1. INIZIA IL SEMESTRE DI PRESIDENZA UE DELLA GRECIA. E A LUGLIO TOCCHERA’ ALL’ITALIA. IN CATTEDRA I DUE PAESI PIU’ INDEBITATI DEL CONTINENTE. IL 2014 È DAVVERO L’ANNO DEL PIG! 2. LE DUE POLVERIERE DELL’EURO-ZONA, ATENE E ROMA, SI METTONO AL TIMONE DI QUEL CHE RESTA DELL’UNIONE. TANTO PER DARE LA BOTTA FINALE AL PRESTIGIO DELL’EURO E FAR VOLARE ALLE STELLE L’ANTIEUROPEISMO PROPRIO NELL’ANNO DELLE ELEZIONI EUROPEE 3. IN COMPENSO NAPOLITANO NON SI STANCA DI CITARE IL SEMESTRE ITALIANO DI PRESIDENZA TRA LE CAUSE CHE RENDONO IMPOSSIBILI NUOVE ELEZIONI. SARÀ, MA LAMBERTO DINI CADDE IN PIENO SEMESTRE EUROPEO (ERA IL 1996) E PRODI VINSE LE ELEZIONI IN QUELLA PRIMAVERA. IN EUROPA, NON SE NE ACCORSE NESSUNO (TANTO CHI COMANDA È BERLINO)


Francesco Bonazzi per Dagospia

SAMARAS E LETTA index

Poi dicono che la colpa è di Marine Le Pen, di Grillo, di Alba Dorata, di Silvio Berlusconi e di tutti quei cattivoni-populisti che cavalcano la crisi berciando contro l'Europa. Ma solo un cecchino con nascondiglio sul Tamigi - e portafogli a Wall Street - poteva sparare nella schiena dei tutori della Moneta Unica due pallini così dolorosi come la presidenza di turno dell'Unione europea affidata in rapida successione alla Grecia e all'Italia. Ovvero ai paesi detentori del maggior debito pubblico dell'eurozona.

Eu nel cestino

Eppure questo 2014 inizia esattamente così: con il premier greco Antonis Samaras che pontifica di crescita e lavoro per l'Europa intera, allegramente seduto sulla polveriera ateniese. E in attesa di passare il testimone al collega Lettanipote, che ha già annunciato di voler dedicare il suo semestre a quella cosa che in Italia vede solo lui: sempre la famosa crescita, naturalmente.

europa

E' vero che la decisione dei turni di presidenza Ue è precedente alla grande crisi iniziata nel 2008 con i Subprime americani, ma pensare che nel 2014 la guida dell'Unione sarà formalmente assegnata a due dei quattro Pigs (gli altri sono Spagna e Portogallo) fa davvero sorridere. Visto che tutta la costruzione dell'eurozona è improntata al moralismo didattico tedesco, è un po' come se l'ordine delle lezioni fosse affidato ai due somari della classe. Ed è vero che i semestri di presidenza, specie dopo il Trattato di Lisbona, sono stati svuotati di ogni reale contenuto decisionale, ma un anno con il timone in mani greche e italiane rischia di avere due effetti concreti.

l grecia italia samaras big

Il primo è l'ulteriore rafforzamento della Germania, che già di suo tende a comandare l'intera euro-baracca. Il secondo è quello di offrire un'immagine debole, perdente e paroliera delle istituzioni europea proprio in un 2014 nel quale cadono, a fine maggio, le elezioni per Strasburgo. Elezioni alle quali si prevede che esploderà la protesta di larga parte dell'elettorato contro l'Ue e la moneta unica, dipinte sempre più spesso come l'origine - e non certo la soluzione - della perdurante crisi economica.

Grecia Italia x

L'unica speranza è che almeno i mercati internazionali guardino alla sostanza e non alle apparenze. Perché la sostanza dice, per limitarsi all'Italia, che i semestri di presidenza di solito scivolano via nell'inutilità quasi assoluta. Del primo semestre 1985 si ricorda un modesto via ai negoziati per la creazione del mercato unico e cinque anni dopo, a Roma, si diede un qualche impulso alla creazione della moneta unica (dieci anni dopo).

L EURO CHE AFFONDA

Nel primo semestre del 1996 l'Italia portò a casa un accordo che sbloccava la crisi della "mucca pazza", con lenta revoca del bando alle esportazioni di carni britanniche. Nel 2003 si fallì la firma romana del nuovo trattato dell'Unione, in compenso ci si ricorda solo della gaffe dell'allora premier Berlusconi che diede del "kapo" nazista al socialista Schulz.

Giorgio Napolitano con la bandiera italiana

Anche per il 2014, a parte le chiacchiere e le photo-opportunity in qualche bel lago del Nord Italia, ci si attende poco. La vera partita che si gioca quest'anno è il completamento dell'unione bancaria europea e si dubita che saranno i paesi più indebitati a dettare le regole.

In compenso il presidente Giorgio Napolitano non si stanca di citare il semestre italiano di presidenza tra le cause che rendono impossibili nuove elezioni. Sarà, ma al fiorentino Renzi magari non sfugge che un suo concittadino, Lamberto Dini, cadde in pieno semestre europeo (era il 1996) e che Romano Prodi vinse le elezioni in quella primavera. In Europa, che eravamo in altre faccende affaccendati, non se ne accorse nessuno.