HOUSE OF CONFINDUSTRIA – RICICCIANO VECCHIE ACCUSE CONTRO EMANUELE ORSINI, VICEPRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI CANDIDATO ALLA CARICA DI NUMERO UNO: NEL MIRINO IL LEASING DI UNA PORSCHE E UNA FATTURA DA POCO PIÙ DI DIECIMILA EURO – I FATTI RISALGONO AL 2020, QUANDO ORSINI ERA PRESIDENTE DI FEDERLEGNOARREDO, E TUTTO SEMBRAVA RISOLTO DA TEMPO: PERCHÉ VENGONO FUORI PROPRIO ADESSO?
-Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per www.repubblica.it
Il leasing di un’auto di lusso contestato da alcuni consiglieri della società di cui era presidente, una fattura da poco più di diecimila euro che non risulta mai pagata. E ad anni di distanza dagli eventi, tante accuse reciproche.
La battaglia tra Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria e candidato alla carica di numero uno, e l’associazione di categoria FederlegnoArredo, di cui è stato presidente dai primi mesi del 2017 al giugno 2020, ricoprendo nello stesso periodo anche la presidenza di Flae, la società all’epoca controllata da Fla che organizza gli eventi di settore, è senza esclusione di colpi.
Questo giornale si è già occupato del leasing della Porsche Panamera sottoscritto dal presidente nel marzo 2019, e inizialmente intestato alla società, oggi contestato da Flae a Orsini attraverso una lettera firmata dal Cfo della società Gabriele Fraschini. Come preannunciato, il vicepresidente di Confindustria ha rigettato ogni rilievo nei giorni scorsi, presentando anche una denuncia per diffamazione […].
[…] Dai verbali di due riunioni del consiglio di amministrazione di Flae, […] emerge comunque che del contratto stipulato a nome della società per quella vettura in leasing utilizzata da Orsini una parte del cda di Flae, almeno tre consiglieri, non è al corrente fino a quando a uno di loro l’informazione non viene recapitata in busta anonima.
E tra il 9 e il 15 giugno del 2020 c’è un dibattito acceso in cda. Il 9 giugno lo stesso Orsini «riferisce ai presenti di aver ricevuto una lettera dai consiglieri Colombo, Feltrin e Pastorino con la richiesta di dare evidenza al cda in merito a un’autovettura intestata alla società in uso al presidente…, di cui il consiglio non è stato messo al corrente nella sua interezza».
I tre consiglieri chiedono anche «adeguata e completa informativa» sul contratto. Orsini chiarisce subito che «l’operazione si è svolta nell’ambito dei poteri conferiti e nei limiti di spesa attribuiti» e che «se c’è stata una mera sottovalutazione in termini di comunicazione se ne scusa con il consiglio tutto».
Poi riferisce che la Porsche è oggetto di un leasing «intestato alla società ma con costi a carico» della sua persona fisica, poiché […] «fin dall’origine ha dato disposizioni scritte al Cfo affinché venisse trattenuta in busta paga su base annua la differenza tra il canone di locazione finanziaria e i benefit […]». In quell’occasione il presidente produce anche i documenti pronti per effettuare il trasferimento del contratto di leasing dalla società a lui stesso.
[…] Il Cfo Fraschini, si scrive ancora nel verbale, «illustra i dettagli relativi alle buste paga del presidente Orsini, dando evidenza del fatto che il costo della vettura per la società è pari a zero ed è in corso il trasferimento dello stesso contratto di leasing da Flae Spa alla persona di Emanuele Orsini».
Il sindaco Brocca precisa che «il comportamento in esame, dal punto di vista meramente tecnico, non risulta censurabile». Ampia discussione in cui molti consiglieri ritengono che la stima nei confronti di Orsini e del suo operato superi eventuali errori commessi dal presidente con la mancata comunicazione.
Lapidaria, invece, la frase di Claudio Feltrin, che poi subentrerà alla presidenza di Fla: «Se un amministratore della mia società avesse fatto una cosa del genere avrei chiuso il rapporto». E sulla sua stessa linea altri due consiglieri. I toni si scaldano, […] L’unica cosa su cui c’è accordo è rivedersi sei giorni dopo, il 15 giugno, in modo da poter esaminare le carte.
[…] Il 10 giugno, intanto, Orsini invia un bonifico di 13.209,53 euro a Flae per ristornare la cifra che doveva essergli trattenuta nella busta paga di maggio per una parte dei ratei già pagati dalla società per il leasing della Porsche. Il 15 giugno, nuovo cda: molte discussioni devono essersi già svolte in privato.
