ISRAELE, LA CINA, ABRAMOVICH E ORA ANCHE IL VATICANO: I MEDIATORI NON MANCANO, IL PROBLEMA È CAPIRE SE PUTIN HA VOGLIA DI TRATTARE - IL SEGRETARIO DI STATO, PIETRO PAROLIN: “C’È ANCORA TEMPO PER LA BUONA VOLONTÀ, C’È ANCORA SPAZIO PER IL NEGOZIATO. LA SANTA SEDE È SEMPRE PRONTA AD AIUTARE LE PARTI A RIPRENDERE TALE VIA” - “OCCORRONO COMUNICAZIONE E ASCOLTO RECIPROCI PER CONOSCERE LE RAGIONI ALTRUI…”

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pietro parolin bergoglio

Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

 

Eminenza, vede il rischio di un allargamento del conflitto in Europa - Paesi come Germania e Polonia pronti a inviare armamenti, le minacce russe alla Svezia se entrasse nella Nato - o di una nuova guerra fredda tra due blocchi?

«Non lo oso nemmeno pensare. Sarebbe una catastrofe di proporzioni gigantesche, anche se, purtroppo, non è un'eventualità da escludere del tutto. Ho visto che in alcune dichiarazioni di questi giorni sono stati evocati gli incidenti che hanno preceduto e provocato la Seconda guerra mondiale. Sono riferimenti che fanno rabbrividire».

zelensky putin

 

Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Papa, sospira: «Le vicende di questi ultimi giorni mi hanno profondamente addolorato».

 

E parla ai principali quotidiani italiani di questo momento storico drammatico. In queste ore ha ripetuto che «c'è ancora tempo per la buona volontà, c'è ancora spazio per il negoziato».

 

Che si deve fare?

missile a kiev

«Bisogna evitare ogni escalation, fermare la guerra e trattare. Anche l'eventuale ritorno a "una nuova guerra fredda con due blocchi contrapposti" è uno scenario davvero inquietante. Va esattamente al contrario di quella cultura della fraternità che papa Francesco propone come unico cammino per costruire un mondo giusto, solidale e pacifico».

 

Ha detto: c'è ancora spazio per il negoziato. La Santa Sede è disponibile, nel caso?

«Nonostante sia avvenuto quanto temevamo e speravamo non accadesse, la guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina, sono convinto che ci sia ancora e sempre spazio per il negoziato. Non è mai troppo tardi.

 

Perché l'unico modo ragionevole e costruttivo per appianare le divergenze è il dialogo, come il Papa non si stanca di ripetere. La Santa Sede, che in questi anni ha seguito costantemente, discretamente e con grande attenzione le vicende dell'Ucraina, offrendo la sua disponibilità a facilitare il dialogo con la Russia, è sempre pronta ad aiutare le parti a riprendere tale via».

PUTIN BERGOGLIO

 

E quindi?

«Rinnovo l'invito pressante che il Santo Padre ha fatto durante la sua visita all'ambasciata russa presso la Santa Sede a fermare i combattimenti e tornare al negoziato. Occorre innanzitutto interrompere subito l'attacco militare, delle cui tragiche conseguenze siamo già tutti testimoni.

pietro parolin bergoglio

 

Desidero ricordare le parole di Pio XII il 24 agosto 1939, pochi giorni prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale: "Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare. Trattando con buona volontà e con rispetto dei reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo"».

 

Le chiese ortodosse dei due Paesi possono avere un ruolo nel distendere gli animi, nonostante le tensioni reciproche?

«Nella storia della Chiesa, purtroppo, i particolarismi non sono mai mancati e hanno condotto a tante divisioni dolorose, come testimonia all'origine stessa del cristianesimo San Paolo, che esorta a superarle.

 

vladimir putin.

Vediamo oggi segni incoraggianti negli appelli dei capi delle Chiese ortodosse, che manifestano disponibilità a lasciare da parte il ricordo delle ferite reciproche e a lavorare insieme per la pace. Concordano nell'esprimere grave preoccupazione e affermare che, al di là di ogni altra considerazione, la pace e la vita umana sono quanto sta veramente a cuore alle Chiese. Possono svolgere un ruolo fondamentale».

 

Ha parlato di «una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte» e «tuteli le legittime aspirazioni di ognuno».

 

Come si può fare?

pietro parolin

«Ancora una volta vediamo che occorrono comunicazione e ascolto reciproci per conoscere a fondo e comprendere le ragioni altrui. Quando si smette di comunicare e di ascoltarsi sinceramente, si guarda all'altro con sospetto e si finisce per scambiarsi solo accuse.

 

Gli sviluppi degli ultimi anni e, in particolare, degli ultimi mesi non hanno fatto altro che alimentare la sordità reciproca portando al conflitto aperto. Le aspirazioni di ogni Paese e la loro legittimità devono essere oggetto di una riflessione comune, in un contesto più ampio e, soprattutto, tenendo conto delle scelte dei cittadini stessi e nel rispetto del diritto internazionale. E la storia non manca di offrire esempi che confermano che ciò è possibile».

pietro parolin sergio mattarella
immagini dei mezzi russi dal satellite
immagini dei mezzi russi dal satellite
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pietro parolin 2
soldati ucraini
pietro parolin sergio mattarella