1. INVECE DEL ‘’DE PROFUNDIS”, GRILLO PREFERISCE “RADIO MARIA E CANTI GREGORIANI”
2. GRILLO HA PERSO ANCHE IN CASA. IL PD È IL PRIMO PARTITO NEL SEGGIO 617 DI GENOVA
3. PER DI MAIO SI AVVICINA IL MOMENTO DI RITORNARE A VENDERE LE BIBITE AL SAN PAOLO E A CAMBIARE FIDANZATA. PIGOLA: “PRENDO ATTO CHE LA NOSTRA GENTE SI È ASTENUTA". FRIGNA: “NON È LA PRIMA VOLTA CHE ATTRAVERSIAMO UN MOMENTO DI DIFFICOLTÀ. AD OGNI MODO RESTIAMO L’AGO DELLA BILANCIA IN QUESTO GOVERNO”. BALBETTA: “FORSE AL PRINCIPIO SIAMO STATI TROPPO SILENZIOSI, TROPPO PURI, SE QUESTA È UNA COLPA ME LA PRENDO" (CIAO CORE!)
GRILLO:“OGGI RADIO MARIA E CANTI GREGORIANI”
Un tweet ironico per commentare una sconfitta. La scelta della battuta come sempre denota Beppe Grillo e il fondatore del Movimento 5 Stelle si affida alla Rete ovviamente per parlare del pesante passo indietro alle europee. «Oggi Radio Maria e Canti Gregoriani», scrive il comico genovese senza ulteriori commenti, facendo riferimento probabilmente alla scelta di Matteo Salvini di presentarsi alla conferenza stampa post voto con un crocifisso in mano (cha ha anche baciato).
Grillo ha perso anche in casa. Il Partito Democratico, infatti, è il primo partito nel seggio 617 di Genova Sant’Ilario dove vota il fondatore del M5S , seguito da Lega, M5S, FdI e Forza Italia. Su 435 voti validi, 3 schede bianche e 6 nulle, il Pd ha ottenuto 150 voti, il 34,5% del totale, la Lega 116 preferenze, il 26,7%, il M5S 57 voti (13%), Fratelli d’Italia 39 voti (9%) e Forza Italia 24 voti (5,5%). Nello stesso seggio Casapound ha raccolto un voto.
DI MAIO IN PEGGIO
Emanuele Buzzi per il Corriere.it
Luigi Di Maio, si aspettava un passo indietro così forte?
«La bassa affluenza ci ha penalizzato, è vero, ma lo sapevamo. Quindi nulla di nuovo, ora testa bassa e lavorare».
Non mi dica che è soddisfatto.
«No, le dico che prendo atto che la nostra gente si è astenuta e attende risposte e noi queste risposte gliele vogliamo dare».
Secondo le prime proiezioni siete dietro al Pd. Politicamente è un doppio passo indietro.
«Non è la prima volta che attraversiamo un momento di difficoltà, sapremo uscirne come sempre. Ad ogni modo restiamo l’ago della bilancia in questo governo».
Ma non le preoccupa essere il terzo partito?
«Già l’ho detto: non stiamo facendo i 100 metri, ma una maratona e siamo in corsa. Dopo di che non nego che è opportuno tornare ad ascoltare chi stavolta ha deciso di restare a casa».
Siete calati di oltre dieci punti: non avete sbagliato proprio nulla nell’ultimo anno?
«Forse al principio siamo stati troppo silenziosi, troppo puri, se questa è una colpa me la prendo. Ma sappiamo di aver fatto tanto, faremo ancora tanto e siamo sicuri che i cittadini lo capiranno».
Pagate la campagna elettorale fatta di continui scontri?
«Non ci sono stati scontri, ma un clima che ha cominciato ad infuocarsi dalla revoca di Armando Siri, indagato per corruzione. E non mi pento di aver chiesto le sue dimissioni. Su certi temi non faremo mai passi indietro. Ad ogni modo ora cominciamo subito a lavorare».
Quindi il governo va avanti? Cambierà qualcosa?
«Certo che va avanti, perché continua ad avere ampiamente i numeri e perché c’è ancora tanto da fare. Non cambierà nulla, anzi ripartiamo da oggi. Noi siamo pronti a un tavolo sul salario minimo e la flat tax. Poi il decreto sicurezza con le migliorie apportate e una legge che vincoli il miliardo del reddito agli aiuti alle famiglie».
Nessun rimpasto?
«Nessun rimpasto, non avrebbe senso. Quando si rivoterà per le Politiche ne riparleremo».
Ha sentito Salvini? Quando vi vedrete?
«No, non ancora, ma spero che già in settimana si riuscirà a fare un vertice di governo, in serenità, e lavorare ognuno ai suoi dossier».
Il commissario europeo a questo punto lo sceglierà la Lega seguendo il metodo Conte?
«Troveremo insieme la persona giusta per il posto giusto».
Lancerà la fase di ristrutturazione del Movimento?
«Nelle prossime settimane ci saranno delle novità».
Quali? Ci può anticipare qualcosa?
«Ci sarà uno scatto in avanti sull’organizzazione, saranno individuati dei responsabili specifici di area e un centro di coordinamento più capillare nelle Regioni e nei Comuni».
Teme che i suoi detrattori nel Movimento la possano incalzare?
«Ma non ci sono detrattori nel Movimento, anzi io credo che siamo riusciti a mostrare compattezza. E la maratona, come le ho detto, è lunga».
Crede davvero che il governo possa durare altri quattro anni?
«Assolutamente sì. E con questo contratto. L’obiettivo è concretizzare punto dopo punto. Vuol dire anche il conflitto di interessi. Siamo al governo per questo».