All’inizio della seduta, infatti, Orsini dichiara di «assumersi ogni responsabilità derivante dall’errore di sottovalutazione commesso» sull’auto. Precisa poi di «non voler creare difficoltà al consiglio e alla società» e comunica ai presenti le sue «dimissioni irrevocabili» dalla carica di presidente sia della Flae sia della Fla.
[…] Altra questione riportata all’attenzione delle parti da Fla, dopo anni di silenzio, riguarda la ristrutturazione di finestre e serramenti a casa Orsini, in provincia di Modena. Nel 2019, infatti, la ditta Nardin effettua per l’imprenditore alcuni lavori di “fornitura e posa in opera di serramenti esterni" per i quali vanta un credito di 13.200 euro.
La stessa Nardin ha in ballo anche un debito, non con Orsini ma con la società di esposizioni Made, a quell’epoca interamente controllata dalla Flae. Ecco allora che tra il legale rappresentante della Nardin e Orsini, il 2 ottobre 2019, viene firmata una scrittura privata nella quale quest’ultimo si impegna a pagare «entro dieci giorni» […] il debito di 10.640 euro che Nardin ha nei confronti di Made. La conseguenza è che il credito che Nardin vanta direttamente nei confronti di Orsini scende a 2.560 euro.
[…] Perché questa scrittura privata, invece di un più semplice pagamento integrale da parte di Orsini della fattura presentata da Nardin, la quale avrebbe poi pagato per conto suo il debito verso Made? Fonti vicine a Orsini spiegano che il presidente era stato informato del fatto che Nardin aveva partecipato a una fiera nell’aprile 2018 e non aveva saldato parte della fattura a Made.
A quel punto Orsini manifesta, essendo la Nardin un’azienda che conosce, la sua disponibilità a farsi carico del debito. Ma le intenzioni non corrispondono agli effetti: Made non vedrà mai quei soldi. Anzi, il credito di 10.640 euro nei confronti di Nardin che Orsini si è impegnato a pagare, viene messo tra le sopravvenienze passive da Made – ossia di fatto cancellato – il 2 ottobre 2019, lo stesso giorno della scrittura privata.
[…] Chi ha deciso che quel credito sia considerato inesigibile e cancellato? Questo al momento non lo sappiamo. Di certo c’è solo che il 24 ottobre del 2019 alle 00.18 di notte, Orsini riceve dal Cfo di Flae, che anche all’epoca è Fraschini, una mail in cui si fa l’esame dei crediti vantati da Made e si spiega che «dalla due diligence conclusasi oggi è emerso che gli unici due crediti a rischio sono… e Nardin (chiuso successivamente al 30 giugno 2019, che è la data di riferimento della due diligence). Ho segnalato che il credito Nardin ora è chiuso».
Dunque, il credito a quella data – 22 giorni dopo la scrittura privata in cui Orsini si impegnava a saldarlo al posto di Nardin – è «chiuso», che non significa necessariamente che sia stato pagato. Possibile che Made abbia cancellato il credito il giorno stesso in cui Orsini si era impegnato a pagarlo? Possibile che Orsini, a sole tre settimane dalla firma, si sia dimenticato di quanto aveva pattuito? Anche qui, fonti vicine al vicepresidente di Confindustria, si limitano a spiegare che Fraschini aveva scritto ad Orsini che la questione era stata risolta e che Orsini non era a conoscenza che il credito di Made fosse stato inserito tra le sopravvenienze passive.
[…] Distrazione, qualche superficialità, sia nel caso del leasing sconosciuto ad alcuni consiglieri di Flae sia nell’ingloriosa fine del credito di Made? Possibile. Così come è possibile che sia fondato il sospetto di Orsini, che «insinuazioni, richieste e rilievi – per usare le parole del suo legale in una lettera di replica indirizzata ai vertici di Flae – si palesino, con singolare tempismo, solo oggi: in coincidenza, cioè, con le consultazioni per il rinnovo dei vertici di Confindustria».
Diciamo anzi che è probabile che chi si muove in queste settimane non voglia vedere Orsini alla presidenza di Confindustria; del resto, anche il comportamento del Cfo Fraschini, che cinque anni fa non risulta aver contestato la cancellazione del credito di Made e adesso firma una lettera alla stessa società in cui la si sollecita a esigere quella somma mai versata, appare paradossale.
Ma è quasi ovvio che chi, come Orsini, si candida a una posizione di rilievo come la guida degli industriali italiani, passando per il parere preliminare dei tre saggi nominati da Confindustria, debba attendersi un esame approfondito sulle sue azioni, anche passate, e abbia tutto l’interesse a fugare ogni ombra