IO LO CONOSCEVO BENE - PAOLO PANERA: \"Chi, oggi, si meraviglia dell’enorme potere di relazione e quindi di influenza di Bisignani, o non è sincero o ignora completamente la storia del confidente di ministri, capi di partito della maggioranza e dell’opposizione, banchieri, grandi massoni, cardinali e vescovi, capi di aziende pubbliche e private - La p4 ha fatto scoprire a tutti gli italiani un fatto che solo leggendo i libri di storia avrebbero conosciuto: il valore e il potere delle informazioni riservate, che pochi hanno\"...


Paolo Panerai per \"MF - Milano Finanza\"

PAOLO PANERAI

A 20 anni Luigi Bisignani era redattore dell\'Ansa e collaboratore fisso di Panorama, in una redazione di giovanissimi. Tutti quelli che, finito il periodo di grazia dell\'università, dovevano partire per il militare bastava che si rivolgessero a lui e avevano buone probabilità di saltarlo; oppure, chi era dovuto partire, riusciva a ottenere il trasferimento a Roma o a Milano.

L\'attitudine di Bisignani alle relazioni con chi deteneva il potere era già chiara allora. I capi dei servizi segreti erano già suoi amici. E Giulio Andreotti si fidava già solamente di lui, verso il quale nel tempo ha indirizzato non solo i suoi segreti, ma anche le sue relazioni nazionali e internazionali.

BISIGNANI

Quando l\'Ansa, di cui Bisignani era ancora dipendente, come ricorda l\'ex direttore e ora presidente Giulio Anselmi, rischiò di veder evaporare il fondamentale contributo del ministero degli Esteri, bastò un intervento del suo giornalista per recuperare tutto e poter chiudere il suo bilancio.

Quando Licio Gelli non era ancora noto alle cronache della P2, Bisignani era in confidenza con lui insieme all\'altro giornalista Stefano De Andreis e i due, muovendosi insieme, sembravano Stanlio e Ollio, uno pancione (De Andreis) e l\'altro mingherlino e scattante.

Luigi Bisignani con Giulio Andreotti

Chi, quindi, oggi, si meraviglia dell\'enorme potere di relazione e quindi di influenza di Bisignani, al limite del reato secondo i pm di Napoli Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Francesco Greco, o non è sincero o ignora completamente la storia del confidente di ministri, sottosegretari, capi di partito della maggioranza e dell\'opposizione, banchieri, grandi massoni, cardinali e vescovi, capi di aziende pubbliche e private e anche cittadini comuni.

A stabilire se nella sua attività Bisignani ha commesso reati sarà la magistratura, anche se alcuni (perfino Massimo D\'Alema) si sono esposti nell\'avere dei dubbi che l\'enorme mole di intercettazioni, ormai tutte pubbliche, configuri violazione di legge. Qui pertanto non si entra in questo merito, perché ciò che più intriga è da dove sia derivato tutto questo potere di relazione e di influenza all\'ex giornalista dell\'Ansa.

Una prima risposta è semplice, per chi l\'ha visto all\'opera appena ventenne: la particolare, vivacissima, intelligenza e la capacità di contatto e di empatia con tutti. Quindi attitudini naturali, che da sole, tuttavia, non bastano a spiegare il fenomeno.

GIULIO ANSELMI

Una seconda risposta sta nelle relazioni argentine, derivate dal fatto che il padre di Bisignani era stato per vari anni capo della Pirelli in Argentina, l\'Argentina di Juan Domingo Peron, gran massone e amico di Gelli. Non è azzardato affermare che Bisignani sia massone di alto livello e non solo perché è risultato iscritto alla P2, che era una loggia spuria, ma soprattutto per la frequentazione, con influenza evidente su di loro, di noti massoni non soltanto laici bensì anche curiali.

Licio Gelli x

Intelligenza, doti naturali di interrelazione umana e massoneria. Ma anche tutto ciò non basta. La parte più importante del suo potere Bisignani la deve ad Andreotti, all\'aver saputo conquistarne la fiducia e la stima per la sua intelligenza e la riservatezza. La frequentazione costante con il pluripresidente del consiglio e ministro gli ha lasciato un\'eredità di relazioni e di segreti su cui, negli ultimi 30 anni, la sua capacità di influenza si è moltiplicata. E che Andreotti sia stato l\'uomo più potente di Roma per oltre 60 anni non è una scoperta per nessuno.

Esserne il confidente e l\'uomo di fiducia ha fatto di Bisignani il secondo personaggio più potente di Roma, al punto che chi arrivava nella capitale anche da ministro sentiva la necessità di avere un rapporto con lui. Perfino la bresciana Maristella Gelmini, con lui al telefono, si è sentita a suo agio per confidargli le riflessioni più personali sul comportamento di una persona potente come Vincenzo Fortunato, capo di gabinetto di Giulio Tremonti, evidentemente anche con la speranza che Luigi intervenisse per frenare l\'aggressività (dichiarata dalla Gelmini) del grande burocrate.

I pm Woodcock e Francesco Curcio

La grande mole di intercettazioni non sta facendo, quindi, altro che ingigantire la fama e la potenza di Bisignani una volta che il procedimento giudiziario arriverà alla fine, quasi sicuramente senza conseguenze gravi sul piano penale.

Piero Ostellino, sul Corriere di venerdì 24, ha sostenuto correttamente che fare il lobbista non è un reato. È vero. Ma mentre in molti altri Paesi la lobby è un\'azione regolamentata, in Italia, come ha messo a nudo Capital nel numero di quattro mesi fa, l\'assenza di regole ha fatto pensare che anche la gestione di informazioni e di pressioni o favori conseguenti possa essere reato.

Salvo naturalmente se Bisignani non abbia commesso reati veri durante la sua attività, come gli successe quando era capo delle relazioni pubbliche di Montedison ed ebbe modo di gestire buona parte delle tangenti Enimont.

Massimo DAlema

Con il loro spiegamento di forze tecnologiche per compiere le intercettazioni, i pm Woodcock, Curcio e Greco hanno fatto scoprire a tutti gli italiani un fatto che solo leggendo i libri di storia avrebbero conosciuto: il valore e il potere delle informazioni riservate, che pochi hanno. E dire che Woodcock è anche di origine inglese: avrebbe dovuto sapere che i banchieri Rothschild diventarono ricchi e potenti all\'origine perché il fondatore, che lavorava presso i Thurn und Taxis, monopolisti, allora, dei servizi postali in Europa, aveva imparato a dissigillare le pergamene per leggerne il contenuto riservato.

juan domingo peron2

Oppure, che gli stessi Rothschild aumentarono a dismisura la loro ricchezza quando, grazie a un sistema di piccioni viaggiatori, vennero a sapere prima di tutti che Napoleone aveva perso a Waterloo e quindi comprarono a manbassa in borsa prima dell\'esplosione dei prezzi.

GIULIO TREMONTI

Woodcock, Curcio e Greco hanno tuttavia stabilito un record assoluto: sono riusciti a far dire parole convergenti di critica negativa verso le loro intercettazioni non solo agli esponenti del centro-destra ma anche a D\'Alema e ad Antonio Di Pietro.

L\'Italia è il Paese degli affari in nero dal punto di vista fiscale, ma dopo l\'alluvione di intercettazioni sulla possibile P2, certo nessuno potrà dire che i cittadini non conoscono i segreti del governo in carica. Un\'informazione che tuttavia i cittadini pagheranno a caro prezzo, per il costo enorme delle intercettazioni.