HIPSTER SESSISMO: LA NUOVA TENDENZA - MOLESTIE SESSUALI E NEGAZIONE DELLO STUPRO SONO I TEMI DI UN’OSCURA CORRENTE DI PENSIERO SOTTERRANEA IN VOGA TRA ALCUNI LEADER DEL MOVIMENTO HIPSTER - L'ESTETICA DGAF (‘DON’T GIVE A FUCK’, NON ME NE FREGA UN CAZZO, DELLE RAGAZZE MODERNE MOLTO ‘COOL’) -
Erin Gloria Ryan per http://www.thedailybeast.com
Coloro che hanno avuto la pazienza e la lungimiranza di tenersi stretta, per esempio, una maglietta No Fear del 1990, ora hanno quello che un proprietario di un negozio dell’usato di Williamsburg potrebbe considerare ‘Il Santo Graal’ degli hipster. Nulla è considerato più “cool” in posti come Austin, Silverlake o Logan Square di una cosa vecchia e brutta indossata con fiduciosa ironia. Nemmeno avere una vera personalità.
I costumi popolari non funzionano come quelli della moda. I ritorni al passato nel mondo del fashion non fanno alcun danno, mentre quelli ideologici possono creare parecchi problemi.
Nel 1975, una donna di nome Carmita Wood fece domanda per l'indennità di disoccupazione dopo aver lasciato il suo lavoro presso la ‘Cornell University’.
La Wood raccontò che il suo supervisore l'aveva toccata in modo inappropriato e che l’università le aveva rifiutato il trasferimento. Il conseguente movimento sorto per supportare il caso della Wood coniò l'espressione “molestia sessuale”.
Le successive indagini sul fenomeno rivelarono che una percentuale impressionante di donne aveva subito lo stesso comportamento. Seguirono indignazione e leggi e, involontariamente, anche esilaranti video didattici su come non molestare sessualmente le colleghe.
Nel 1991, le molestie sessuali furono prese così sul serio da far quasi saltare la nomina di un giudice alla Corte Suprema.
Quasi.
Le molestie sessuali sono state disapprovate per parecchio tempo e le politiche sessuali hanno avuto una battuta d’arresto fino al 1991 circa.
Ed infine, ecco dove siamo arrivati oggi.
La società ‘Thinx’ ha la reputazione di essere un marchio prediletto dalle femministe, perché ha il coraggio di abbracciare l'estetica DGAF (‘Don’t Give A Fuck’, non me ne frega un cazzo, delle ragazze moderne molto ‘cool’).
Il suo unico prodotto - della biancheria intima progettata per le donne che usano le coppette per le mestruazioni - è stato pubblicizzato in modo elegante , irriverente, conflittuale rispetto alle classiche modalità pubblicitarie, in linea con la vendita di prodotti che hanno bisogno di essere sdoganati.
Nelle ultime settimane, però, è crollato tutto. Alcuni articoli apparsi su giornali attenti ai temi femminili, da ‘Jezebel’ a ‘The Cut’, hanno rivelato una cultura aziendale che sembra essere molto diversa dal volto pubblico femminista e solidale.
Le dipendenti sono sottopagate e il congedo di maternità consentito sembra essere di appena due settimane. Nel quartier generale della società, la fondatrice Miki Agrawal, secondo quanto pubblicato, gestirebbe le cose come un boss della sitcom ‘Nine to Five’. ‘The Cut’ ha scritto che i dipendenti di ‘Thinx’ sostengono che Agrawal sia una molestatrice sessuale seriale e che lavorare con lei sia impossibile.
Un’impiegata ha affermato che Agrawal è particolarmente fissata con i seni delle impiegate, tanto che spesso li commenta e li tocca. Inoltre, pare che abbia l’abitudine di cambiarsi i vestiti davanti ai suoi dipendenti e che, occasionalmente, convochi le riunioni nel suo gabinetto.
Agrawal non è la prima a percorrere l'arcaico confezionandolo in un pacchetto divertente e modaiolo. In realtà, il sessismo ‘hipster’ ha trovato un rifugio confortevole nel moderno ambiente dei ragazzini attenti al fashion.
Anche il fotografo di moda Terry Richardson è stato ripreso per avere oltrepassato i confini personali con i suoi contatti professionali ed è stato accusato di cattiva condotta sessuale più volte. Lo stesso vale per il capo di ‘American Apparel’ Dov Charney, la cui fama non avrebbe potuto supportare maggiormente il suo marchio pieno di allusioni sessuali.
Anche la comunità altoborghese illuminata, nella figura di parecchi suoi personaggi potenti, è stata spesso accusata di cattiva condotta sessuale.
Altre estremizzazioni sono state sfruttate anche in modo surreale.
Gavin McInnes, cofondatore di ‘Vice’ (si è dimesso nel 2008), è ormai un beniamino della Destra. Tuttavia, il suo messaggio e il suo conservatorismo non sono poi così diversi dal tardo Phyllis Schlafly. Prima della sua morte avvenuta l'anno scorso, Schlafly suggerì che gli stupri nei campus sono più frequenti, perché adesso le donne si iscrivono al college in maggior numero e che, comunque, le brave ragazze non vengono molestate sessualmente.
Nel 2014, McInnes ipotizzò che la preoccupazione popolare della frequenza degli stupri nelle università era una menzogna femminista che risale al 1987, tanto da spingerlo a prendere le parti di alcuni uomini accusati di molestie sessuali.
McInnes è molto più giovane di quanto non fosse Schlafly alla sua morte, ma il suo messaggio è molto simile. Solo con l’aggiunta di qualche tatuaggio e della cera per i baffi.
Richard Spencer, uno che la moda la segue solo incidentalmente, è stato presentato come il nuovo volto del nazionalismo bianco americano.
Ma non è una figura veramente nuova. Se la sua retorica fosse un marchio di soda, sarebbe Classic Nazista.
Una spinta regressiva simile esiste tra i cosiddetti ‘artisti del rimorchio’, i genitori californiani che si rifiutano di vaccinare i loro figli, i genitori di Park Slope che comprano solo latte non pastorizzato in base al principio che ‘non trattato è meglio’.
Quello che Agrawal ha, presumibilmente, fatto subire ai suoi dipendenti in ‘Thinx’ è certamente terribile, ma non è sorprendente né unico in questo particolare momento culturale.
Alcuni soggetti autoproclamatesi incisivi nella società moderna hanno agganciato dei temi antiquati, come il sessismo, il razzismo, il puritanesimo, la paura della scienza, così frequentemente negli ultimi tempi da diventare una tendenza a se stante.
Una cosa nuova quanto un paio di ‘Reebok Pump’ d’annata. E, a essere onesti, anche un po’ meno rilevante.