E IO (NON) PAGO! - BORIS JOHNSON VUOLE SCARICARE SU UNA FONDAZIONE DI BENEFICENZA, FINANZIATA DAI DONATORI DEL PARTITO CONSERVATORE, LE SPESE PAZZE DELLA GIOVANE FIDANZATA CARRIE CHE HA IMPOSTO UNA RISTRUTTURAZIONE DELL'ARREDAMENTO DI DOWNING STREET - SONO DECINE DI MIGLIAIA DI STERLINE, TROPPE PER UN PREMIER CHE HA UNO STIPENDIO DA 150 MILA STERLINE L'ANNO (165 MILA EURO) MA È SPENNATO DALL'EX MOGLIE E DAI COSTI PER IL MANTENIMENTO DEI VARI FIGLI...
-Luigi Ippolito per il "Corriere della Sera"
«E io pago!», avrebbe da esclamare Boris Johnson, se solo avesse dimestichezza con Totò. Perché i gusti stravaganti della sua giovane fidanzata, Carrie Symonds, gli hanno procurato un conto parecchio salato: decine di migliaia di sterline, forse addirittura centomila, per la ristrutturazione dell'appartamento di Downing Street dove vivono. «Totalmente fuori controllo», si sarebbe lamentato Boris.
Carrie ha voluto disfarsi di quello che è stato definito «arredamento da discount» lasciato in eredità da Theresa May: e si è ispirata a una delle più note designer d'interni britanniche, Lulu Lytle, i cui tessuti partono da 100 sterline (115 euro) al metro. Dunque pavimenti rifatti, mobili vintage in quantità e muri ridipinti (e decorati con quadri dipinti dallo stesso Boris e dalla mamma di Carrie).
Ma il risultato è la suddetta fattura da salasso. E poiché lo Stato contribuisce solo per 30 mila sterline, Johnson, che è notoriamente al verde, ha avuto una brillante idea, svelata dal Daily Mail: mettere su una fondazione di beneficenza, finanziata dai maggiori donatori del partito conservatore, che si accolli le spese.
Ufficialmente, lo scopo della charity sarebbe quello di preservare gli appartamenti di Downing Street, residenza ufficiale dei premier britannici: ma in realtà è una maniera surrettizia per venire in soccorso del poverello Boris.
Il premier è in bolletta. Da quando è diventato capo del governo, ha dovuto rinunciare agli introiti da giornalista e scrittore, che gli fruttavano mezzo milione l'anno, e accontentarsi dello stipendio pubblico da 150 mila sterline (165 mila euro): poca cosa, a fronte del costoso divorzio dalla ex moglie Marina, una avvocatessa di grido che lo ha giustamente spennato, e delle spese per mantenere i numerosi figli, ufficiali e non, che ha disseminato in giro.
Alla fine, non gli restano neppure i soldi per pagarsi una baby sitter: figuriamoci il restyling di casa. Da cui l'idea del «fondo segreto», che però suscita non poche perplessità sul versante del conflitto d'interessi.
Sono rivelazioni che accendono ulteriormente i riflettori sul ruolo della fidanzata di Johnson, da settimane al centro dei pettegolezzi politici: ed è appena uscito l'ultimo numero di Tatler, la rivista dell'alta società, che le ha dedicato il profilo di copertina col titolo «Il golpe di Carrie».
Il riferimento è alla congiura di palazzo con cui la First Girlfriend alla fine dell'anno scorso ha estromesso la vecchia guardia dei consiglieri di Boris per installare a Downing Street un team di sue amiche fidate. Carrie, pur non eletta, è diventata la donna più potente di Gran Bretagna, che esercita un'influenza determinante sul premier e sul governo.
Contro di lei si è scatenata una guerra di dossier, che ha messo nel mirino persino il suo cagnolino Dilyn: i detrattori la dipingono come una Anna Bolena alla corte di Enrico VIII, come una Lady Macbeth o la perfida Cersei del «Trono di Spade», una che si aggira per Downing Street in pantaloni di pelle impartendo ordini a destra e a manca. E pure queste ultime rivelazioni del Mail fanno parte della campagna denigratoria contro la «principessa pazza».
I suoi sostenitori ribattono che si tratta di accuse sessiste di chi non sopporta la presenza di una donna di potere: e Carrie sicuramente lo è. A soli 29 anni era già direttrice delle comunicazioni del Partito conservatore ed è in questo ruolo che si è avvicinata a Boris: lei è responsabile del suo stile più maturo e moderato e soprattutto della sua svolta ambientalista, causa che Carrie sostiene con fervore.
Ma è indubbio che la sua presenza sia percepita da molti come un fattore destabilizzante: come conclude il servizio di Tatler, «la guerra di Carrie è soltanto all'inizio».