LO HANNO CACCIATO TRATTANDOLO COME UN "RINCOGLIONITO" E ORA JOE BIDEN SI GODE LA SUA VENDETTA: KAMALA HARRIS HA PRESO UNA SCOPPOLA EPOCALE, IGNORATA PERSINO DAGLI ELETTORI DEMOCRATICI (NELLA ROCCAFORTE DI NEW YORK E' ANDATA MALISSIMO) - L'ORMAI EX PRESIDENTE NON È ANDATO ALLA NOTTATA ELETTORALE DELLA SUA VICE, E LA MOGLIE JILL SI È PRESENTATA AL SEGGIO VESTITA DI “ROSSO REPUBBLICANO” – “SLEEPY JOE” PUÒ RIVENDICARE DI ESSERE STATO L’UNICO A BATTERE TRUMP (OTTENNE UN PLEBISCITO) – LA VITTORIA DEL TYCOON È UNO SCHIAFFONE IN FACCIA ALLA CLASSE DIRIGENTE DEMOCRATICA DEGLI OBAMA E DELLE PELOSI: TROPPO DISTANTE DALL'AMERICA PROFONDA SCHIFATA COME IGNORANTE - KAMALA HARRIS SI E' RITROVATA A CORRERE PER LA CASA BIANCA SENZA MERITI: E' STATA ISSATA SOLO PERCHÉ DONNA E "NERA" - I SOLDI CHE HA RICEVUTO E I VIP CHE L'HANNO APPOGGIATO NON HANNO SMOSSO UN CAZZO: AVEVA RACCOLTO UN MILIARDO DI DOLLARI, TUTTA HOLLYWOOD E IL MONDO DELLA MUSICA STAVA CON LEI, COMPRESA TAYLOR SWIFT. NON È SERVITO A NULLA...
1. LEZIONI DALLE ELEZIONI
DAGONEWS
Joe Biden si gusta la vendetta? Dopo essere stato estromesso a forza dai mammasantissima del partito Democratico (Obama e Pelosi su tutti), il vecchio “Sleepy Joe” si è chiamato fuori.
Ieri notte Biden non si è presentato alla nottata elettorale di Kamala Harris alla Howard University di Washington, ma è rimasto alla Casa Bianca con Jill. In molti sui social si sono concentrati proprio sulla moglie, che si è presentata al seggio elettorale con un vestito “rosso MAGA”, invece che indossare un abito con il tradizionale blu democratico.
Ad alimentare le voci di dissenso rispetto al clan Biden (ma che doveva fare dopo essere stato fatto fuori con ignominia?), ci si è messa pure la nipote Naomi, figlia di Hunter, che al culmine della serata elettorale ha annunciato su Instagram di essere incinta.
Biden, sotto sotto, si starà godendo lo spettacolo: quattro anni fa, ottenne una vittoria clamorosa, con più di 81 milioni di voti (51,31%) in totale, 7 milioni in più di Trump.
Vinse in tutti gli stati chiave, compresi Pennsylvania e Georgia, grazie alla sua esperienza e al suo messaggio (un uomo bianco dai valori tradizionali, ciò che gli americani evidentemente vogliono). Sarà pure rimbambito, vecchio, zoppicante, ma potrà rivendicare di essere stato l’unico a battere Trump. E bene. Con il rimpianto di non averci provato un’ultima volta.
I democratici, da parte loro, dovranno fare mea culpa: aver forzato la candidatura di Kamala Harris, solo in quanto donna e nera, rende evidente una volta per tutte la distanza tra la classe dirigente del partito e l’America profonda, che non sopporta che gli venga imposta l’ideologia woke dall’alto.
La vittoria di Trump è anche una lezione durissima per lo star system americano, e la prova che soldi e follower non contano un cazzo. “The Donald” era sì sostenuto da Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, ma Kamala Harris ha racimolato la cifra record di più di un miliardo di dollari in meno di tre mesi. Tutti soldi buttati.
Così come inutile è stato l’apporto delle star di Hollywood e della musica pop: milionari che non escono dalle loro ville circondate da mura altissime e allarmi e non conoscono la vera anima del Paese. Tutti si sono schierati convinti con Harris, urlando alla “democrazia in pericolo” e all’allarme fascismo, ma senza ottenere risultati.
Anche l’atteso endorsement di Taylor Swift con tanto di gattino è stato ampiamente sopravvalutato: le persone, alla fine, votano per ottenere risultati concreti, e se ne fottono di quello che pensano le popstar.
