». Guerreschi d' altra parte considera «pessimi i sistemi di sicurezza del M5S» e ritiene che l' hacker «possa essere chiunque, interno o esterno».
Non solo: c' è anche la possibilità che non si sia limitato a rubare i dati sensibili, ma «abbia falsificato le informazioni all' insaputa degli stessi gestori della piattaforma». Così il problema si allargherebbe all' integrità dei voti se, «come è possibile», questi attacchi fossero stati già realizzati in passato. Anzi, «è probabile che l' hacker sia ancora all' interno del sistema».