ILVA FUNESTA - IL GOVERNO OFFRE AD ARCELORMITTAL UN NUOVO SCUDO PENALE, VALIDO PER TUTTI I CASI IN CUI SIA NECESSARIO UN IMPONENTE RISANAMENTO AMBIENTALE - MA IL M5S E’ CONTRARIO E POTREBBE FAR MANCARE I NUMERI IN PARLAMENTO - I FRANCO-INDIANI RILANCIANO CHIEDENDO DI RIDURRE I LIVELLI PRODUTTIVI E 5 MILA ESUBERI - LA TRATTATIVA, L’IPOTESI NAZIONALIZZAZIONE E IL TRIBUNALE DI MILANO CHE POTREBBE…

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1 - IL GOVERNO INCALZA MITTAL: ALTRO CHE SCUDO, PIANO SBAGLIATO

Claudia Voltattorni per il “Corriere della sera”

 

Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte al lavoro sul Def

Il governo offre ad ArcelorMittal un nuovo scudo penale, valido non solo per l' ex Ilva ma per tutti i casi in cui sia necessario un imponente risanamento ambientale. Ma l' annuncio del decreto legge, non ancora approvato, spacca la maggioranza, perché buona parte del Movimento 5 Stelle è contraria, e potrebbe far mancare i numeri in Parlamento per la conversione in legge.

 

E soprattutto non serve a convincere l azienda, che conferma la sua intenzione di lasciare le acciaierie di Taranto. Anzi, quasi per sbarrare la strada a qualsiasi trattativa ulteriore, mette sul tavolo una riduzione dei livelli produttivi con la conseguenza di 5 mila esuberi. Due richieste che il governo considera «inaccettabili».

 

ARCELOR MITTAL

È scontro aperto tra l'esecutivo giallorosso e ArcelorMittal dopo una giornata lunga e tesa che ha visto prima un incontro a muso duro tra una delegazione del governo, che ha chiesto di fermare la procedura per la riconsegna degli impianti, e la proprietà della multinazionale, Lakshmi Mittal e Aditya Mittal, che ha invece confermato la sua intenzione di lasciare l'Italia. E poi un consiglio dei ministri che doveva essere lampo e invece è andato avanti per tre ore e mezza.

 

A tarda sera è il presidente del consiglio Giuseppe Conte a tirare le fila, dando 48 ore di tempo ad ArcelorMittal in vista di un nuovo incontro: «Sono assolutamente inaccettabili le proposte che ci vengono fatte - dice il premier - sia sugli esuberi sia sulla restituzione degli impianti». Sul piano tecnico l'avvocato Conte dice di «non ritenere giustificate le pretese dell'azienda da un punto di vista giuridico».

 

giuseppe conte roberto gualtieri 9

E sottolinea come «il tema non sia lo scudo penale» ma «si tratta di un problema industriale visto che l'azienda considera le acciaierie di Taranto non sostenibili dal punto di vista economico». Secondo il presidente del consiglio «nessuna responsabilità dell'azienda può essere imputata al governo» anche se lui stesso ammette che la situazione è «drammatica», da «allarme rosso». E poi, dopo aver parlato di un «governo compatto e coeso», promette che «non lasceremo soli gli operai».

 

Anche il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli accusa l'azienda, che «non è in grado di rispettare il suo piano industriale». Per il momento l'attenzione del governo è tutta concentrata su ArcelorMittal. Ma, al di là dell'ufficialità, all'interno del governo la partita viene data per persa.

 

ARCELOR MITTAL

E anche l'ipotesi di trovare una cordata alternativa, che possa subentrare in corsa per rilevare l'acciaieria più grande d'Europa, sembra poco più di un miraggio. Per questo sullo sfondo prende quota l' ipotesi di un intervento pubblico che possa farsi carico di un'azienda che dà lavoro a oltre 10 mila persone in una zona del Paese dove il lavoro non abbonda. Un nuovo commissariamento, intanto. Oppure il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti. Dopo la Cisl ieri, anche le sigle dei metalmeccanici di Cgil e Uil hanno proclamato uno sciopero di 24 ore per domani 8 novembre. Oggi saranno proprio i sindacati a incontrare il governo.