2. GOODBYE BIDEN, IL PRESIDENTE CHE HA RISANATO L’ECONOMIA MA NON HA CAPITO IL NUOVO SOGNO AMERICANO
Estratto dell’articolo di Gianni Riotta per www.repubblica.it
https://www.repubblica.it/esteri/2024/11/05/news/joe_biden_elezioni_americane_2024-423599814/
[…] la Storia, cosa dirà di Joseph Robinette Biden, 82 candeline da spegnere il 20 novembre, cattolico, marito dell’italoamericana Jill? In prospettiva, il giudizio potrebbe essere assai diverso dalle malevole tirate dei social media e dalle spallucce dei cacicchi dem.
Di fatto, nessun presidente Usa, neppure Lyndon Johnson, 1963-1968, con il piano della Great Society, forse solo F.D. Roosevelt, 1932-1945, con la rivoluzione del New Deal, hanno varato riforme di stimolo all’economia pari a quelle che Biden ha, grazie alla bonomia da vecchio senatore, estorto al Congresso, malgrado precarie maggioranze, d’intesa con l’indipendente malmostoso Manchin.
Val la pena di ricordare le dimensioni della Bidenomics, senza pari in Europa e il cui successo di crescita e occupazione invidiamo in Italia: l’American Rescue Plan del 2021 post-Covid, 1.900 miliardi di dollari per classi povere e malati; a seguire l’Infrastructure Act, 1.200 miliardi in 10 anni per strade, ponti, porti, ferrovie, aeroporti, con il trionfale Ok 69 a 30 del Senato e Biden ora a dire nostalgico «Se avessi fatto mettere su ogni cantiere il cartello “È un progetto di Joe” mi avrebbero capito»; l’Inflaction Act per ridurre il deficit federale, il prezzo dei farmaci, rilanciando le energie rinnovabili, 800 miliardi di investimenti; il Chips Act, tecnologia e cultura, 280 miliardi di fondi.
Perché tanto sforzo statale e tanti dati economici positivi non hanno riportato Biden alla vittoria? La prima risposta va alla stanchezza, fisica e mentale, del presidente, apparso fragile a un Paese spaventato dall’inflazione, emigrazione, divieto di aborto e dalle guerre in Ucraina e Medio Oriente.
La seconda a un nodo psicologico, percepito bene dal critico Nicholas Lemann quando cita uno studio Pew, con il 92% degli americani che preferisce ormai la stabilità economica alla promozione sociale. Il sogno americano non è più, nel XXI secolo, crescere, è diventato non decrescere, non perdere status come capitato a troppi genitori e nonni.
Nonno Biden, malgrado le riforme di struttura, non ha saputo rassicurare gli stressati concittadini: eppure, annota il politologo Jacob Hacker, ha dissolto per sempre l’ideologia neoliberale adottata da Bill Clinton nel 1992, per affrontare i bisogni dei diseredati, sedotti a sinistra dal populismo di Sanders, a destra dal sovranismo di Trump, popolo sofferente che Obama non seppe riconoscere. […]
3. LADY GAGA, JON BON JOVI, KATY PERRY E ALTRI SI ESIBISCONO AL CONCERTO PER KAMALA HARRIS
Zoe G. Phillips per https://www.hollywoodreporter.it/
Lady Gaga ha cantato al comizio di Kamala Harris a Filadelfia lunedì sera, eseguendo “God Bless America” e “Edge of Glory”, e rivolgendosi alla folla di elettori degli stati chiave, dicendo: “Il paese conta su di voi”. Gaga è stata una delle tante star presenti al comizio di Harris in diverse città la sera prima delle elezioni, che ha visto anche esibizioni di Katy Perry, Jon Bon Jovi, Christina Aguilera e altri a Pittsburgh, Filadelfia, Atlanta, Detroit, Las Vegas e Milwaukee.
“Per più della metà della vita di questo paese, le donne non hanno avuto voce”, ha detto Gaga alla folla dopo la sua performance della ballata patriottica. “Eppure abbiamo cresciuto figli, tenuto unite le nostre famiglie, supportato gli uomini mentre prendevano le decisioni — ma domani, le donne faranno parte di questa decisione”.
Ha continuato: “Oggi porto nel cuore tutte le donne forti e tenaci che mi hanno resa quella che sono. Voto per qualcuno che sarà un presidente per tutti, per tutti gli americani”.
