HEZBOLLAH, ARIECCOLO QUA! - NAIM QASSEM, NUOVO LEADER DEL PARTITO DI DIO LIBANESE, TIENE IL PRIMO DISCORSO DOPO LA MORTE DI NASRALLAH, UCCISO DA ISRAELE IL MESE SCORSO: "AVANTI COL SUO PIANO GUERRA" - CHI È QASSEM, GIA' NEL MIRINO DELLO STATO EBRAICO ("IL SUO È UN INCARICO PROVVISORIO. DURERÀ POCO"): È STATO 33 ANNI ALLE SPALLE DI NASRALLAH. DEL SUO PASSATO DI CHIMICO NON RIMANE NULLA, VISTO CHE HA DEDICATO LA SUA VITA A DIVENTARE UNA GUIDA SPIRITUALE - SUL 7 OTTOBRE PENSA CHE...
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Breaking News
HEZBOLLAH CHIEF: I WILL CONTINUE THE LEGACY OF NASRALLAH
Naim Qassem:
“It is my job to continue with the working program of our leader, Sayed Hassan Nasrallah...at all levels, politically, socially, culturally.
We shall continue in carrying out the war… pic.twitter.com/8jHiJhxC7C
— World Crisis Tracker (@WorldCrisi19621) October 30, 2024
Leader Hezbollah, avanti col piano di guerra di Nasrallah
(ANSA-AFP) - BEIRUT, 30 OTT - Il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, ha annunciato oggi che si atterrà alla strategia di guerra delineata dal suo predecessore, Hassan Nasrallah, ucciso dagli israeliani il mese scorso. "Il mio programma di lavoro è una continuazione del programma di lavoro del nostro leader, Sayyed Hassan Nasrallah", ha detto Qassem nel suo primo discorso come capo del movimento sciita libanese, impegnandosi a portare avanti "il piano di guerra che Nasrallah ha sviluppato con la leadership".
Leader Hezbollah, l'Iran ci sostiene, non chiede nulla in cambio. Il nostro obiettivo è proteggere il Libano
(ANSA) - ROMA, 30 OTT - "Non stiamo combattendo per nessun obiettivo se non per proteggere il nostro Paese, per sostenere i palestinesi, per impedire che Israele e gli Usa prendano il controllo del nostro Paese. L'Iran ci sostiene nel nostro progetto e non vuole nulla in cambio. Accoglieremo con favore qualsiasi sostegno da parte di qualsiasi Paese arabo per condurre la nostra lotta". E' un passo del discorso del nuovo leader di Hezbollah Naim Qassem. Lo riporta il quotidiano libanese L'Orient Le Jour. "Ringraziamo i fronti che ci sostengono, soprattutto quelli in Iraq e nello Yemen", ha aggiunto.
Qassem, da chimico a guida spirituale Ora è capo di Hezbollah Gallant: durerà poco
Estratto dell'articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
Un anno fa, il Corriere della Sera intervistava Naim Qassem. Era il numero 2 di Hezbollah e ieri è stato nominato segretario generale al posto di Hassan Nasrallah, ucciso da Israele. Il palazzo di Dahieh dove avvenne l’incontro non esiste più. Bombardato. Quello stesso quartiere al sud di Beirut da dove Hezbollah comandava il Libano è bersagliato ogni notte. Con il vertice militare cancellato dai droni e quello politico nascosto, pochi volevano il suo nuovo posto nella killing list di Tel Aviv. Il ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant ha avviato il «conto alla rovescia». «È un incarico provvisorio. Durerà poco».
Lo sceicco Naim Qassem è stato per 33 anni l’ombra di Hassan Nasrallah, storico capo di Hezbollah. Più di Qassem, Nasrallah aveva il turbante nero degli eredi di Maometto e l’amicizia filiale con la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei. Qassem ne è una pallida copia. Visto in tv il confronto è impietoso. Tanto Nasrallah era carismatico così Qassem appare incapace di «bucare il video».
Di persona, però, fa trasparire un pensiero politico complesso, aderente agli slogan tradizionali, ma aperto a scenari diversi dallo scontro eterno come quando dice che la soluzione dei due Stati è possibile perché «qualunque scelta fatta dai palestinesi sarà rispettata».
Dei suoi studi da chimico non resta nulla. Ha prevalso l’aspirazione a farsi guida spirituale. Qassem ha scritto un’infinità di libri per difendere il principio (fondante della Repubblica Islamica d’Iran) secondo cui la religione regola ogni aspetto della vita. La «resistenza» (contro l’occupante israeliano) spiana la strada verso il paradiso. Il «sacrificio» della vita è la caratteristica del buon sciita.
L’esempio per noi occidentali più chiaro è il controllo sulle donne. Qassem non ne fa una questione di centimetri di velo. L’hijab che le «deve nascondere» non è un foulard, ma la «riservatezza». [...]
La strage del 7 ottobre, per Qassem, «non è il centro del problema. Quanti massacri hanno compiuto gli israeliani in 75 anni? Quel che è successo il 7 ottobre va considerato un atto di resistenza di gente oppressa contro gli occupanti. Noi comunque siamo estranei all’operazione Diluvio Al Aqsa. L’accusa che sia stata una decisione unitaria dell’Asse della Resistenza è falsa».
La guerra con Israele? «Non abbiamo scelta e dobbiamo pagarne il prezzo. Non vogliamo una grande guerra, ma dipende dalle decisioni di Israele». Anche senza contraerea, «Hezbollah può vincere». «Lo scontro non si misura solo in forza militare. Ci sono anche le motivazioni. La guerra del 2006 è un esempio della nostra capacità di prevalere anche se la forza militare non è dalla nostra parte».