 

2 - LE CONDIZIONI PER NON LASCIARE ILVA: 5.000 ESUBERI E TEMPI PIÙ LUNGHI

Michelangelo Borrillo per il “Corriere della sera”

 

lucia morselli 2

Addio. O, forse, arrivederci. Siamo solo all'inizio di una delicata partita a scacchi tra governo e ArcelorMittal. In palio il destino dellacciaieria più grande d' Europa. La multinazionale ribadisce la volontà di andarsene. Ma di fatto ieri ha cominciato a mettere sul tavolo le «condizioni» per rimanere. Il prezzo è alto: dimezzare i posti di lavoro. Il dilemma ora per il governo è il seguente.

 

Trattare, mettendo in conto un ridimensionamento del sito e la concessione una volta per tutte della garanzia dello scudo penale. Oppure andare a muso duro, mettere in conto l'uscita di ArcelorMittal, valutando anche la temporanea nazionalizzazione. Dopo tre ore e mezza di consiglio dei ministri, il governo sceglie questa seconda strada.

 

giuseppe conte roberto gualtieri 8

Il canale di comunicazione tra palazzo Chigi e Arcelor resta in ogni caso aperto, tanto che le parti si sarebbero lasciate non escludendo un prossimo incontro a breve. Molto si giocherà in questo mese di novembre. In base all' articolo 47 della legge 428 del 90 sulla cessione di ramo d'azienda, l'uscita di ArcelorMittal non può avvenire prima di 25 giorni da ieri, quindi prima del primo dicembre. Di certo, però, per quella data il tribunale di Milano non si sarà pronunciato. ArcelorMittal può uscire in modo unilaterale ma si prenderebbe un grande rischio. Perché se il tribunale le desse torto allora non solo dovrebbe rientrare in azienda ma potrebbe trovarsi a pagare salate penali.

 

In questo scenario diventa cruciale il ruolo del tribunale di Milano. Era già successo quando nella vicenda dei vecchi proprietari, la famiglia Riva, fu proprio il tribunale del capoluogo lombardo a trovare i fondi in Svizzera della famiglia di acciaieri e a fare in modo che queste risorse possano essere utilizzate per la copertura dei parchi minerali.

TARANTO EX ILVA GRU

Tornando a oggi, per questo genere di cause civili la pronuncia del giudice potrebbe arrivare nel giro di mesi.

 

La reintroduzione immediata da parte del governo dello scudo penale sgombrerebbe il campo da quello che la stessa multinazionale segnala come la prima ragione della sua uscita. Certo, parliamo di una condizione necessaria ma non sufficiente a far cambiare idea ad Arcelor, i Mittal hanno anche lamentato un clima ostile a tutti i livelli, dal governo alla Regione, al Comune di Taranto. Ma quantomeno avrebbe l'effetto di rafforzare la posizione del governo di fronte al giudice che si troverà a decidere. Inoltre lo scudo penale sarebbe richiesto da chiunque dovesse subentrare.

 

Tra gli elementi del contendere anche il prossimo spegnimento all' altoforno 2. Il custode giudiziario dell' area a caldo, Barbara Valenzano, ha dato 90 giorni ad ArcelorMittal per definire una serie di interventi sull' Afo2. Il termine scade il prossimo 13 dicembre. Ma secondo il gruppo si tratta di un' impresa impossibile. Di qui il prossimo spegnimento dell' altoforno.

ilva

 

I Mittal all' incontro hanno fatto presente che a breve lo stesso problema potrebbe riproporsi anche con gli altri due altoforni oggi in funzione, il numero 1 e il 3.

In tutto questo i sindacati si stanno muovendo in ordine sparso. Ieri la prima a prendere l' iniziativa è stata la Fim di Marco Bentivogli: sciopero immediato di 24 ore. «Riteniamo grave l' atteggiamento della multinazionale, in quanto riconsegna gli impianti e i lavoratori all' amministrazione straordinaria, ancor prima di incontrare il governo», ha motivato il sindacato dei metalmeccanici Cisl.

 

Mentre Fiom Cgil ha proclamato lo stato di agitazione per tutti gli stabilimenti e la Uilm predica prudenza in attesa degli sviluppi. Diversi gli atteggiamenti dei sindacati anche verso il governo: decisamente critiche su come è stata gestita la partita sono Fim e Uilm, mentre molti in Fiom restano convinti che la mancanza dello scudo fosse fin dall' inizio soltanto un alibi.