La popstar ha poi introdotto Doug Emhoff, che ha parlato al pubblico della preparazione della moglie per la Casa Bianca. Oprah Winfrey è intervenuta subito dopo, presentando will.i.am per il suo nuovo brano “YES SHE CAN”, prima che il vicepresidente prendesse la parola per l’ultimo discorso della serata, dicendo alla folla di Filadelfia: “Sarete voi a decidere l’esito di questa elezione, Pennsylvania”.
Nel suo intervento, Winfrey ha anche sottolineato l’importanza degli elettori della Pennsylvania, dove i sondaggi mostrano Harris e Donald Trump in perfetta parità.
“Se non ci presentiamo domani, è del tutto possibile che non avremo mai più l’opportunità di esprimere il nostro voto”, ha detto Winfrey. “E lasciate che sia molto chiara una cosa: se non vi assicurerete che le persone nella vostra vita possano andare a votare, è un errore. Decidere di non decidere, è senza dubbio un voto per lasciare che altri controllino il vostro futuro.”
Gaga è tornata sul palco dopo il discorso di Harris per un’esibizione acustica di “Edge of Glory”, che ha segnato il passaggio alla mezzanotte e l’inizio ufficiale della giornata delle elezioni.
La lista dei performer per il concerto di Kamala Harris era stata mantenuta segreta per settimane. Poi, lunedì, sono stati rivelati non solo i partecipanti per un singolo concerto, ma anche per i comizi-concerto simultanei in sette stati chiave.
I rally “Vote for Freedom” in diretta streaming — l’ultimo sforzo della campagna per mobilitare l’elettorato prima delle elezioni, per catturare l’entusiasmo popolare e mobilitare i votanti — hanno incluso esibizioni di 2 Chainz, Anthony Hamilton, Ciara, Joy of Jesse & Joy ad Atlanta; Fantasia Barrino, James Taylor, Remi Wolf e Sugarland a Raleigh; Christina Aguilera, Los Tigres Del Norte, SOFI TUKKER a Las Vegas, con interventi di Eva Longoria; La Original Banda El Limón a Phoenix; Eric Benet all’evento di Milwaukee organizzato da Tim e Gwen Walz; e Jon Bon Jovi, The War and Treaty e Detroit Youth Choir a Detroit.
Ma l’evento principale è stato rappresentato da due comizi che si sono svolti in Pennsylvania, con Harris che ha fatto la sua prima tappa a Pittsburgh — dove si sono esibiti Katy Perry, Andra Day e D-Nice — e ha concluso il suo tour a Filadelfia, dove il cast di superstar includeva Winfrey, Gaga, DJ Cassidy, Fat Joe, Ricky Martin, The Roots, Freeway, Just Blaze, DJ Jazzy Jeff, Jazmine Sullivan e Adam Blackstone.
I comizi della vigilia delle elezioni del 2024 sono seguiti a una raffica di supporto da parte di Hollywood per il vicepresidente negli ultimi giorni che hanno preceduto il 5 novembre, tra cui il sostegno alla manifestazione di Houston da parte della potente sostenitrice Beyoncé, un’apparizione di Harris a Saturday Night Live (che ha portato NBC a concedere pari opportunità a Donald Trump domenica), e altre importanti dichiarazioni di supporto da personaggi come Harrison Ford, Jennifer Lawrence e Will.i.am.
Un alto dirigente della campagna ha recentemente parlato dell’impatto che le celebrità hanno avuto nel mobilitare l’elettorato a favore di Harris, sottolineando come l’uso strategico di DJ, video, canzoni e celebrità durante tutta la campagna di Harris contribuisca a creare un ambiente di speranza e ottimismo, e aiuti a ribadire il suo messaggio che “tutti hanno una casa con noi.”
DJ Cassidy aveva precedentemente aiutato a galvanizzare la Convenzione Nazionale Democratica con una festa danzante durante la conta dei voti, mentre Winfrey era stata anche una speaker a sorpresa alla convenzione.
4. NYT: «KAMALA HARRIS HA RACCOLTO UN MILIARDO IN 3 MESI. È RECORD»
Kamala Harris ha incassato più di un miliardo di dollari in meno di tre mesi come candidata dem alla presidenza: lo scrive il New York Times citando tre persone a conoscenza della sua raccolta fondi. Mentre altri candidati alla presidenza, insieme ai loro partiti, hanno già superato quella soglia, la velocità con cui Harris e i suoi comitati elettorali affiliati hanno raccolto la somma è senza precedenti. Ed è più di quanto il suo rivale Donald Trump abbia annunciato di aver racimolato in tutto il 2024. […]