INGROIA SPUTTANA BERSANI: “VOLEVA UNA DESISTENZA COL TRUCCO PER FREGARE ANCHE MONTI” - RIVELAZIONI SULLA “TRATTATIVA” COL PD: “DICEVA CHE DOVEVAMO DESISTERE, E UN PAIO DI SENATORI MASCHERATI DOVEVANO ESSERE PRESENTATI NELLE LISTE DEL PD. NON SI DOVEVA RICONOSCERE CHE ERANO NOSTRI, E BERSANI POTEVA DIMOSTRARE A MONTI CHE NON AVEVA FATTO ACCORDI CON NOI” - INFURIATO PER L’ESCLUSIONE DAL CONFRONTO RAI…


Da Repubblica.it

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Un accordo di desistenza col Pd che prevedeva un paio di senatori "mascherati" da presentare in lista: lo dice il leader di Rivoluzione Civile Antonio Ingroia a margine di un incontro elettorale a Palermo. Secondo il magistrato, la proposta da parte del Partito democratico "diceva che noi dovevamo desistere, e un paio di senatori 'mascherati' dovevano essere presentati nelle liste del Pd. Mascherati perché non si doveva riconoscere che erano nostri, e Bersani poteva dimostrare a Monti che non aveva fatto accordi con noi".

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"L'unica proposta politica l'avevamo fatta noi", ha aggiunto Ingroia. "Un patto di governo lanciato al Pd per un governo di centrosinistra progressista e riformista dove non ci poteva essere spazio per Monti. Bersani non ha mai risposto a questo appello perché evidentemente aveva già deciso di fare un governo con Monti dopo le elezioni".

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Ingroia attacca duramente Bersani, Grillo e Vendola e apre ai fuoriusciti di Sel e Movimento 5 stelle. "Noi non facciamo lotte con alcuno", dice. "Vendola ci accusa addirittura di stalinismo. Noi non rispondiamo alle offese gratuite e infondate. Noi siamo un movimento che ha un mese di vita e che è una casa con le porte aperte a chi vuole venire spontaneamente. Questi fuoriusciti da Sel si vanno moltiplicando così come altri che stanno uscendo dal M5s. Spero che siano sempre di più gli italiani che vogliono entrare in questa casa", spiega.

Per il movimento 5 stelle, il magistrato ha parole di apprezzamento, meno per il suo leader. "Bersani da una parte e Grillo dall'altra si sono dimostrati una mestieranti della politica", dice. "Mentre noi cercavamo un accordo con il Pd, Bersani stringeva un accordo sottobanco con Monti che con Berlusconi, glielo ricordiamo, sono le due facce della stessa medaglia". Grillo, invece, "sta facendo tutta la sua campagna elettorale attaccando gli altri", ma "non si va in Parlamento per fare casino ma per cambiare il paese". "Mi dispiace", dice ancora, "avremmo potuto fare una battaglia insieme".

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PIERLUIGI BERSANI

Con i giornalisti Ingroia parla anche di Monte dei Paschi. "Il cortocircuito più grave è tra politica, banche e finanza", dice riprendendo le parole di Giorgio Napolitano. L'aspetto più grave, continua, "è lo scandalo Mps, l'aspetto più grave sono i soldi che non si sa dove sono finiti, l'aspetto più grave è che il governo Monti ha dato soldi al Mps togliendoli dalle tasche degli italiani non controllando come sarebbero stati spesi, l'aspetto più grave è che i partiti sono ancora dentro la gestione delle banche attraverso le fondazioni bancarie".

Sulla polemica con Ilda Boccassini, Ingroia non cambia idea: "Ribadisco quello che ho detto e ne sono convinto", dice. E insiste su una riforma della giustizia. Che sia "seria, non come la burla presentata da Berlusconi e Alfano che di epocale aveva solo l'ennesimo tentativo di regolamento di conti nei confronti della magistratura", attacca. "Noi vogliamo la riforma della giustizia nell'interesse dei cittadini. Tutti hanno diritto a tempi brevi nei processi penali".

bersani vittorioso
BERSANI E DALEMA

Infine, si scaglia contro la sua esclusione dal dibattito finale in Rai. "Vedremo se veramente il Pd appoggerà il nostro disegno di legge per risolvere il conflitto di interessi. Che non riguarda solo Berlusconi, ma anche i partiti e che fa sì che la commissione di vigilanza della Rai, controllata dai partiti, abbia escluso me dalla partecipazione al dibattito finale previsto in televisione", dice il magistrato in aspettativa. Che annuncia un ricorso, "perché i partiti hanno deciso in modo scandaloso e vergognoso che a quest'ultimo incontro parteciperanno solo Bersani, Monti e Berlusconi".