INTOPPI, FURTI, SAMBA E BLINDATI: È DIFFICILE PRENDERE SUL SERIO IL G20 DI RIO DE JANERIO – CARTOLINE DAL SUMMIT MONDIALE IN CORSO IN BRASILE: GIORGIA MELONI, CON LA FIGLIA GINEVRA AL SEGUITO, FA LA TURISTA E PRENDE IL TRENINO CHE PORTA AL CRISTO REDENTORE – UN LADRO RUBA L’AUTO DEL CORTEO PRESIDENZIALE DI LULA (E VIENE BECCATO 24 ORE DOPO) – LA MOGLIE DEL PRESIDENTE BRASILIANO INSULTA ELON MUSK: “NON HO PAURA DI TE… FUCK YOU!” – L’ALL YOU CAN EAT DEGLI SHERPA AFFAMATI E...
-
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it
Non è un Paese per vecchi, il Brasile. E per la verità neanche troppo tranquillo. L’altro ieri, nel centro di Rio de Janeiro: la delegazione brasiliana sta preparando il G20 in casa, quando un ladro sfida la sorte e ruba l’auto del corteo presidenziale di Lula. Panico, brutta figura internazionale, caccia all’uomo. Ventiquattr’ore e la legge trionfa: l’uomo finisce in carcere, la macchina viene restituita alle istituzioni. Che il summit abbia inizio.
Meloni sul Pan di Zucchero, poi sul trenino dal Cristo redentore: la premier turista per un giorno
Chi se la sente di giudicare? Il Cristo redentore, la spiaggia color miele di Copacabana, il Pan di zucchero che scavalca le nuvole e si apre sull’Atlantico: Giorgia Meloni non vuole perdersi uno spettacolo così, è la prima volta in Brasile. È tra le prime ad arrivare, un giorno e mezzo prima dell’avvio del summit.
La accompagna anche la figlia Ginevra, approfittando del week-end. Domenica pomeriggio, alla vigilia del G20, le due si ritagliano un pomeriggio da turisti. Sale anche al Cristo Redentore, con i due vagoni del trenino riservati ai leader. Si arrampica tra gli alberi, la macchia verde è uno spettacolo della natura. Peccato solo per le nuvole.
L’all-you-can-eat degli sherpa affamati (e intirizziti)
Notte di trattativa matta e disperatissima per i negoziatori del G20. Intanto l’aria condizionata: spietata. Ma non basta: i brasiliani, che non avevano mai gestito una partita così, erano convinti di poter gestire una trattativa senza troppi scossoni (illusi!). E dunque, ecco il programma: lunghe ore chiusi nel centro congressi, poi ad ora di cena tanti saluti e tutti a casa soddisfatti.
Alle cinque del mattino, invece, sono ancora tutti al tavolo, inchiodati, sfiniti. Il problema è che il catering, ingaggiato soltanto fino alle 20, non serve neanche un caffè per tenersi svegli. Sconvolto dall’inefficienza, dicono, è soprattutto lo sherpa tedesco. Qualche altro mediatore invece non si perde d’animo e finisce per cenare al ristorante giapponese, a due passi dalla sede della riunione.
Samba e blindati (Iveco)
Rio è Rio, nulla può turbarla, renderla isterica, privarla dell’anima. Neanche un G20, neanche il traffico compresso dai cortei presidenziali e le auto blindate che sfrecciano tra i turisti. Sul lungomare di Copacabana si continua a bere, giocare a beach volley, spalmare crema solare. E ballare la samba.
E però, non puoi non vederli: blindati su blindati marca Iveco, con il cannone in cima e il militare a pattugliare. E poi ancora la Guardia Civil, i poliziotti normali e quelli municipali, l’esercito, i caschi, le pistole e tante armi automatiche. Ma la musica, quella non la ferma nessuno.
“Fuck, Elon!”
[…] Tutti sanno che ora arriverà Trump, per la gioia dei bolsonaristi. Lo sa anche la moglie del Presidente brasiliano Lula, che infatti parla ad una platea amica e sfida il primo dei trumpiani: “Non ho paura di te… Fuck you, Elon Musk!”. Avvio del G20 frizzante, diciamo.
“La nave davanti al mio hotel, per favore”
Misure di sicurezza imponenti, ovviamente. E’ tempo di guerra, nulla di strano. Dicono che dovesse venire il presidente israeliano Isaac Herzog, pare abbia declinato per il pericolo di attacchi. Anche Joe Biden, al suo ultimo G20, pretende una nave militare davanti alla residenza che lo ospita: acque sbarrate al potenziale nemico.
Non c’è invece Vladimir Putin, sostituito da Sergej Lavrov: il capo del Cremlino valuta a lungo la missione, ma su di lui pende un mandato di cattura. I brasiliani tentennano, ma per assicurargli una tribuna avrebbero dovuto disattendere le regole internazionali. Alla fine tocca, come sempre, al ministro degli Esteri russo. […]